Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
In occasione del Salone dell’Auto di Torino, Sabelt celebra la sua storica partnership con Ferrari portando in città una monoposto della Scuderia Ferrari HP, equipaggiata con cinture di sicurezza sviluppate dall’azienda torinese. Un simbolo di eccellenza e innovazione che racconta oltre cinquant’anni di collaborazione tra due marchi icona del Made in Italy.
"Da oltre mezzo secolo siamo orgogliosi di poter essere al fianco di un brand come Ferrari – ha sottolineato Giorgio Marsiaj, fondatore, presidente e Ceo di Sabelt –. Al Salone dell’Auto rinnoviamo questo legame celebrando l’eccellenza del Made in Italy e la continua ricerca della perfezione".
La sinergia tra le due realtà inizia negli anni ’70, quando le cinture Sabelt debuttano in Formula 1 a bordo delle monoposto di Maranello. Dai primi equipaggiamenti in pista fino ai sedili sportivi “tailor made” per le vetture stradali Ferrari, passando per l’abbigliamento tecnico dei piloti e i programmi dedicati alle competizioni GT, la collaborazione ha scritto pagine memorabili della storia del motorsport.
Un percorso che arriva fino ai giorni nostri, con le vittorie più recenti alla 24 Ore di Le Mans (2023, 2024 e 2025) conquistate dalla Ferrari 499P, anch’essa equipaggiata con soluzioni Sabelt. Oggi come allora, la missione dell’azienda torinese resta invariata: garantire massime prestazioni, comfort e sicurezza, sia in pista che su strada.
La presenza al Salone dell’Auto di Torino non è soltanto un’occasione celebrativa: si inserisce in un momento di rinnovata centralità del settore automotive italiano, che cerca di difendere il suo ruolo strategico a livello internazionale tra la transizione elettrica, le sfide tecnologiche e la concorrenza asiatica. Per Sabelt, essere partner di Ferrari non significa soltanto testimoniare un passato glorioso, ma anche riaffermare la capacità del tessuto industriale torinese di competere su scala globale, con soluzioni che combinano innovazione, design e sicurezza.
A sottolineare la portata di questo anniversario è Massimiliano Marsiaj (vicepresidente di Sabelt) e, in occasione del Salone di Torino, lo abbiamo incontrato per ripercorrere mezzo secolo di collaborazione con la Casa di Maranello, tra sfide, innovazioni e traguardi condivisi
"Cinquanta anni sono un bel traguardo – racconta –. Non si tratta soltanto di una lunga fornitura, ma di un rapporto molto forte e consolidato, che parte dalle corse e arriva fino al primo equipaggiamento delle auto stradali. Dalla Formula 1 alla 24 Ore di Le Mans, Sabelt è sempre stata presente con un ruolo chiave: offrire il massimo della sicurezza a una scuderia che rappresenta l’eccellenza mondiale».
Un rapporto che non si è limitato alla fornitura, ma che ha visto Ferrari spingere costantemente l’azienda torinese a superare i propri limiti. Marsiaj ricorda con emozione l’epoca di Michael Schumacher: "Fu lui a chiedere lo sviluppo della cintura più leggera al mondo, curando ogni dettaglio. Quel lavoro di ricerca continua ci ha permesso di creare soluzioni che ancora oggi usiamo, persino per piloti come Lewis Hamilton, con il quale abbiamo recentemente sviluppato una nuova fibbia".
L’innovazione, però, non riguarda soltanto le cinture di sicurezza. Negli ultimi tre anni, le cinture e le tute Sabelt hanno contribuito alle vittorie Ferrari alla 24 Ore di Le Mans, con equipaggi come Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e Robert Kubica. "Al centro rimane sempre la sicurezza – spiega Marsiaj –. Noi ci raccontiamo come un’azienda spinta dalla tecnologia e dalla sicurezza: sono le nostre fondamenta".
Il trasferimento di know-how dalla pista alla strada è il valore aggiunto della partnership: "Abbiamo sviluppato un sedile in carbonio che ha permesso di ridurre di 8 kg ciascun sedile sulle Ferrari stradali, quindi 16 kg complessivi. È lo stesso approccio che Ferrari chiede ai suoi partner: portare la leggerezza, l’ergonomia e le soluzioni estreme delle corse nella produzione di serie".
Questa filosofia, sottolinea Marsiaj, è parte integrante dello storytelling Ferrari: "Dal cambio sequenziale ai freni carboceramici, tante innovazioni sono nate nelle corse e poi trasferite sulle vetture stradali. Noi siamo orgogliosi di poter contribuire a questo processo, con la consapevolezza che dietro ogni dettaglio c’è una storia di ricerca, prove e sacrifici".
Alla domanda se un giorno Sabelt racconterà queste vicende in un libro, Marsiaj sorride: "Abbiamo visto tante cose, dai test di Formula 1 alle vetture sviluppate in segreto, ma il nostro ruolo è quello di fornitori e partner. Lasciamo che siano Ferrari e i suoi uomini a scrivere i libri: loro hanno storie molto più belle da raccontare".
Un’affermazione che ben riassume lo spirito dell’azienda: discrezione, competenza e una visione chiara, dove la tecnologia non è mai fine a sé stessa, ma strumento per garantire la sicurezza e la performance di chi guida.