Oltre le abitudini: davvero siamo pronti a guidare un’auto elettrica? Il confronto al CICAP Fest 2025

Oltre le abitudini: davvero siamo pronti a guidare un’auto elettrica? Il confronto al CICAP Fest 2025
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Nell’ambito dell’ottava edizione del CICAP Fest, manifestazione dedicata alla diffusione del pensiero critico e del metodo scientifico, si è tenuto l’incontro “Oltre le abitudini: guidare un’auto elettrica”
16 novembre 2025

Un titolo che anticipa bene l’impostazione della conferenza: più che un dibattito tecnico, un esercizio di ragionamento collettivo sulle resistenze che accompagnano ogni cambiamento tecnologico. Un tema affrontato con il consueto stile del CICAP: ironia, provocazioni, ma anche dati e contestualizzazione storica.

Gli organizzatori hanno scelto di aprire l’incontro partendo da un paradosso storico: oggi viviamo la transizione verso l’elettrico con gli stessi dubbi e timori che, a inizio Novecento, accompagnarono il passaggio dalle carrozze elettriche – sì, allora erano molto diffuse – ai motori a benzina.

Le obiezioni di allora, raccontate con toni volutamente caricati, suonano quasi identiche a quelle odierne: dove fare rifornimento? Chi si occuperà della manutenzione? È sicuro trasportare litri e litri di un liquido infiammabile? E soprattutto: è davvero conveniente?

Il messaggio del CICAP è semplice: prima di giudicare una tecnologia, occorre conoscere i dati che la riguardano e riconoscere le distorsioni cognitive che accompagnano ogni cambiamento. Ma dal palco non è mancata una dichiarata autocritica: anche noi – hanno ammesso i relatori – nutriamo dubbi e perplessità.

 

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Benefici ambientali: il quadro tracciato dagli esperti

La parte centrale dell’incontro è stata dedicata ai dati sull’impatto ambientale della mobilità. L’elettrico, è stato ricordato, non è una soluzione totale: non elimina il traffico, incide poco sull’usura delle strade e non cancella la produzione di polveri sottili derivanti da freni e pneumatici. Ma può ridurre in modo significativo le emissioni, soprattutto locali, legate alla combustione dei carburanti.

Secondo la ricostruzione presentata, il vantaggio accumulato da un’auto a batteria cresce dopo i primi 20-30 mila chilometri, quando l’impronta legata alla produzione della batteria viene compensata dalle minori emissioni nell’uso quotidiano. Un vantaggio che si amplia nei Paesi – come l’Italia – dove quasi metà dell’energia elettrica proviene da fonti rinnovabili (più precisamente, circa il 45%).

Dati e grafici hanno mostrato una tendenza chiara: la qualità dell’aria urbana, pur migliorata negli ultimi decenni grazie alle normative e all’evoluzione tecnica dei motori, resta un problema sanitario rilevante. Il contributo del trasporto su strada, in quest’ottica, continua a essere significativo.

 

I limiti concreti: costi, infrastrutture e disuguaglianze

Se la conferenza ha messo in evidenza i vantaggi dell’elettrico, non ha però insistito altrettanto sui principali ostacoli che oggi rendono questa tecnologia difficilmente accessibile a una larga parte della popolazione. Ed è qui che emerge la distanza tra la teoria e la realtà quotidiana:

1) Il prezzo delle auto elettriche: ancora troppo alto

È vero che negli ultimi anni i listini si sono stabilizzati e in alcuni casi ridotti, ma per molte famiglie italiane il costo resta proibitivo. Anche con gli incentivi 2025, esauriti in poche ore (ma probabilmente di nuovo disponibili tra pochi giorni a causa di inutilizzo), l’acquisto di una vettura elettrica rimane un costo impegnativo.

Per una famiglia che necessita di due auto – situazione comune nelle aree suburbane – raramente è possibile sostituire anche la seconda vettura con un’elettrica, soprattutto perché i modelli più economici offrono autonomie limitate e sono meno adatti ai lunghi viaggi.

2) Le infrastrutture di ricarica: non tutti hanno un box

Uno degli elementi che la conferenza ha solo sfiorato riguarda un problema strutturale: in Italia la maggioranza delle abitazioni non dispone di un garage privato. Senza una presa domestica, l’elettrico perde gran parte della sua convenienza economica e logistica.

Caricare esclusivamente alle colonnine pubbliche significa confrontarsi con costi molto più alti rispetto alla ricarica casalinga: anche oltre 0,70 €/kWh contro i 0,20–0,30 €/kWh domestici. Una differenza che annulla in molti casi il vantaggio economico rispetto a benzina e diesel.

3) I lunghi viaggi: non tutte le elettriche sono uguali

Le citycar elettriche, protagoniste di alcuni esempi portati dal CICAP, sono perfette in ambito urbano. Ma rappresentano una nicchia del mercato: autonomia ridotta, tempi di ricarica modesti e poca compatibilità con i ritmi autostradali italiani rendono difficile utilizzarle per tratte di 400–600 km, come accade spesso nei viaggi familiari o nelle partenze estive. Le auto elettriche adatte ai lunghi viaggi esistono, ma si collocano in fasce di prezzo più elevate.

 

L’illusione della conoscenza e i pregiudizi reciproci

Uno dei passaggi più interessanti dell’incontro è stato il riferimento all’“illusione della conoscenza”: la sensazione di sapere già tutto su un argomento solo perché lo si vive quotidianamente. Guidiamo auto da decenni, ma questo non ci rende automaticamente preparati a valutarne evoluzioni tecnologiche e implicazioni scientifiche. Allo stesso tempo, chi sostiene l’elettrico rischia di sottovalutare difficoltà economiche, differenze territoriali e condizioni di vita che non permettono a tutti di adottare la stessa soluzione.

Il messaggio finale è stato infatti un invito all’equilibrio: l’auto elettrica non è la risposta a tutto, ma rappresenta uno strumento utile all’interno di un sistema di mobilità più ampio, che richiede anche trasporto pubblico, urbanistica e politiche sociali.

 

Un confronto utile, ma che lascia aperte molte domande

La conferenza al CICAP Fest ha avuto il merito di affrontare il tema con onestà intellettuale e volontà divulgativa, cercando di sfatare miti e luoghi comuni. Tuttavia, la sensazione conclusiva è che il dibattito italiano sulla mobilità elettrica rimanga ancora polarizzato: da un lato entusiasmo e fiducia, dall’altro resistenze spesso legate a difficoltà concrete che non possono essere ignorate.

Per molte famiglie – soprattutto fuori dai grandi centri urbani – il vero problema non è psicologico, ma economico e logistico. E finché l’elettrico non diventerà davvero conveniente, accessibile e praticabile per la maggioranza dei cittadini, la transizione rimarrà un percorso a due velocità.

Il CICAP Fest, nel suo ruolo di promotore del pensiero critico, ha comunque offerto uno spazio prezioso per interrogarsi non solo sulle tecnologie, ma anche sulle abitudini, sui bias e sulle scelte che guideranno la mobilità dei prossimi anni. E forse, in una fase storica in cui il dibattito pubblico tende spesso agli estremi, questo rappresenta già un passo avanti.

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