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Il mercato dei quadricicli è in pieno boom, ma la loro sicurezza resta gravemente insufficiente. Secondo quanto riportato da L’argus, l'aumento della circolazione dei quadricicli leggeri – come la Citroën Ami e le Aixam – è accompagnato da una crescita preoccupante del numero di incidenti gravi.
Tra il 2019 e il 2024, il mercato dei quadricicli a motore è più che raddoppiato in Francia, superando le 30.000 immatricolazioni annue, secondo i dati di AAA Data. La sola Francia rappresenta oggi la metà del mercato europeo, con marchi come Aixam, Ligier e Citroën (con la Ami) a guidare le vendite.
Questi veicoli, omologati come quadricicli leggeri (velocità massima 45 km/h, peso a vuoto non oltre i 425 kg), possono essere guidati già a 14 anni con la patente "AM". L’offerta attira così un pubblico sempre più giovane: quasi la metà degli acquirenti della Citroën Ami ha meno di 18 anni.
Il bilancio ufficiale dell’incidentalità in Francia per il 2024 mostra un quadro allarmante. A fronte di 445 incidenti che hanno coinvolto quadricicli leggeri, si contano ben 37 morti, di cui 34 tra gli occupanti di questi veicoli. Si tratta di una mortalità del 8,3% – ovvero un morto ogni 12 incidenti – contro una media generale di un morto ogni 16 incidenti su tutte le tipologie di veicoli.
Ancora più inquietante è il dato sull’incremento: nel 2023 i morti in quadriciclo erano stati 23. L’aumento è del 60% in un solo anno. Il 68% di questi decessi si verifica fuori dai centri abitati, dove il rischio di scontro con veicoli più veloci è più alto, ma le minicar restano del tutto inadeguate a questo tipo di utilizzo.
L’argus riporta gli esiti di un crash-test effettuato dal programma tedesco Auto Mobil in collaborazione con Dekra. I test hanno coinvolto una Citroën Ami (pre-restyling) e un’Aixam Crossline, entrambe lanciate a 45 km/h contro una barriera deformabile con offset laterale del 40% – una simulazione realistica di scontro frontale con un’auto.
Nonostante l’apparente integrità dell’abitacolo dopo l’impatto, i manichini hanno subito gravi lesioni: la testa e il torace del conducente impattano violentemente contro il volante, e il collo viene sollecitato in maniera critica. Nessuno dei due veicoli è dotato di airbag, ABS o ESP. La conclusione di Dekra è netta: "È molto probabile che un occupante reale non sarebbe sopravvissuto a questo tipo di incidente".
A differenza delle automobili, i quadricicli non sono soggetti agli stessi standard di sicurezza. Non sono previsti crash-test per l’omologazione, né l’obbligo di sistemi di sicurezza attivi o passivi. I costruttori si difendono: Aixam sostiene che, con il limite di peso attuale, non sarebbe possibile integrare airbag o controlli elettronici. Stellantis, invece, considera l’Ami più sicura rispetto a uno scooter e destinata a sostituire i veicoli a due ruote di piccola cilindrata.
Come ha sottolineato il giornalista Alex Bloch nel reportage, un’azione di emergenza – come un evitamento improvviso o una frenata d’urgenza – non è una guida “sportiva”, ma una necessità. E un veicolo, per quanto economico, dovrebbe offrire una risposta sicura in questi scenari.
L’aumento degli incidenti mortali, unito alla diffusione rapida di questi veicoli tra i giovanissimi e tra gli automobilisti con patente revocata (oltre 54.000 in Francia nel 2023), riaccende il dibattito sulla necessità di riformare la normativa.