Tesla in Europa, la luna di miele è finita?

Tesla in Europa, la luna di miele è finita?
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Il marchio di Musk perde terreno tra Cina, con BYD che sta prendendo il sopravvento
3 settembre 2025

Da otto mesi le vendite Tesla in Europa scivolano, mentre BYD vola e i costruttori tradizionali rilanciano modelli nuovi. Tra polemiche politiche, prezzi tagliati e un’offerta sempre più datata, l’ex regina dell’elettrico non sembra più intoccabile.

Da anni Tesla era sinonimo di auto elettrica in Europa: bella dentro, tecnologica e con quello status symbol che faceva girare la testa a chiunque. Oggi, però, l’aria è cambiata. Le immatricolazioni continuano a crollare: -47,3% in Francia, -84% in Svezia, -50% in Olanda, -42% in Danimarca e persino un -4,4% in Italia. Solo in Spagna, Portogallo e Norvegia il marchio si concede qualche sorriso, ma più che un segnale di rinascita sembra la classica fiammata estiva.

Intanto la concorrenza cinese, BYD in testa, corre a ritmi di una start-up, con numeri che fanno sembrare Tesla quasi una comparsa. E la Model Y, l’ultima vera novità del brand?: gli altri hanno riempito il mercato di SUV elettrici tutti nuovi e decisamente più aggiornati.

Quando Musk pesa più delle batterie

A complicare il quadro, ci si mette anche Elon Musk, ormai più polarizzante delle sue auto. Tra endorsement politici imbarazzanti e dichiarazioni da reality show, oltre metà dei potenziali clienti ammette di pensarci due volte prima di comprare una Tesla.

Come se non bastasse, i tagli di prezzo hanno trasformato il marchio da “oggetto del desiderio” a protagonista del mercato dell’usato low cost: le Model Y di seconda mano hanno perso il 41% di valore in due anni e le vendite sono esplose del 270% solo a luglio.

Nel frattempo Musk continua a ribadire che “non ci sono problemi di volumi in Europa”, ma il suo mantra suona più come autoironia involontaria che come rassicurazione. Una cosa è certa: la rivoluzione elettrica continua, ma Tesla rischia seriamente di restare spettatrice della partita che aveva iniziato, lasciando il palcoscenico a BYD e ai costruttori tradizionali che hanno saputo rinnovarsi più in fretta.

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