Shell: acquisita da Q8 la rete di distribuzione italiana

Shell: acquisita da Q8 la rete di distribuzione italiana
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Si è conclusa l'acquisizione da parte del Gruppo Q8 delle attività di distribuzione di carburanti di Shell in Italia. Sul territorio nazionale la rete Shell diverrà quindi Q8
2 luglio 2014

Si è conclusa nella giornata di lunedì 30 giugno l'acquisizione da parte del Gruppo Q8 delle attività di distribuzione di carburanti di Shell in Italia. La rete della Conchiglia diverrà quindi sul territorio nazionale della doppia vela.

«E’ un’operazione di cui siamo molto orgogliosi: dà un nuovo assetto al mercato petrolifero nazionale ed è un’ulteriore significativa tappa della storia del Gruppo Q8 che, a 30 anni dal suo ingresso in Italia, diventa oggi il secondo operatore del mercato petrolifero, dopo ENI. La nostra rete passa da 2700 a circa 3500 punti vendita e diventa più  capillare, sostenibile ed innovativa, a tutto vantaggio dei consumatori e del sistema». Così commenta l’acquisizione Alessandro Gilotti, Presidente ed AD della Kuwait Petroleum Italia S.p.A.

«L’operazione - ha continuato Gilotti - è coerente con la nostra storia e ha una valenza strategica, confermando  la volontà del nostro azionista, una National Oil Company (NOC), di espandersi nei mercati finali di prodotti  petroliferi».

«L’acquisizione - ha aggiunto Gilotti - è un segno di grande fiducia del Gruppo Q8 nel Paese, al cui futuro guardiamo con ottimismo ed alla cui crescita vogliamo contribuire attivamente. Ci auguriamo che questo segnale possa essere  colto appieno dai decision makers e dall’opinione pubblica. Rappresenta, infatti, un contributo concreto a quella  ripresa degli investimenti internazionali, che tutti auspicano».

«Insomma - ha concluso Gilotti - questa operazione è una grande opportunità anche per il Paese riguardando aspetti cruciali della vita dei cittadini come l’energia e la mobilità. Per questo è importante un concreto impegno delle Istituzioni ad attuare riforme e misure capaci di rimuovere quei vincoli che ancora penalizzano il settore petrolifero italiano».

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