Tesla: il dossier di "The Guardian" è una bomba: incendi, crash e accelerate senza motivo

Tesla: il dossier di "The Guardian" è una bomba: incendi, crash e accelerate senza motivo
Pubblicità
Il quotidiano britannico solleva dubbi su ciò che è contenuto davvero nelle scatole nere di Tesla e di come vengano usati (o messi a disposizione) questi dati
7 luglio 2025

Mentre il tycoon Elon Musk fonda un nuovo partito e si scaglia contro Donald Trump, il quotidiano inglese The Guardian mette insieme i pezzi di un puzzle in un dossier tratto da un libro di Sönke Iwersen and Michael Verfürden (The Tesla Files) che mette in luce una realtà molto inquietante. Le Tesla, quelle stesse auto che dovrebbero rappresentare il futuro della mobilità, nascondono un segreto oscuro: migliaia di incidenti inspiegabili, vittime intrappolate nelle fiamme e una montagna di dati che l'azienda si rifiuta di condividere. È un saggio lunghissimo che qui riassumiamo, ma che merita di essere approfondito non tanto per i "segreti" o cosiddetti tali che la Casa americana custodisce, ma per ragionare sui metodi con cui i dati che arrivano dalle auto connesse possono  (o dovrebbereo) essere utilizzati 

Ossessione estetica

La storia inizia con un dettaglio apparentemente insignificante: le maniglie delle porte. Musk, nella sua maniacale attenzione al design, ha voluto maniglie che si ritraggono nella carrozzeria durante la guida. Un tocco futuristico che dovrebbe impressionare, ma che si è rivelato una trappola mortale. Dal 2018, questo "dettaglio estetico" è stato collegato ad almeno quattro incidenti fatali in Europa e Stati Uniti, con cinque vittime che sono letteralmente bruciate vive perché i soccorritori non riuscivano ad aprire le porte.

Il caso più tragico? Due diciottenti tedeschi, morti carbonizzati nei sedili posteriori della loro Tesla dopo un impatto contro un albero. I soccorritori non riuscivano ad aprire le porte perché le maniglie erano ritratte. Un esperto della Dekra ha concluso che si trattava di un "malfunzionamento decisivo" nella morte dei ragazzi. Eppure, Tesla non ha intenzione di cambiare il design.

I File Tesla: impenetrabili, tranne quella volta che...

Tesla - lo sappiamo tutti - è stato il primo costruttore nella storia dell'auto ad avere tutte le auto connesse ad una centrale che riversano dati geografici, video e di movimento in un data center. Nulla è mai emerso in proposito, a parte quella volta in cui si venne a sapere da ex dipendenti intervistati dalla Reuters che condividevano negli uffici filmati imbarazzanti o sensibili di clienti.

Ma ecco che  un "whistleblower", altro ex dipendente Tesla contatta il quotidiano tedesco Handelsblatt il quale pubblica 23.000 documenti riservati e 100 gigabyte di dati confidenziali che raccontano la verità: i "Tesla Files" rivelano oltre 2.400 reclami di clienti per accelerazioni indesiderate, più di 1.500 problemi di frenata, e oltre 1.000 incidenti documentati. Storie di famiglie terrorizzate: "Dopo aver lasciato mio figlio a scuola, mentre uscivo dal parcheggio, l'auto è schizzata in avanti improvvisamente". Un'altra testimonianza agghiacciante: "Oggi, mentre mia moglie guidava con il nostro bambino, l'auto ha improvvisamente accelerato dal nulla".

Il Gande laboratorio stradale di Musk

Perché Tesla raccoglie dati?  Musk è lungimirante: aveva capito già molti anni fa che i sistemi di guida autonomi e le assitenze alla guida non si possono sperimentare solo nei laboratori, ma serve una enorme quantità di casi diversi per "allenare" gli algoritmi a riconoscere e gestire tutte le situazioni e così secondo il quitidiano inglese ha compreso tutte le strade pubbliche come una estensione del suo laboratorio privato, con un approccio spietato: rilasciare prodotti "in beta", come si fa con i software, studiando quel che fanno i i clienti nel testare sistemi non ancora perfezionati. Il mondo intero è diventato il suo esperimento. La promessa della guida autonoma è il cuore pulsante della Tesla, ma è anche la sua più grande bugia. Musk continua a vendere il "Full Self-Driving" come se fosse realtà, quando in realtà è un sistema di assistenza che richiede costante attenzione umana, anche se non tutti l'hanno capito, e leggono il giornale in autostrada. E hanno pure pagato migliaia di euro per questa illusione.

