Volkswagen, III trimestre in rosso. E' l'effetto Dieselgate

Volkswagen, III trimestre in rosso. E' l'effetto Dieselgate
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Per la prima volta in 15 anni Wolfsburg ha un bilancio negativo. A pesare i 6,7 miliardi di euro accantonati per far fronte al richiamo di 11 milioni di vetture
28 ottobre 2015

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Per la prima volta dopo 15 anni Volkswagen ha i conti in rosso. E' quanto indica la relazione sul bilancio del terzo trimestre, che riporta di una perdita netta di 1,67 miliardi di euro contro l’utile di 2,97 miliardi di euro dello stesso periodo del 2014 e di una perdita operativa di 3,48 miliardi contro i 3,2 miliardi di utile dell’anno passato. 

 

A pesare sui conti del Gruppo di Wolfsburg è sostanzialmente l'accantonamento di 6,7 miliardi di euro deciso per far fronte alle spese che VW dovrà sostenere per riparare al Dieselgate, con 11 milioni di vetture che dovranno essere richiamate e corrette. Un'operazione che, nonostante i ricavi si siano attestati a 51,5 miliardi (in crescita del 5%), secondo le analisi del costruttore tedesco porterà un «profitto 2015 del Gruppo e dell'area vetture significativamente ridotto» rispetto al 2014 che aveva segnato il massimo storico di 12,7 miliardi.  

 

I richiami partiranno dal gennaio 2016 dopo l'approvazione delle misure correttive da parte del KBA, l'autorithy tedesca dei trasporti, ma Volkswagen teme che vi siano ulteriori ripercussioni sui conti impossibili da quantificare al momento dovuti alle possibili sanzioni delle diverse autorità nazionali e sovranazionali, alle class action di consumatori e investitori e ai procedimenti civili, amministrativi e penali in atto un po' in tutto il globo. 

 

Nessun segnale di contrazione in termini di vendite è stato ancora registrato, dal momento che i dati diffusi da Volkswagen riguardano il periodo luglio-settembre e lo scandalo dei Diesel “truccati” è emerso il 22 settembre. Secondo Volkswagen AG, comunque, le vendite di auto a livello globale dovrebbero raggiungere gli stessi livelli record dell'anno scorso e il fatturato è previsto in crescita «circa del 4%». 

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