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Perché buttarsi nel settore auto quando puoi semplicemente bruciare i tuoi soldi in modi più creativi?
Se c'è una cosa che il settore delle startup automobilistiche ha dimostrato con cristallina chiarezza negli ultimi anni, è che inventare un'auto è un po' come giocare alla roulette russa con un miliardo di dollari: le probabilità di successo sono microscopiche, ma quando funziona, il botto è spettacolare. E proprio quando pensi che tutti abbiano imparato la lezione, ecco che spunta qualcuno pronto a dimostrare che l'ottimismo imprenditoriale è davvero inarrestabile.
Partiamo dai fatti nudi e crudi, che hanno il fascino di un incidente stradale: questi sono tempi duri per chi decide di entrare nel business automobilistico. Fisker Inc., dopo aver tentato di reinventare la ruota elettrica, si è ritrovata a gestire comunicazioni durante una bancarotta. Non è stata certo l'unica: Nikola e Canoo hanno seguito la stessa strada verso il Chapter 11, trasformando sogni di mobilità elettrica in macerie finanziarie.
Ma il bello è che anche le startup "affermate" stanno navigando in acque agitate. Lucid ha un prodotto promettente ma deve scalare le vendite come se la sua sopravvivenza dipendesse da questo, cosa che, ironia della sorte, è esattamente così. Rivian ha l'aria di essere l'ultimo uomo rimasto in piedi e un bel gruzzolo di denaro Volkswagen, ma deve ancora tirare fuori un anno completamente profittevole. Persino Tesla, il santo patrono delle auto elettriche, sta attraversando il periodo di stress più intenso della sua storia recente.
Il quadro generale non è più roseo: nonostante ci siano più veicoli elettrici su strada che mai nella storia dell'umanità, una nuvola minacciosa aleggia sull'intero settore. La crescita del mercato EV ha rallentato abbastanza da mettere i brividi a investitori, imprenditori e case automobilistiche tradizionali.
In questo scenario apocalittico, chiunque sogni di creare una casa automobilistica potrebbe essere perdonato se abbandonasse l'ambizione. Costruire un'altra Tesla sembra incredibilmente scoraggiante in questo momento, e per buone ragioni: le case automobilistiche hanno prosperato e fallito per oltre un secolo, e non c'è quasi modo migliore nel 2025 per prendere un miliardo di dollari o più e perderlo.
Ma ecco il paradosso: se non c'è rischio, ovviamente non c'è ricompensa. Ed è proprio questo spirito temerario che spinge l'industria automobilistica in avanti. I colossi dell'auto hanno mostrato qualche appetito per il rischio in passato, la Toyota Prius è l'esempio perfetto ma tipicamente, l'industria preferisce lasciare che siano le startup a fare da apripista.
Il truck Slate sembra uscito da una macchina del tempo degli anni '80, quando i pickup erano ancora pickup e non SUV mascherati da veicoli da lavoro. Con il suo design a due porte, un cassone di un metro e mezzo e linee essenziali che gridano "utilità prima di tutto", questo veicolo ha l'audacia di essere deliberatamente retrò in un mondo automotive ossessionato dal futuro.
Sotto il cofano, si fa per dire, troviamo un setup single motor a trazione posteriore da circa 200 cavalli. Non è esattamente una potenza da capogiro, ma considerando che questo truck è pensato per essere un veicolo "around-town" piuttosto che un road-tripper, probabilmente è sufficiente per portare il vostro caffè mattutino senza rovesciarlo.
La batteria standard da 52,7 kWh offre 240 chilometri di autonomia, cifra che farà sorridere amaramente chi è abituato ai 400 km e più di autonomia di alcune Tesla. Ma Slate è onesta al riguardo: "Riconosciamo che non è un veicolo per tutti, specialmente se dovete percorrere lunghe distanze", ammette Chris Barman, CEO della compagnia.
Per i più esigenti o semplicemente per chi vuole arrivare a destinazione, c'è l'opzione della batteria da 84,3 kWh che porta l'autonomia a 390 km ancora non da record mondiale, ma almeno abbastanza per non rimanere a piedi andando a trovare la nonna nel paese vicino.
Il truck si ricarica a una velocità massima di 120 kW, passando dal 20% all'80% in circa 30 minuti. Prestazioni che definiremmo "nella media", se volessimo essere diplomatici. Il lato positivo? Arriva con il connettore NACS di Tesla dalla fabbrica, quindi probabilmente avrà accesso alla rete Supercharger. Almeno questo.