I dati compaiono e scompaiono nel nulla 

Il vero scandalo dei Tesla Files emerge quando le autorità o le famiglie indagano nei casi di morte. Rita Meier ha perso suo marito Stefan in un incidente inspiegabile sull'autostrada A2, vicino al tunnel del Monte Ceneri. L'auto ha attraversato diverse barriere, si è capovolta più volte e ha preso fuoco mentre era ancora in aria. I testimoni hanno tentato disperatamente di salvare Stefan, ma non riuscivano ad aprire le porte. Quando i vigili del fuoco sono arrivati, 20 minuti dopo, hanno potuto solo guardare la Tesla bruciare. Tesla ha rilasciato la solita dichiarazione di circostanza, promettendo "piena collaborazione". Ma quando Rita ha chiesto i dati dell'auto, la risposta è stata sconcertante: "Non ci sono dati disponibili". Come è possibile che un'auto che Musk definisce "computer su ruote" non abbia registrato nulla di un incidente così drammatico?

La scatola nera funziona oppure no?

I ricercatori dell'Università Tecnica di Berlino hanno hackerato i sistemi Tesla, scoprendo una realtà allarmante. Hanno trovato persino una "Modalità Elon" nascosta, che permette alla macchina di guidare completamente da sola senza richiedere le mani sul volante. Ma soprattutto, hanno scoperto che Tesla raccoglie dati in tre luoghi diversi, e che questi dati dovrebbero essere automaticamente trasmessi ai server dell'azienda in caso di incidente. Allora perché, in così tanti casi fatali, Tesla sostiene di non avere dati? La risposta è agghiacciante: l'azienda decide unilateralmente cosa è "rilevante" e cosa no. Quando le autorità tedesche hanno chiesto i dati di un altro incidente mortale, Tesla ha risposto che non c'erano "dati rilevanti". Non "nessun dato", ma "nessun dato rilevante". La differenza è fondamentale.

La disconnessione dell'FSD

L'NHTSA americano (agenzia per la sicurezza stradale) ha scoperto un comportamento sospetto: in 16 casi di Tesla che si sono schiantate contro veicoli di emergenza fermi, l'autopilot si è disattivato "meno di un secondo prima dell'impatto". Troppo poco tempo perché il guidatore possa reagire. Un trucco che potrebbe permettere a Tesla di sostenere in tribunale che l'autopilot non era attivo al momento dell'incidente.

Il mondo (forse) non basta

Musk vanta che la sua flotta trasmette oltre 160 miliardi di fotogrammi video al giorno ai server Tesla. Sostiene che ogni Tesla fa parte di una rete neurale collettiva, e quando serve per il marketing, i dati ci sono eccome. Quando uno squilibrato americano ha fatto esplodere un Cybertruck davanti al Trump Hotel di Las Vegas, Musk ha subito analizzato tutti i dati, offrendo conclusioni dettagliate in poche ore. Ma quando muore un cliente in circostanze inspiegabili, improvvisamente il Data Center si fa reticente.

La fiducia tradita

Torniamo a noi: io mi fido della mia auto e di quel che so fare con lei. Conosco anche i suoi piccoli difetti (e i miei: per esempio non tengo sempre entrambe le mani sul volante e i sistemi di guida Lev 2 se ne accorgono). Però confido che le auto intorno a me non siano una minaccia. Ma questa fiducia regge ancora quando l'auto si guida da sola ma al momento buono i dati non ci sono? Quando scopriamo che oltre 8 milioni di Tesla condividono le nostre strade, equipaggiate con sistemi che i loro stessi ingegneri definiscono "Beta"?

Il prezzo del silenzio

Tesla non ha mai risposto alle domande che gli autori del libro "Tesla Files" hanno fatto sui casi Meier e Schuster. Non ha mai spiegato cosa significa quando un incidente fatale viene marcato come "risolto" nei loro sistemi interni. Non ha mai chiarito perché si rifiuta di pubblicare i dati degli incidenti, come Musk aveva promesso di fare. E mentre l'azienda continua a vendere il sogno della guida autonoma, le famiglie delle vittime continuano a cercare risposte che potrebbero non arrivare mai. Mentre leggete questo articolo, circa 8 milioni di Tesla stanno raccogliendo dati sulle strade di tutto il mondo. Sanno dove andate, come guidate, cosa fate. Ma quando avete bisogno di quei dati per capire perché un vostro caro è morto, improvvisamente la scatola nera si trasforma in quello che è sempre stata: un buco nero dell'informazione, controllato da Tesla.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese
Pubblicità
Tesla Model Y
Tutto su

Tesla Model Y

Tesla

Tesla
Piazza Gae Aulenti, 4
Milano (MI) - Italia
02 94753521
EUSales@tesla.com
https://www.tesla.com/it_it

  • Prezzo da 45.974
    a 53.974 €
  • Numero posti 5
  • Lunghezza 479 cm
  • Larghezza 198 cm
  • Altezza 162 cm
  • Bagagliaio
  • Peso da 1.976
    a 2.072 Kg
  • Carrozzeria Suv e Fuoristrada
Tesla

Tesla
Piazza Gae Aulenti, 4
Milano (MI) - Italia
02 94753521
EUSales@tesla.com
https://www.tesla.com/it_it