PM10: lo si combatte all'aria aperta, ma poi sottoterra...

PM10: lo si combatte all'aria aperta, ma poi sottoterra...
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  • di Luciano Lombardi
Secondo un'indagine del Financial Times, nelle stazioni della metro di Londra la concentrazione di polveri sottili può arrivare a essere anche molto, molto più elevata che in superficie
  • di Luciano Lombardi
12 febbraio 2020

Mentre quassù, le istituzioni di tutto il mondo si dannano a trovare rimedi allo smog a suon di blocchi della circolazione, laggiù c'è una specie di camera a gas, dove il particolato si accumula a livelli che possono arrivare a essere anche di molto superiori a quelli comunemente rilevati in superficie.

Quell'inferno di polveri sottili, secondo un'inchiesta del Financial Times intitolata London Underground, the dirtiest place in the city, è l'insieme delle stazioni della metropolitana. Per corroborare la sua tesi, il centro studi del quotidiano britannico ha passato al setaccio la metro londinese ripercorrendo 75 sezioni all'interno dei tunnel della Zona 1, la più centrale.

Il paradosso britannico

E ha ricavato dei dati agghiaccianti. Per esempio che la qualità dell'aria nelle carrozze è di ben dieci volte peggiore dei limiti stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. E che, in alcuni tratti, l'inquinamento da PM 2,5 registrato ha superato di otto volte la media che si rileva di norma sulle strade.

Ma da dove arriva tutto questo inquinamento? Prevalentemente dall'usura dei freni e, più in generale, dall'attrito con le rotaie e dalla stessa sporcizia delle strade.

In buona sostanza, se guardiamo tutto ciò in controluce con l'annuncio di Boris Johnson dello stop alla vendita di auto con motore termico dal 2015, è proprio il caso di dire che siamo di fronte a un gran bel paradosso.

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