Sedotta ed abbandonata: Kazoo chiude Brumbrum!

Sedotta ed abbandonata: Kazoo chiude Brumbrum!
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Si consuma la parabola della stat up emiliana, che voleva essere la Amazon delle quattro ruote. Se ne occuperà il nuovo Governo?
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
26 settembre 2022

Una brutta storia di turbo-capitalismo legato al mondo di Internet, capace di generare grandi ricchezze ed alte aspettative e di bruciare tutto nell'arco di pochi mesi.

Ne sono bastati solo otto a Brumbrum, una delle start up italiane più brillanti, per passare dal Paradiso all'Inferno, e trascinare nel vortice anche i circa 180 dipendenti.

A gennaio scorso Brumbrum, fondata nel 2016 dall’imprenditore reggiano Francesco Banfi, era stata acquisita da Cazoo, il marchio inglese attivo nel campo della vendita on line di vetture, che puntava ad allargare la sua sfera d'attività in tutta Europa, assorbendo company con la stessa mission.

Brumbrum era un bocconcino succulento: in cinque anni di attività aveva raccolto trenta milioni di euro di investimenti e nel 2021 ne aveva incassati altri 65 grazie ad una felice operazione di rivalutazione del parco auto, che dal grande impianto di Mancasale, alla periferia di Reggio Emilia, venivano consegnate a casa dei clienti, mentre nel contempo esplorava possibili espansioni nel campo delle vetture a KM 0 e del noleggio a lungo termine.

Ce n'era quindi abbastanza per attirare l'attenzione di Chesterman, fondatore e ceo di Cazoo, che con una trattativa lampo si è assicurato a fine 2021 l'azienda italiana, per una somma vicina agli 80 milioni di euro.

C'erano tutte le premesse per un matrimonio felice: Kazoo, fondata a Londra nel 2018, nella scorsa estate si è quotata a Wall Street, arrivando ad essere valutata circa 7 miliardi di dollari; in Italia, dopo aver chiamato al timone un ex manager di Amazon, Tommaso Debenedetti, ha provveduto a cambiare la ragione sociali in Kazoo Italia, assumendo personale e promuovendo il marchio con la sponsorizzazione del Bologna Calcio; sulle maglie rossoblù, infatti, spicca il nome dell'azienda, anche a dispetto delle facili ironie legate all'assonanza con un termine identificativo di parti anatomiche maschili spesso utilizzate nei cori di dileggio da parte dei tifosi...

Poi, all'improvviso, dalla luna di miele si è passati al dramma: chiuso il primo semestre di attività con una perdita di 243 milioni di sterline su 668 milioni di ricavi, Cazoo ha annunciato l’avvio di una fase di rimodulazione delle attività in Europa; in soldoni, ritirata strategica e ripiegamento sul solo mercato interno. 

L’azienda ha comunicato la chiusura di tutte le sedi oltremanica: una mossa presa malissimo dagli investitori, che ha portato il titolo a perdere a Wall Street quasi tutto il suo valore, scendendo a soli 6 dollari e mezzo per azione, oltre il 90% in meno rispetto a pochi mesi fa.

Nel frattempo, ai dipendenti italiani, circa 180, sono state recapitate le lettere di notifica dell'avvio della procedura di licenziamento: per due mesi e mezzo Cazoo Italia pagherà ancora gli stipendi, poi bye bye.

La vicenda potrebbe finire sul tavolo del prossimo Ministro del Lavoro: una vertenza che sarà il banco di prova delle capacità del Governo appena indicato dal verdetto delle urne.

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