Riforma bollo auto: allo studio stangata sulle Euro 3

Riforma bollo auto: allo studio stangata sulle Euro 3
Pubblicità
Daniele Pizzo
Bollo legato alla classe ambientale. Ecco quella che sembra l'ultima ed ennesima cantonata della politica italiana
20 settembre 2017

Punti chiave

Si preoccupi chi possiede un'auto Euro 3, ovvero quel 25% circa degli automobilisti che non può cambiarla con una più recente, perché non gli conviene come magari un pensionato che la usa raramente o perché, come molti purtroppo, non ne ha semplicemente le possibilità economiche.

Sul tavolo della Commissione Ambiente del Senato c'è infatti una proposta, anticipata in giugno dal Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che vuole legare il costo del bollo auto alla classe ambientale del veicolo invece che alla potenza del veicolo come accade oggi.

In buona sostanza, a pagare di più sarebbe chi possiede un'auto Euro 0, 1, 2 e 3, anche se non è ancora chiaro quale dovrebbe essere il meccanismo di calcolo. Così chi possiede una vecchia Panda potrebbe trovarsi a pagare un bollo più salato di chi magari possiede una vettura premium di grossa cilindrata, con tanti saluti al principio garantito dall'articolo 53 della Costituzione sulla progressività delle tasse: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività». 

Tra l'altro, le vetture più anziane già oggi pagano di più: dal 2007 l’importo da pagare cresce infatti con l’età del veicolo ed è minore, a parità di potenza, per i veicoli di nuova produzione che emettono minori quantità di inquinanti. Il calcolo del bollo avviene infatti attraverso un coefficiente che tiene conto delle emissioni inquinanti secondo i livelli indicati dalle normative europee. 

Poiché sembra difficile che chi circoli oggi con una Euro 3 o precedente lo faccia per un vezzo edonistico, la notizia sta già provocando prevedibili malumori, anche perché pare che la misura potrebbe essere inserita già nella Legge di Bilancio 2018: «Questa ipotesi – spiega all'AdnKronos Laura Puppato, senatrice PD e componente della Commissione ambiente del Senato - rientra in una prima fase di avvio di un tipo di valutazione economica basata non sono sul Pil, ma anche sulla sostenibilità e sulla giustizia ambientale. Il 2017 è stato il primo anno in cui alcuni indicatori del Benessere Equo e Sostenibile sono entrati nella manovra finanziaria. La speranza è che questa iniziativa possa essere inserita nella Legge di Bilancio 2018», conclude la senatrice Puppato.

L'obiettivo dichiarato sarebbe quello di svecchiare il parco circolante italiano, che però, come abbiamo spiegato a più riprese su Automoto.it, è piuttosto uno dei più giovani d'Europa.

Argomenti

Pubblicità
Caricamento commenti...