Uber, servizio bloccato a Londra. Ci saranno problemi in altre città?

Uber, servizio bloccato a Londra. Ci saranno problemi in altre città?
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  • di Maurizio Gissi
La capitale inglese non rinnova la licenza ai taxi Uber. Motivo: violazione delle regole di sicurezza per i passeggeri. La società americana ha 21 giorni per fare ricorso. Ci saranno problemi anche in altre città?
  • di Maurizio Gissi
26 novembre 2019

Il popolare servizio di noleggio vetture con conducente gestito dalla App di Uber, alternativa ai taxi tradizionali, non sarà più autorizzato a Londra.
Lo ha stabilito la società londinese che gestisce le attività di trasporto privato e taxi della capitale inglese. La TFL (Transport of London) non ha rinnovato a Uber la licenza che scadrà il prossimo 30 novembre adducendo a violazioni delle regole che metterebbero a rischio i passeggeri e la loro sicurezza.

La questione si trascina da tempo, nel 2017 TFL aveva già sospeso la licenza del servizio, per poi revocarla concedendo due proroghe.
All’epoca le critiche erano state simili, ma poi TFL aveva verificato che Uber si era impegnata introducendo cambiamenti migliorativi e rapporti più trasparenti con le autorità: Uber era stata accusata di utilizzare il software Greyball che impediva l’accesso ai dati della App da parte delle autorità di controllo.

Una indagine interna del 2018 ha riguardato 2.500 autisti londinesi per possibili abusi. Di questi, 450 sono stati esclusi dalla App, 1.150 sono stati indagati per infrazioni gravi e altri 1.400 circa sono stati indagati per condotta inappropriata o discriminatoria.

E dopo Londra?

Dopo le due proroghe però, Transport of London ha verificato che Uber non è stata in grado di evitare l’operato di autisti Uber privi di autorizzazioni o assicurazione: sarebbe accaduto per 14.000 viaggi.

L’azienda americana ha 21 giorni di tempo per presentare un ricorso e intanto può proseguire a erogare il servizio a Londra. Da San Francisco hanno commentato che la decisione di non rinnovare la licenza è sbagliata. “Negli ultimi due anni – ha affermato Dara Khosrowshahi, CEO della società - abbiamo cambiato sostanzialmente il modo di operare a Londra”. Nella città operano 45.000 autisti Uber e l’utenza è arrivata a 3,5 milioni di viaggiatori.

Al momento non ci sono altre segnalazioni, ma altre città potrebbero seguire l’esempio di Londra bloccando Uber?
E’ possibile che accada, considerato che il servizio piace a molti utenti, ma che ha pure molti nemici nelle corporazioni dei tassisti dei vari Paesi che forse aspettavano l’occasione giusta per ripartire con la contestazione. Certamente dal 2010 in poi Uber ha dovuto affrontare molte difficoltà nella sua espansione mondiale, ma attualmente opera in oltre 700 città di 70 nazioni.

Nel Regno Unito è disponibile in 21 città oltre a Londra. In Francia, dove la contestazione dei tassisti nel 2015 fu particolarmente aspra, Uber c’è a Parigi e e in altre 19 grandi città; in Germania copre 7 città, 26 in Spagna.

Da noi Uber è attiva a Milano, Roma e Torino, ma il driver deve avere la licenza NCC e l’auto deve essere omologata con la specifica “autovettura per trasporto di persone - uso di terzi da noleggio con conducente".

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