Stellantis affonda in rosso: dazi USA e ristrutturazioni bruciano oltre 3 miliardi di euro nel primo semestre

Stellantis affonda in rosso: dazi USA e ristrutturazioni bruciano oltre 3 miliardi di euro nel primo semestre
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Il gruppo automobilistico ha registrato una perdita netta di 2,3 miliardi di euro nella prima metà del 2025. Decisivo l’impatto delle tariffe imposte dagli Stati Uniti: bruciati 348 milioni di dollari. Le consegne in Nord America crollano del 25%.
24 luglio 2025

Il 2025 non è iniziato nel migliore dei modi per Stellantis e, come riportato dal Wall Street Journal, il colosso dell’auto nato dalla fusione tra FCA e PSA ha subito una perdita netta di 2,3 miliardi di euro nel primo semestre dell’anno. A pesare sono stati soprattutto i dazi imposti dagli Stati Uniti sulle auto importate, che da soli hanno causato un impatto negativo pari a circa 350 milioni di dollari (300 milioni di euro). 

Secondo i dati preliminari diffusi lunedì dall’azienda – in anticipo rispetto alla pubblicazione del bilancio completa prevista per la prossima settimana – i ricavi sono scesi a 74,3 miliardi di euro, contro gli 85 miliardi dello stesso periodo del 2024. Solo un anno fa, Stellantis registrava un utile netto di 5,62 miliardi di euro. Le aspettative degli analisti, secondo un sondaggio condotto da FactSet, erano per un utile di 1,24 miliardi: uno scarto che ha spinto l’azienda a pubblicare in anticipo le cifre per gestire la reazione dei mercati.

Il colpo più duro è arrivato dagli Stati Uniti, dove i dazi sulle auto, entrati in vigore ad aprile sotto la presidenza Trump, hanno costretto Stellantis a sospendere la guidance per l'intero anno e a rivedere la propria catena di approvvigionamento. Secondo l’azienda, le tariffe hanno causato ritardi e blocchi nella produzione, con la perdita di circa 109.000 unità consegnate in Nord America nel secondo trimestre, un calo del 25% rispetto al 2024.

A livello globale, le spedizioni sono diminuite a 1,45 milioni di veicoli, contro 1,54 milioni dell'anno precedente. In Europa, la flessione è stata del 6%, a causa della fase di transizione tra i vecchi modelli e i nuovi, alcuni dei quali entreranno in produzione solo nella seconda metà del 2025.

Ristrutturazioni, tagli e investimenti in bilico

Nel bilancio pesa anche una lunga serie di oneri straordinari: 3,3 miliardi di euro tra ristrutturazioni, adeguamenti produttivi e accantonamenti vari. L’azienda ha inoltre bruciato 2,3 miliardi di euro in liquidità nel semestre, una dinamica che secondo gli analisti di UBS difficilmente sarà compensata nella seconda metà dell’anno.

È probabile che Stellantis distribuisca un dividendo molto basso quest’anno, forse anche nullo”, ha dichiarato Patrick Hummel, analista di UBS, “poiché la priorità sarà garantire la stabilità del bilancio”.

Questi sono i primi risultati sotto la guida di Antonio Filosa, il nuovo CEO nominato a maggio dopo l’uscita di Carlos Tavares. Filosa, in azienda da 25 anni, ha già avviato un profondo riassetto del management e abbandonato il programma dedicato ai veicoli a idrogeno, preferendo concentrare gli sforzi sull’elettrificazione convenzionale.

La speranza del gruppo è che la seconda metà del 2025 segni una ripresa, grazie all’arrivo di nuovi modelli in Europa e a una possibile riorganizzazione della produzione per mitigare l’effetto dei dazi. Ma al momento, la realtà è che Stellantis sta affrontando la più difficile congiuntura economica dalla sua nascita, schiacciata tra politiche protezionistiche, transizione elettrica e incertezze globali.

 

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