Rally Estonia. Il “quasi” Mondiale a Ott Tanak e Toyota

Rally Estonia. Il “quasi” Mondiale a Ott Tanak e Toyota
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Shell Helix Rally Estonia. Un aspirante Mondiale in “promozione” che premia il padrone di Casa, in Gara con la Yaris WRC. Sul Podio anche le World Rally Car di Mikkelsen e Lappi
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
15 luglio 2019

Otepaa, Estonia, 14 Luglio. Con 13 vittorie su 15 prove speciali e un minuto abbondante sul secondo classificato, Ott Tanak ha vinto la 9a edizione del Rally Estonia. Una vittoria schiacciante, favorita dal “fattore campo”, certamente, e dallo “status” definito dal Pilota e dalla Macchina più in forma del momento. Impreziosita dalla caratura degli Avversari e, apparentemente, senza storia.

“Storia” eccome, invece. Promosso dal… Promoter (WRC Promotional Event), che lo vede in corsa per un posto nel calendario mondiale nei prossimi due o tre anni, sostenuto dal Padrino e migliore Pilota estone di sempre, favorito dall’esplosione di tendenza a “fare chilometri” importanti da usare come banco di prova e reso “urgente” da una certa somiglianza con il Rally Finlandia prossimo appuntamento del Mondiale, il Rally Estonia scrive una Storia a sé- molto interessante e, era scontato ricca di spunti interessanti a di assoluta attualità.

Tristemente, non un solo italiano tra le 99 Vetture iscritte. Di queste ben 8 World Rally Car, delle quali 4 di “primo equipaggiamento” in rappresentanza delle 4 Case ufficiali impegnate nel Mondiale. Una dozzina abbondante di R5, di cui una metà importanti. Un’escalation evidente. Più del doppio della caratura dell’ottava Edizione dello scorso anno, vinta ancora da Tanak con la stessa Toyota, e a sua volta neanche confrontabile con le precedenti, quando il valore del Pilota timoniere del risveglio estone era ancora nella mente di dio.

È quanto basta per assicurare, e poi spiegare, il successo della manifestazione già sulla carta, nonostante sulla stessa “carta” fosse già scritto anche il nome del vincitore.

Aspetto interessante numero 1, del resto. Perché Ott avrebbe potuto anche prenderle, qua e là, o assumere l’incarico come una semplice ambasciata, ovvero con una certa sufficienza. Invece oggi, nel mondo WRC, le cose si fanno seriamente, o non si fanno. Servono chilometri, test, collaudi, pratica per le giovani leve e allenamento per i “big”, ore di motore per essere (quasi) certi che la meccanica sia sua sulla linea evolutiva corretta. Ogni occasione è buona, vedi il concomitante Rally Bohemia, la festa Skoda vinto da Rovanpera su Kopecky in un diluvio di Fabia R5, i prossimi Rally di Alba con Loeb e altro, e l’Estonia diventa (è diventata) un’opportunità eccellente, certamente la più rappresentativa della tendenza.

Fatalmente, a un vincitore corrispondono degli sconfitti, e un successo del genere, così netto, dovrebbe sancire una vera e propria disfatta. Non è così, tutto sommato e, riconosciuta l’inarrivabilità dell’Ufficiale Toyota, non resta che riconsiderare l’esperienza riquadrandola sugli aspetti positivi, quasi per tutti.

A storcere il naso, infatti, suppongo tocchi ancora e solo al rampollo di Toyota, quel Takamoto Katsuta che, dopo la disdetta del Sardegna Italia registra un ritiro anche in Estonia, con una Fiesta ribollente.

Bene tutti gli altri. Mikkelsen che, ormai è una regola, corre per guadagnare crediti, come a scuola. Un bel secondo posto e un allenamento eccellente. Bene Esapekka Lappi, terzo, che porta in banchina il compito affidatogli da Citroen Racing di fare chilometri e trovare la quadra dentro la C3 WRC con la quale non è riuscito ad andare troppo d’accordo in questa stagione. Bene Evans, quarto, che aveva bisogno di un po’ di ricarica per il morale (e stava per andar male per un problema nella seconda Speciale), e bene anche Craig Breen e Paul Nagle, che rientreranno nel Mondiale con la terza Hyundai ufficiale e che all’Estonia e nel grande giro rientrano con il loro piazzamento “caratteristico”, il quinto posto. Naturalmente, per l’ex Ufficiale Citroen non c’era un obiettivo scritto, né ambizioso, in termini di risultati. Era ed è ben più importante sistemarsi di nuovo sul sedile e trovare la giusta lunghezza d’onda nel colloquio con la Macchina.

Tra i “bene”, a sorpresa e di grande interesse, il “benissimo” di Oliver Solberg, figlio di tanto padre Petter, nipote di tanto zio Henning e cugino di tanto Oscar che, a diciassette anni, è settimo assoluto alle spalle del mitico Markko Martin e vince l’Estonia delle R5 davanti non proprio agli ultimi arrivati cui rifila un abisso.

Mancava Paddon, parimenti rientrante in Finlandia con M-Sport. Ma forse sarebbe stato un po’ troppo, e magari “pericoloso”. Il neozelandese, intanto, continua a mantenersi tonico e, dall’altra parte del Mondo, vince Otago, Whangarei e South Canterbury, con John Kennard, che l’accompagnerà in Finlandia, e con la ben più avvenente Samantha Gray.

Pronti, o quasi, per il Finlandia. In dirittura anche i test pre Rally, poi il Rally più veloce del mondo è pronto al decollo. Primo week end di Agosto.

Intanto l’Estonia è sulla buona strada. Non vorrà mica sostituirsi, e magari anzi tempo, al di nuovo incerto, perché dicono non convincente, Safari Rally del Lago Naivasha nel calendario 2020 che non vuole uscire?

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