Più forte del Balance of Performance: così la Ferrari con la 499P si è presa entrambi i titoli nel WEC 2025

Più forte del Balance of Performance: così la Ferrari con la 499P si è presa entrambi i titoli nel WEC 2025
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La Ferrari nella stagione 2025 del WEC ha messo a segno una storica doppietta, aggiudicandosi sia il mondiale Piloti che il Costruttori. Merito di un gruppo di lavoro coeso e del progetto solido che ne è derivato
9 novembre 2025

Chi vince la 24 Ore di Le Mans non si aggiudica il mondiale Costruttori nel WEC. È una regola non scritta che vale da diverso tempo nell’Endurance e che la Ferrari è riuscita a scardinare prendendosi pure l’iride piloti in una stagione in cui è semplicemente stata più forte del Balance of Performance. La classica del Circuit de la Sarthe richiede delle caratteristiche peculiari, in contrapposizione con ciò che serve, invece, per ben figurare sugli altri circuiti in calendario. L’unica eccezione a questa tendenza in tempi recenti era stata Toyota, ma in un momento in cui era sostanzialmente senza avversari di rilievo.

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Con l’abbandono delle complicatissime e costosissime LMP1 e l’arrivo delle Hypercar e delle LMDh, il WEC ha trovato nuova linfa, grazie all’ingresso nella categoria di diversi costruttori, a cominciare proprio dalla Ferrari. La Rossa per la sua avventura nel mondiale Endurance ha scelto la strada più complicata, ma potenzialmente anche più soddisfacente. Anziché puntare sulla LMDh – una soluzione che prevede una serie di componenti standardizzati, dalla parte elettrica del sistema ibrido alla trasmissione, passando per il telaio – la Rossa ha voluto dare vita a un’Hypercar. Non poteva andare diversamente, in fondo.

Con la sua 499P, la Ferrari non ha cercato di reinventare la ruota. L’arma della casa di Maranello non voleva essere un progetto di rottura come la Peugeot 9X8, concepita senza ala posteriore, puntando tutto sull’effetto suolo generato dal fondo, con scarsissimi risultati. La Ferrari 499P è una base solida su cui la Rossa ha potuto contare per cominciare immediatamente a lasciare un segno nel mondo dei prototipi, dalla cui classe regina mancava da mezzo secolo. E che traccia ha marcato: nel 2023, al primo colpo, arrivò la vittoria con la 499P n.51 il cui equipaggio – formato da Antonio Giovinazzi, Alessandro Pier Guidi e James Calado – a due anni di distanza si può fregiare dell’iride.

La Ferrari non ha avuto fretta nell’usare i gettoni a sua disposizione per lo sviluppo della vettura dopo la sua omologazione, come vuole il regolamento tecnico del WEC. Il gruppo tecnico guidato da Ferdinando Cannizzo ha aspettato di avere una piena comprensione del pacchetto prima di deliberare le modifiche che hanno consentito alla Rossa di ampliare la finestra di utilizzo della 499P, rendendola dominante nella prima parte della stagione, prima che la tagliola del Balance of Performance la ridimensionasse.

Al netto della perfettibilità di questo strumento – c’è un motivo se team e piloti per regolamento non possono parlarne – è indubbio che la classe regina del WEC per come è concepita oggi non potrebbe funzionare senza un sistema che livelli le prestazioni. Non solo le Hypercar sono molto diverse tra loro, ma di fatto bisogna rendere possibile anche la convivenza con le LMDh. È uno strumento, il BoP, che diventa inevitabilmente politico, ma il dato di fatto è che la Ferrari 499P, per quanto azzoppata in diverse circostanze nell’arco della stagione, ha saputo comunque fare la differenza.

Merito di un gruppo di lavoro affiatato, meno esposto rispetto a quello della Formula 1 per forza di cose, ma incredibilmente efficace, se si pensa ai risultati ottenuti in pochi anni. È stata la squadra guidata con mano salda da Antonello Coletta a riportare l’iride a Maranello dopo 17 anni di digiuno intercorsi dal titolo Costruttori colto in F1 nel 2008. E non si può non sottolineare l’importanza dei piloti, con equipaggi che sono rimasti invariati dall’inizio dell’avventura nel WEC, equilibrati come sono per il mix di esperienza nelle corse di durata – basti pensare ad Alessandro Pier Guidi, mattatore nel GT con la Rossa – e di talenti che hanno saputo reinventarsi. Come Antonio Fuoco, che ha trasformato la qualifica da un punto debole alla sua più grande forza.

Oltre a Giovinazzi, Pier Guidi e Calado sulla n.51 e Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen sulla n.50, non si possono dimenticare i piloti dell’equipaggio cliente di AF Corse. Robert Kubica, Phil Hanson e Yifei Ye, sulla gialla 499P n.83, si sono presi una vittoria alla 24 Ore di Le Mans 2025 carica di significato. Soprattutto per Kubica, che sarebbe stato pilota della Rossa in F1 se un crudele destino non avesse voluto diversamente. Sono storie che meritano di essere raccontate, quelle delle donne e degli uomini che hanno portato la Ferrari sul tetto del mondo nell’Endurance prima che accadesse di nuovo in F1.

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