Patuanelli: «Ops, ci siamo dimenticati del settore auto...»

Patuanelli: «Ops, ci siamo dimenticati del settore auto...»
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Nel Decreto Rilancio manca il sostegno al mondo automotive: lo ammette il ministro Patuanelli, che promette rimedi. Intanto, le associazioni chiedono interventi urgenti
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
20 maggio 2020

«L’automotive è uno dei tasselli che ancora mancano e l'ho segnalato» la frase pronunciata da Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, durante la relazione in Commissione Industria al Senato, suona come un’ammissione di colpa.

Dimenticare iniziative a sostegno di un settore che contribuisce in modo sostanziale al PIL, anzi, appare quasi masochistico: il decreto approvato ha aumentato i fondi previsti per l'ecobonus e introdotto la detrazione al 110% delle spese d’installazione delle colonnine di ricarica domestiche, ma si tratta di pannicelli caldi rispetto a necessità ben più pressanti.

Non c’è dubbio che lo sguardo del Governo si sia concentrato sui veicoli della cosidetta mobilità alternativa, come auto elettriche e ibride plug-in, e-bike e micromobilità, ma sappiamo bene che si tratta di una nicchia sul totale del mercato.

Altra conferma, sempre da Patuanelli: «Abbiamo dato un segnale rispetto all'auto elettrica, anche per garantirsi la possibilità di raggiungere gli obiettivi del Piano Nazionale di Energia e Clima 2030, ma andrà fatto un ragionamento completo sul settore automotive in sede di conversione».

Alle parole del Ministro ha fatto eco il documento sottoscritto dalle aziende del mondo della Metalmeccanica e della Meccatronica: un appello affinché sia semplificata e velocizzata l’erogazione del credito ad un settore che occupa 1,6 milioni di addetti - il secondo in Europa dopo quello tedesco - e il cui fatturato ammonta a 430 miliardi di euro.

Un settore composito, determinante per la tenuta economica del Paese e per il suo sviluppo futuro, con aziende di grandi dimensioni leader a livello mondiale su specifiche tecnologie, ma anche un comparto fragile, poiché le piccole e medie industrie che compongono in larga misura il nostro sistema produttivo sono più vulnerabili nella competizione internazionale.

La maggior parte delle imprese della filiera metalmeccanica sta affrontando una fase molto delicata, che fin dai primi giorni di lockdown ha fatto emergere la necessità di interventi immediati a supporto della liquidità, per far fronte al crollo della domanda e del fatturato.

Le misure di garanzia varate con il Decreto Liquidità, tuttavia, non hanno ancora, nel loro complesso, prodotto pienamente gli effetti tempestivi invocati: le imprese hanno bisogno di poter contare subito sulla liquidità aggiuntiva.

Dalle aziende del settore arriva la richiesta pressante al Governo ed al sistema bancario ad agire sia semplificando al massimo le procedure di concessione della garanzia, sia per velocizzare l’erogazione del credito.

Non resta che aspettare e verificare che tale richiesta, che ci pare di pieno buonsenso, sia accolta a livello istituzionale.
 

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