Taxi: antitrust bacchetta operatori di Milano e Roma. Limitano la concorrenza

Taxi: antitrust bacchetta operatori di Milano e Roma. Limitano la concorrenza
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Irregolari le clausole di esclusiva a cui sono costretti i tassisti. Per il momento niente multa, ma entro 120 giorni dovranno mettersi in regola
10 luglio 2018

Punti chiave

Gli accordi che i maggiori operatori dei servizi taxi, cooperative e società, sottopongono agli autisti a Roma e Milano, «costituiscono reti di intese verticali restrittive della concorrenza in violazione dell’articolo 101 del TFUE». 

E' quanto ha sentenziato l'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato al termine di un'istruttoria aperta su segnalazione di Mytaxi lo scorso anno, la quale però non ha disposto alcuna sanzione nei loro confronti, almeno per il momento.

Secondo l'AGCM a violare le norme sulla concorrenza sono le clausole di esclusiva contenute negli accordi tra operatori e tassisti aderenti. Questi ultimi, infatti, sono costretti ad operare in regime di esclusiva: «L’Autorità ha verificato che tali clausole sono idonee a determinare un consistente e duraturo effetto di chiusura del mercato della raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi a Roma e Milano, ostacolando l’accesso a nuovi operatori che adottano un diverso e innovativo modello di business, come Mytaxi, e, più in generale, la concorrenza tra piattaforme chiuse (come i radiotaxi) e aperte. L’Autorità ha inoltre verificato che la presenza delle clausole di esclusiva non ha alcuna giustificazione di natura giuridica o economica», spiega una nota dell'authority.

Gli operatori interessati dal provvedimento sono Radiotaxi 3570 - Società Cooperativa, Cooperativa Pronto Taxi 6645 - Società Cooperativa, Samarcanda - Società Cooperativa di Roma e Taxiblu Consorzio Radiotaxi Satellitare Società Cooperativa, Yellow Tax Multiservice S.r.l. e Autoradiotassì Società Cooperativa di Milano.

Entro 120 giorni dovranno comunicare al Garante le iniziative che intendono adottare per rimuovere le clausole di esclusiva che, secondo il giudizio dell'autorità, limitano la concorrenza.

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