Trump firma i nuovi dazi: in vigore dal 7 agosto. Colpite Europa, Canada e Svizzera

Trump firma i nuovi dazi: in vigore dal 7 agosto. Colpite Europa, Canada e Svizzera
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Le nuove tariffe entreranno ufficialmente in vigore dal 7 agosto 2025, aprendo un nuovo capitolo nella guerra commerciale americana in piena campagna per le presidenziali
1 agosto 2025

Con un ordine esecutivo firmato il 31 luglio, Donald Trump ha confermato l’introduzione di nuovi dazi doganali su una vasta gamma di prodotti importati, colpendo duramente l’Unione Europea e altri importanti partner commerciali.

Il provvedimento arriva mentre l'accordo commerciale tra UE e Stati Uniti è ancora in fase di definizione. Nonostante i tentativi di mediazione portati avanti dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen – culminati in un vertice in Scozia con lo stesso Trump – Washington ha confermato una tariffa del 15% su beni europei strategici, tra cui:

  • Automobili

  • Semiconduttori

  • Prodotti farmaceutici

  • Agroalimentare

Il provvedimento ricalca quanto discusso nel vertice, senza sorprese né clamorosi dietrofront, ma conferma la linea dura della Casa Bianca, alimentando le tensioni con Bruxelles. Tuttavia, per le merci spedite via nave, le tariffe non entreranno in vigore prima del 5 ottobre, un’eccezione tecnica che concede tempo a fornitori e importatori.

Canada, Svizzera e altri Paesi nel mirino

Se l’Europa si aspettava le nuove tariffe, altre nazioni sono state colpite con aumenti inaspettati e penalizzanti:

  • Canada: dazio aumentato dal 25% al 35%, ufficialmente per la “mancanza di cooperazione e le ritorsioni di Ottawa”. Secondo analisti, si tratta anche di una rappresaglia politica per il riconoscimento canadese dello Stato di Palestina.

  • Svizzera: tariffa portata al 39%, ben oltre il 25% annunciato ad aprile durante il "Liberation Day".

  • Regno Unito: dazi al 10%.

  • Giappone e Corea del Sud: tariffe del 15%.

  • India: confermato il dazio al 25%.

  • Taiwan: tariffa ridotta al 20%.

Anche il Brasile finisce nel mirino: pur mantenendo il dazio generale al 10%, un ulteriore 40% è stato imposto su alcune categorie di beni, in un chiaro attacco al presidente Lula, colpevole – secondo Trump – di voler colpire Bolsonaro attraverso la magistratura. Il Messico ottiene, invece, un rinvio di 90 giorni, in attesa di chiudere i negoziati ancora in corso.

Nell’ordine esecutivo, la Casa Bianca stabilisce che tutti i beni importati da Paesi non elencati in specifiche eccezioni saranno soggetti a un dazio del 10%, mentre per 92 nazioni – tra cui UE, India, Giappone, Svizzera – si applicano tariffe superiori. La più alta riguarda la Siria, con una tassa d’ingresso del 41%.

L'amministrazione Trump ha introdotto un ulteriore dazio del 40% su beni ritenuti “trasbordati”: si tratta di prodotti realizzati in un Paese, poi trasformati in un altro e successivamente spediti negli Stati Uniti. La misura mira a contrastare strategie di elusione tariffaria, specie da parte di aziende cinesi e sudamericane.

Le nuove tariffe rischiano di avere forti ripercussioni su settori chiave per l’economia europea, in particolare sull’automotive tedesco e italiano, che esporta negli Stati Uniti una quota rilevante della sua produzione di fascia alta. Preoccupazioni crescono anche per semiconduttori e farmaceutica, ambiti cruciali per la competitività industriale dell’Europa.

La firma dell’ordine esecutivo segna l’ennesimo colpo di scena della presidenza Trump, che con queste mosse rafforza la propria immagine protezionista in vista delle elezioni, ma rischia di innescare ritorsioni commerciali e tensioni geopolitiche a catena.

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