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Mentre in Italia il futuro dell’industria automobilistica è ancora oggetto di trattative e incertezze, Stellantis accelera altrove. Il colosso dell’auto ha annunciato un imponente piano di espansione del proprio impianto di Kenitra, in Marocco, dove la capacità produttiva passerà da 200.000 a 535.000 veicoli all’anno nei prossimi mesi. L’investimento, pari a 1,2 miliardi di euro, è stato svelato durante l’inaugurazione ufficiale della nuova linea, alla presenza del primo ministro marocchino Aziz Akhannouch.
Il rafforzamento dell’impianto marocchino si concentrerà soprattutto sulla mobilità elettrica, con un incremento della produzione di veicoli a batteria da 20.000 a 70.000 unità. Fra i modelli coinvolti figurano city car ultracompatte come la Citroën Ami, l’Opel Rocks-e e la nuova Fiat Topolino — simboli di un nuovo approccio urbano all’elettrico, ma tutti assemblati fuori dai confini italiani.
Oltre a questi veicoli, Stellantis ha annunciato la produzione a Kenitra anche di motori ibridi e veicoli a tre ruote, evidenziando un piano industriale ampio e articolato per il mercato africano e per l’export.
Secondo il ministro marocchino dell’industria, Ryad Mezzour, l’espansione contribuirà a far superare al Marocco il traguardo del milione di veicoli prodotti all’anno, confermando il paese come hub strategico per il settore automotive globale. Attualmente, oltre a Stellantis, anche Renault possiede due stabilimenti nel Paese, e sono già presenti numerosi fornitori di componenti.
Il piano prevede anche un aumento della localizzazione della componentistica al 75% entro il 2030, rispetto al 69% attuale, un dato che testimonia la volontà di creare una filiera integrata e autonoma.
Mentre Stellantis investe massicciamente in Nord Africa, nel nostro Paese si attende ancora un piano chiaro da parte del gruppo guidato da Carlos Tavares. Le discussioni tra governo e vertici aziendali su nuovi modelli da produrre negli stabilimenti italiani — da Mirafiori a Melfi, da Pomigliano a Cassino — si trascinano da mesi, con promesse di rilancio ma pochi dettagli concreti.
Il governo italiano ha chiesto a Stellantis di mantenere la produzione a un livello minimo di circa 1 milione di veicoli all’anno nel Paese, ma la soglia è lontana. E intanto, modelli “italiani” come la Fiat Topolino o la Fiat 600e vengono realizzati in Marocco e in Polonia.
L’investimento in Marocco conferma che Stellantis guarda con decisione verso i mercati emergenti e verso aree produttive più competitive in termini di costi. Una strategia industriale che ha una sua logica economica, ma che solleva interrogativi profondi sul futuro dell’occupazione e dell’innovazione in Italia.
In un momento in cui l’Europa spinge sulla transizione elettrica, e in cui gli incentivi pubblici — anche in Italia — sostengono la domanda di EV, l’assenza di investimenti significativi nel nostro Paese rischia di farci perdere un passaggio cruciale della trasformazione industriale.
L’Italia resta, per ora, il paese delle promesse e delle trattative in corso. Il Marocco, invece, si consolida come la nuova fabbrica elettrica del Mediterraneo.