Un Biscione con poca identità (per il momento)

Un Biscione con poca identità (per il momento)
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Una gamma troppo ristretta e povera di soluzioni tecniche per essere all'altezza della concorrenza e soprattutto del mito Alfa Romeo
29 dicembre 2009

Per il mondo dell’auto il 2009 inizia all’insegna della crisi e dei progetti cancellati, ma almeno una conferma importante è arrivata nei giorni scorsi: tra pochi mesi Alfa Romeo toglierà i veli sulla nuova 149 - o Milano, il nome è ancora top secret – ponendo fine così a un tormentone che durava ormai da un paio d’anni.
E’ stato un progetto tormentato, quello della futura media compatta del Biscione, prima a causa dell’incertezza sul pianale da utilizzare, quindi per alcune soluzioni tecniche e stilistiche impostate prima del nuovo corso e bocciate dalla dirigenza insediatasi al seguito di Marchionne. Nel frattempo la 147 ha accumulato più lifting di Liz Taylor, impotente di fronte all’avanzare delle concorrenti più moderne.

Pochi modelli e un gap tecnologico
I modelli lanciati recentemente dal Gruppo Fiat si sono dimostrati oggettivamente ben realizzati e gradevoli, così anche per la nuova Alfa Romeo Milano ci sentiamo di essere ottimisti, anche perché il marchio sportivo italiano per eccellenza ha un gran bisogno di una best seller. E’ necessaria per sbloccare certi investimenti a lungo rimandati e che negli ultimi anni hanno reso praticamente improponibile per Alfa Romeo confrontarsi seriamente con BMW e Audi, ovvero con i marchi premium a vocazione sportiva che costituiscono i concorrenti più diretti. Per rendersene conto è sufficiente sfogliare un listino e conteggiare il numero di modelli e motorizzazioni proposti dai competitor tedeschi e dal marchio italiano. O – peggio ancora – confrontare la varietà e qualità delle soluzioni tecniche: motori aspirati e turbo, benzina a iniezione diretta, sospensioni a controllo elettronico, sistemi di recupero dell’energia, cambi a doppia frizione, utilizzo esteso dell’alluminio e di altre leghe leggere, e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Un elenco di fronte al quale il pur ottimo differenziale Q2 sembra un po’ poco…

Siamo sicuri che le capacità, in Alfa Romeo, non mancano: sicuramente mancano i fondi necessari a concretizzarle e sicuramente in passato è mancata anche una visione lungimirante e coraggiosa del mercato. Il caso dell’8C Competizione è emblematico: una vettura di fatto già pronta (motore, telaio e trasmissione venivano dalla collaudatissima Macerati GranSport) e ammirata dagli appassionati e collezioni di tutto il mondo è rimasta per anni nel cassetto, salvo diventare oggi un vessillo della sportività Alfa Romeo.

Aspettando le GTA
Un simbolo dietro al quale, purtroppo, oggi non c’è molto: la Brera offre prestazioni inferiori e consumi superiori rispetto alle dirette concorrenti - e questo non è proprio un bel biglietto da visita… - e la 159, oltre a soffrire anch’essa di congeniti problemi di peso, paga una gamma troppo ristretta rispetto a BMW Serie 3 e Audi A4 e i loro modelli derivati.
La “piccola” di casa - la Mito - onestamente non ci ha mai convinto: troppo simile a una Punto ricarrozzata (male, basta osservarla con i cerchi “base”…) per insidiare seriamente la Mini: l’operazione ci sembra meno riuscita rispetto a quanto fatto in casa Fiat con la 500 derivata dalla Panda.
Manca, soprattutto, una gamma GTA in grado di trainare l’immagine di tutti i modelli di partenza: una lacuna grave, anche perché se BMW e Audi dedicano tanta enfasi rispettivamente alle varianti M e S\RS un motivo ci sarà… Certo, ci hanno promesso la Mito GTA e noi l’aspettiamo con impazienza, nel frattempo prendiamo atto implicitamente che per tutti gli altri modelli oggi in listino è troppo tardi. Ma allora, se 159 e Brera non possono avere – per i loro limiti congeniti – delle varianti GTA degne di tale nome, come possono essere delle vere Alfa Romeo?

Un mito costretto ai box
E chissà allora che con la sigla GTA torni anche un serio impegno nelle corse, perché se è vero che il periodo non potrebbe essere peggiore per pianificare un impegno agonistico di alto livello è altrettanto vero che in un Campionato Mondiale Turismo in cui corrono e vincono case come Seat e Chevrolet l’assenza di Alfa Romeo appare un segnale davvero negativo. E la giustificazione di tale assenza – la mancanza di un modello idoneo come base di partenza per l’attività agonista – non fa che confermare quanto cupi siano gli ultimi tempi per il glorioso marchio italiano…

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