Una guerra brutale e senza regole: ecco cosa succede davvero in Cina

Una guerra brutale e senza regole: ecco cosa succede davvero in Cina
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Delle auto cinesi si comincia a sapere (quasi) tutto, ma in pochi conoscono la concorrenza spietata fra le aziende e le guerre tecnico-commerciali che sono ancora più accese che in Europa
23 aprile 2025

Ci concentriamo spesso sul mercato automobilistico cinese, il più grande e dinamico del mondo, capace in pochi anni di dettare legge nel settore dei veicoli elettrici, di proporre dal nulla brand pronti a imporsi a livello globale e sfornare mezzi all'avanguardia, con droni montati sul tetto, software gratuiti di guida autonoma e ricariche delle batterie in appena cinque minuti. Questa è però soltanto la parte visibile di un fenomeno caratterizzato da brutali guerre interne e sfide senza esclusione di colpi. Che cosa succede veramente in Cina? E quali sono i segreti della sua industria automotive?

Se già prima dell'avvento dei dazi Usa il mercato cinese era un ring pieno di attori locali in competizione tra loro, le nuove tariffe di Donald Trump (che potreebbero attenuarsi, ma il Presidente cambia idea toppo in fretta per essere certi) stanno alimentando uno scontro ancora più intenso. Il motivo è semplice: la mossa della Casa Bianca causerà un inevitabile aumento dei costi delle risorse e dei componenti elettronici negli Stati Uniti e in
Europa, oltre a un conseguente e ulteriore rallentamento delle vendite degli EV. In Cina, però, gli analisti prevedono un aumento delle vendite di questi mezzi. Le ultime stime parlano di un +20% nel corso dell'anno, pari a circa 12,5 milioni di auto. Ok, ma quali brand si assicureranno la fetta più grande degli affari? Piccolo spoiler: giusto una manciata. E gli altri? Verranno presumibilmente assorbiti dai colossi, spariranno dai radar o dovranno accontentarsi delle briciole.

Cane mangia cane: competizione sfrenata dei brand cinesi

I dazi hanno insomma scatenato un autentico vespaio. Le case automobilistiche cinesi erano convinte di poter fare affari oltre la Muraglia, di produrre in Paesi terzi e raggiungere l'Occidente mediante accurate triangolazioni e di incassare lauti compensi esportando all'estero, ma tutti questi attori dinamici e propositivi hanno capito che i loro sogni di gloria rischiano di arenarsi. Non solo: hanno capito che per resistere alla tempesta perfetta sarà prima necessario blindare la posizione di mercato in patria, magari accrescerla intercettando nuovi clienti, e poi solo in un secondo momento – se sarà possibile – pensare a mosse più azzardate. C'è un dato emblematico evidenziato da Hsbc: delle auto che saranno piazzate quest'anno in Cina il 78% sarà appannaggio di appena 10 aziende. Il 27% da BYD e il resto? Da pochi altri marchi.Come ha sottolineato il Financial Times, il restante 22% del mercato cinese sarà conteso da circa 52 brand locali, oltre 30 dei quali produce meno di 30.000 auto all'anno. In Cina, del resto, viene lanciato in media un nuovo modello auto ogni due giorni e non tutte le aziende riescono a tenere il passo con l'avanzamento tecnologico. In un Paese in fase di consolidamento i vincitori della contesa saranno coloro che dimostreranno di saper maneggiare funzioni di guida assistita e innovativi sistemi di infotainment. Gli altri? Spazzati via dalla concorrenza. In questi giorni è in corso il Salone di Shanghai dove verranno presentati oltre cento nuovi modelli.

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Il Salone di Shanghai apre il 25 aprile 2025
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Sara anche il mercato più grande del mondo ma...

Sembrerà strano ma restare a galla nel mercato cinese delle auto sta diventando sempre più complicato. Il FT ha fatto notare che all'ombra della Città Proibita c'è una netta frattura tra le aziende che sfornano smart EV e le altre. Segue un gap ancora più grande tra le auto elettriche e quelle a benzina. Risultato: l'automotive del Dragone sta entrando nel periodo di competizione più brutale della sua storia. Chi vuole affermarsi in Cina non può più offrire alla clientela soltanto le solite funzionalità. Deve andare oltre e sviluppare software di guida autonoma sempre più sofisticati affidandosi, per esempio, ai modelli linguistici di grandi dimensioni basati sull'intelligenza artificiale. Non è un caso che i gruppi cinesi stiano raddoppiando l'impiego di questi software avanzati per sistemi di assistenza alla guida, con il chiaro intento di puntare al segmento di mercato premium con la chiara intenzione di fare fuori i tradizionali gruppi stranieri. Ecco un confronto utile per capire cosa sta succedendo in Cina: la citata BYD ha dichiarato di aver venduto 416.000 veicoli elettrici nel primo trimestre del 2025 (+39% su base annua) mentre nello stesso periodo Tesla si è fermata a 337.000 in tutto il mondo (un numero molto inferiore alle 390.000 previste dagli analisti e alle 387.000 dell'anno precedente). Data la concorrenza interna cinese la grande sfida dei brand stranieri sarà dunque quella di tenere il passo con il mercato locale. La quota delle case automobilistiche estere in Cina ha infatti toccato il minimo storico del 31% nei primi due mesi del 2025, con una perdita di un terzo del mercato dal 2020 ad oggi. Ebbene, se questa percentuale dovesse scendere al 20% - ha fatto sapere Ubs - queste stesse aziende potrebbero ritrovarsi con una capacità produttiva in eccesso di 10 milioni di veicoli e con conti a pezzi...

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