Trump sigla un accordo sui dazi con il Giappone: boom delle azioni auto dopo l’intesa da 550 miliardi

Trump sigla un accordo sui dazi con il Giappone: boom delle azioni auto dopo l’intesa da 550 miliardi
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Il Giappone riesce a trattare con i dazi di Trump
23 luglio 2025

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha raggiunto un accordo commerciale con il Giappone che prevede un drastico taglio dei dazi sulle auto e scongiura l’introduzione di nuove tariffe punitive su altri beni giapponesi. In cambio, Tokyo si impegna a mobilitare un pacchetto di investimenti e prestiti negli Stati Uniti da 550 miliardi di dollari.

L’intesa, presentata da Trump come “il più grande accordo commerciale della storia”, segna una svolta nei rapporti commerciali bilaterali ed è destinata ad avere forti ripercussioni geopolitiche ed economiche, a partire dal comparto automobilistico.

Il punto centrale dell’accordo è la riduzione dei dazi sulle auto giapponesi importate negli USA, che passano dal 27,5% al 15%. Anche le tariffe previste dal 1° agosto su altri beni giapponesi, che sarebbero dovute salire al 25%, verranno contenute al 15%.

La notizia ha fatto volare la Borsa di Tokyo: il Nikkei ha guadagnato quasi il 4%, toccando i massimi da un anno. In particolare, Toyota ha registrato un balzo di oltre il 14% e Honda ha guadagnato quasi l’11%.

Investimenti e filiere strategiche

L’accordo include anche un massiccio pacchetto di investimenti e, secondo il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, le istituzioni governative nipponiche garantiranno prestiti e finanziamenti per 550 miliardi di dollari destinati a rafforzare la presenza delle imprese giapponesi negli Stati Uniti, soprattutto in settori chiave come farmaceutica e semiconduttori.

Ishiba ha sottolineato che l’intesa non sacrifica l’agricoltura giapponese, pur prevedendo un aumento delle importazioni di riso statunitense nell’ambito degli accordi esistenti. Secondo i dati del Census Bureau, nel 2024 il commercio bilaterale ha raggiunto i 230 miliardi di dollari, con il Giappone in surplus per circa 70 miliardi: è il quinto partner commerciale degli USA per volume di scambi.

Se il mondo economico e finanziario giapponese ha accolto l’accordo con entusiasmo – il vicepresidente della Banca del Giappone ha parlato di “grande progresso” – le reazioni negli Stati Uniti sono state più sfumate. L’American Automotive Policy Council, che rappresenta General Motors, Ford e Stellantis, ha criticato duramente l’intesa: “Un accordo che impone tariffe più basse alle importazioni dal Giappone – che hanno pochissimi contenuti americani – rispetto ai veicoli prodotti in Nord America con componenti USA è un pessimo affare per l’industria e i lavoratori americani”, ha dichiarato il presidente Matt Blunt.

 

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"Missione compiuta": l’entusiasmo giapponese

Il capo negoziatore giapponese Ryosei Akazawa ha commentato l’intesa con un entusiasta "#MissionComplete" sul social X (ex Twitter), dopo l’incontro con Trump alla Casa Bianca. Secondo Akazawa, il Giappone si impegnerà anche a eliminare alcuni test di sicurezza che ostacolavano l’importazione di auto statunitensi.

In un curioso dietro le quinte, una foto pubblicata da Dan Scavino, assistente di Trump, ha mostrato il documento “Japan Invest America” firmato dai leader, con la cifra originaria di 400 miliardi corretta a mano in 500 – un segno della trattativa ancora in corso fino all’ultimo momento.

Il Giappone è oggi il primo investitore straniero negli USA, con una posizione netta di 819 miliardi di dollari a fine 2024. L’accordo siglato rappresenta non solo un’intesa economica, ma anche un tassello strategico nella competizione globale per la sicurezza delle filiere industriali e delle forniture tecnologiche.

Alla Casa Bianca, Trump ha ribadito l’interesse per una joint venture con Tokyo per un gasdotto in Alaska, e ha annunciato che delegazioni dell’Unione Europea sono attese a Washington per negoziare accordi simili.

L’amministrazione statunitense è al lavoro per chiudere nuove intese prima del 1° agosto, data in cui potrebbero scattare nuovi dazi generalizzati su scala globale. Al momento, bozze di accordo sono già state annunciate con Regno Unito, Vietnam, Indonesia e Cina, anche se mancano ancora dettagli concreti.

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