Ecco dove le cose diventano davvero interessanti o terrificanti, a seconda della vostra propensione al fai da te. Il truck Slate arriva come quello che l'azienda chiama "Blank Slate", essenzialmente un veicolo che ha la personalità di un tostapane e l'appeal estetico di un elettrodomestico degli anni '90.
Parliamo di un veicolo che arriva con ruote di acciaio nero, un solo colore esterno (grigio), finestrini manuali sì, quelli che devi girare con la manovella, interni in plastica pesante, nessun sistema di infotainment, nessuna radio, nessun altoparlante, nessuna console centrale e nemmeno le tasche nelle portiere. È come se qualcuno avesse preso un truck normale e gli avesse fatto un esorcismo, rimuovendo tutto ciò che potrebbe essere considerato "lusso" o "comodità base".
Ma ecco il colpo di genio o di follia: questo approccio spartano è deliberato. Slate vi vende essenzialmente un kit IKEA su quattro ruote, con la promessa che potrete trasformarlo in qualsiasi cosa vogliate attraverso oltre 100 accessori disponibili al lancio.
Volete un SUV invece di un pickup? Nessun problema, è disponibile un kit di conversione che si installa con "solo poche ore di olio di gomito". Ci sono due varianti: una squadrata che ricorda un Land Rover Defender rimpicciolito, e un'altra con design fastback più dinamico.
La filosofia è semplice: comprate il veicolo base e poi lo accessorizzate nel tempo, secondo il vostro budget e le vostre necessità. Potete iniziare con un truck spoglio su ruote di acciaio e lentamente costruire un SUV rialzato a cinque posti con interni in pelle e parafanghi allargati. E se vi stancate di qualcosa, potete semplicemente smontarlo e provare qualcos'altro.
Per aiutare in questa trasformazione continua, Slate sta sviluppando "Slate University", una libreria di contenuti didattici che insegna ai proprietari come installare un portapacchi o rimuovere un pannello della carrozzeria. Molti componenti sono tenuti insieme da normali bulloni Allen, rendendo le modifiche accessibili anche ai meno esperti.
La gamma di accessori spazia dal pratico al bizzarro. Ci sono coperture per le luci diurne con design incisi, kit di pellicole viniliche in qualsiasi colore, portiere con scomparti, interruttori elettronici per i finestrini, altoparlanti che si inseriscono nel cruscotto e si collegano al telefono via Bluetooth.
Ma il tocco più stravagante? I "Slatelets", piccole piastrelle che si inseriscono in una traccia sul cruscotto e sono molto simili ai ciondoli che si possono infilare nelle Crocs. Perché evidentemente il mondo aveva bisogno di portare l'estetica Crocs anche nel settore automotive.
Naturalmente, creare un veicolo affascinante e un concetto interessante è solo l'inizio. Slate ora deve affrontare la parte difficile: costruire una casa automobilistica evitando le insidie che hanno affondato altre startup come Fisker, Nikola e Canoo.
Con un prodotto così economico, Slate avrà bisogno di volumi elevati per generare ricavi sufficienti. L'azienda punta a produrre 150.000 veicoli all'anno entro il 2027-2028, un obiettivo ambizioso considerando che finora nessuna casa automobilistica statunitense oltre a Tesla ha venduto così tante auto elettriche in un singolo anno.
E poi c'è la questione del prezzo finale. Slate parla di cifre "nella fascia media dei 20.000 dollari" che scendono sotto i 20.000 con il credito d'imposta EV. Ma non sappiamo ancora quanto costeranno i vari accessori - e quella sarà la vera prova del nove. Quanto costerà trasformare il vostro "Blank Slate" in qualcosa che vorreste davvero guidare?
Il truck Slate rappresenta una scommessa coraggiosa in un mercato che ha visto più fallimenti che successi negli ultimi anni. È un veicolo che sfida le convenzioni con la sua filosofia minimalista e il suo approccio modulare, ma dovrà dimostrare che questa strategia può funzionare nel mondo reale.
Sarà interessante vedere se i consumatori americani, abituati a truck sempre più grandi e tecnologicamente avanzati, accetteranno di tornare alle origini con un veicolo che richiede assemblaggio fai da te. O se questo esperimento si rivelerà semplicemente l'ennesimo modo creativo per bruciare i soldi di Jeff Bezos.
Una cosa è certa: in un mercato automotive che sembra aver perso la bussola tra veicoli sempre più costosi e inaccessibili, Slate sta almeno tentando di riportare l'ago della bilancia verso l'accessibilità. Che ci riesca o meno, be', questa è un'altra storia.
Tesla
Piazza Gae Aulenti, 4
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EUSales@tesla.com
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