Stellantis ferma in anticipo la fabbrica di Cassino: mancano ordini, produzione al palo

Stellantis ferma in anticipo la fabbrica di Cassino: mancano ordini, produzione al palo
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Stop anticipato per lo stabilimento laziale: in crisi Giulia, Stelvio e Grecale. Slitta ancora il rilancio promesso
22 luglio 2025

Ancora fermi. Ancora prima del previsto. La fabbrica Stellantis di Cassino si prepara a chiudere le linee produttive una settimana prima dell'inizio ufficiale delle ferie estive, a causa della drammatica mancanza di ordini. Una realtà ormai strutturale per lo stabilimento laziale, che quest’anno ha lavorato appena nel 50% delle giornate utili, tra stop continui e un calo di domanda sempre più marcato.

L’unità di Lastratura e Verniciatura si fermerà già dal 23 luglio, mentre l’unità di Montaggio seguirà fino al 25 luglio, per poi chiudere i battenti fino al 1° agosto, data in cui scatteranno formalmente le ferie aziendali. Ma la vera notizia è un’altra: secondo quanto confermato anche dai sindacati, lo stabilimento non riaprirà prima di settembre.

La produzione dell’impianto è oggi limitata a tre modelli: Alfa Romeo Giulia, Alfa Romeo Stelvio e Maserati Grecale, tutti realizzati su un’unica linea a causa dei volumi ridottissimi. Da gennaio a giugno sono state prodotte appena 10.500 vetture, un dato in netta flessione rispetto al 2024 e addirittura inferiore ai livelli registrati durante il lockdown per Covid.

Il flop dell’elettrico e il rinvio del rilancio

Stellantis aveva promesso un rilancio del sito attraverso le nuove versioni full electric di Giulia e Stelvio, ma il progetto si è arenato. Le auto elettriche “non stanno incontrando il favore del pubblico”, ammette la stessa azienda, e il piano è stato posticipato e convertito verso una motorizzazione ibrida, che però non arriverà prima del 2027.

Nel frattempo, l'impianto arranca: solo a giugno il sito è rimasto chiuso dal 28 al 15 luglio, e in tutto il mese ha lavorato solo una settimana effettiva. A fine maggio era stato osservato un altro stop di 9 giorni consecutivi. La situazione di Cassino è emblematica della crisi che sta colpendo parte degli impianti italiani del gruppo Stellantis, dove le scelte industriali sembrano sempre più orientate verso altri mercati e tecnologie, mentre il presente resta sospeso in una lunga fase d’incertezza.

I sindacati denunciano una mancanza di trasparenza e chiedono un confronto urgente: non solo per discutere il calendario dei fermi, ma soprattutto per avere garanzie reali sul futuro del sito e dei lavoratori. Al momento, Stellantis non ha ancora formalmente comunicato alle rappresentanze sindacali che la fabbrica riaprirà solo a settembre, alimentando tensioni e timori tra gli operai. Il clima è di profonda incertezza, aggravato da un’assenza di prospettive concrete.

Il rischio, dicono i lavoratori, è che Cassino venga lentamente svuotata, senza una strategia chiara di rilancio. E con il posticipo della transizione elettrica, anche il 2026 rischia di diventare un altro anno di attesa.

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