WRC 2018 Messico. 2a Tappa. Il Fulmine Sulla Testa Di Loeb, Ogier Perfetto

WRC 2018 Messico. 2a Tappa. Il Fulmine Sulla Testa Di Loeb, Ogier Perfetto
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Piero Batini
  • di Piero Batini
L’Ufficiale Citroen vince, passa la comando, poi buca una gomma e scende al 5° posto. Con perfetta scelta di tempo l’Ufficiale Ford scatena il suo attacco, che risulta irresistibile e che piega anche le ambizioni di Meeke. Rally ancora aperto, bellissimo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
11 marzo 2018

Leon, 11 Marzo 2018. Il Guanajuato Corona fino al Service di metà Sabato è il Rally della Storia, ineguagliabile record del ritorno leggendario di Loeb. Ma il secondo passaggio sulla Guanajuatito 2, 14ma Speciale del programma e prima del girone pomeridiano, è il bastardo bastone tra le ruote della leggenda. Un guaio per un Evento che sapeva di impossibile e che, ora, difficilmente potrà avere l’epilogo che tutti cominciavamo a sognare. Un sasso sulla traiettoria, neanche così vistoso da far immaginare il peggio, una gomma è bucata e la Corsa alla vittoria di Sébastien Loeb e Daniel Elena finisce lì, ridimensionata da un ritardo incolmabile, oltre due minuti, tempo record per cambiare una ruota anteriore ma non sufficiente a mantenere vive le speranze dell’exploit che il Messico stava confezionando. Ogier, nel frattempo e come sempre perfetto, passa al comando e raccoglie i regali che involontariamente gli avversari gli offrono nelle due Speciali, Guanajuatito e Otates. Cambia completamente la faccia del Rally.

Ora, spenta la verve retorica che il ritorno di Loeb dalla… pensione alla stratosfera aveva scatenato, ci sono un paio di cosette che devono essere dette. La prima è un discorso generale sugli errori e sulla sfortuna, spesso saldamente collegati nello spiegare le dinamiche degli eventi, la seconda chiamata in causa come circostanza attenuante dei primi. È da considerare un errore la foratura di Loeb leader del Rally a metà della seconda Tappa? No, non lo è, semmai è un errore di valutazione del… sasso sul quale è andata a sbattere la ruota della C3 WRC. In quel momento Loeb era nella condizione di concedere qualcosa all’inseguimento degli avversari, ma non troppo vista la loro vicinanza, e dunque l’errata valutazione poteva anche essere una scelta delegata… alla fortuna. Poco dopo, e in generale sull’arco della Corsa, è un errore la doppia svista di Meeke che arriva lungo, si gira, riprende dopo aver urtato il banco di terra al lato della strada, ma in tutto quel casino concede quasi mezzo minuto a uno tipo a cui non si devono mai fare dei regali, neanche a Natale: Seb Ogier! Ambizioni segate e messe da parte. Anche in questo caso, tuttavia, il contesto dell’errore ha delle “giustificazioni”. Meeke stava rilevando la “responsabilità” di Marca lasciata libera da Loeb, e più in generale si portava dietro quella di essere il Campione in carica del Rally,  quindi di default il più “minacciato”. Tutto questo carico lo puoi gestire sulle strade di tutti i giorni, ma non sulle piste supersoniche di un Rally micidiale come il Messico.

È sfortuna tutto quello che capita a Neuville? Eh sì, nonostante l’assetto della sua Macchina non apparisse ideale o perfetto, comunque una cosa che si poteva sistemare, il belga è partito per la prima volta da principe degli svantaggiati, compito del leader di pulire la pista, ed è andato nel pallone. Poi i problemi allo sterzo, la Macchina spenta, ha accusato il problema dopo lo “splash” della undicesima, insomma ogni volta che Neuville è ripartito è successo qualcosa. La gara più “mediamente” bella, a parte l’exploit di Loeb, fino alla fine della seconda Tappa? Quella di Sordo. Stesso sasso, stessa storia di Loeb, in scala. Ma lo spagnolo, assurto in maniera inedita a protagonista della prima fase del Rally, l’aveva detto e ne era ben cosciente. “È andata bene e ho saputo sfruttare tutte le circostanze favorevoli, quindi mi devo aspettare di difendere non una leadership ma il podio.” Quindi la foratura della Hyundai numero 6 può benissimo essere considerata pura sfortuna. Difatti Dani Sordo è terzo assoluto, terzo di giornata e con oltre un terzo di podi sulle 19 Speciali disputate. Gara e risultato, al momento, perfetti.

Altro discorso. Ogier. Il cambio di fisionomia dal Rally sin dall’inizio della seconda Tappa non è solo nella doppia débacle Tanak/Neuville, entrambi out o rallentati nella prima Guanajuatito, né soltanto nella “tenuta” di Loeb in testa al Rally vanificata dalla foratura, ma anche e soprattutto nell’attacco di Ogier, finalmente “possibile”. Sì, “possibile”. Non era stato possibile per tutta la prima Tappa, e il penta Campione del Mondo aveva dovuto mordere il freno solo due volte a podio e mai in condizioni di installarsi sul… podio del Rally. Era diventato non impossibile sin dal primo giro del sabato, le strade ancora sporche ma non così terribili, i Campione lo aveva scoperto e ammesso candidamente, onestamente. Ed era diventata comunque, Loeb o no, un’opzione praticabile a partire dal secondo giro, cinque gomme hard e giù il piede. Uscito allo scoperto, due secondi posti e quattro vittorie consecutive, Ogier ha offerto lo show del meglio di sé e, ripeto Loeb o no, ha congelato, ucciso il Rally. Adesso Ogier può permettersi di venderne la pelliccia con un giorno di anticipo. Semplicemente straordinario. Non clamoroso come l’exploit di Loeb, che probabilmente si conferma come il miglior Pilota del Mondo, ma straordinario.

A cinquanta chilometri dalla fine del Guanajuato Corona Mexico 2018, si va a dormire con Ogier in testa, Meeke a mezzo minuto, Sordo a tre quarti. Mikkelsen, un minuto e mezzo, è fuori gioco, così come Loeb e Neuville ma nella misura della sua attenzione, forse eccessiva, e non del caso avverso. Si va a dormire con la ritrovate Citroen, direi definitivamente riallineate alla competitività richiesta dal massimo del WRC+. Adesso son tutte e quattro lì, 4 Marche su un livello analogo di competitività (la scarsa fortuna delle Toyota qui in Messico è da considerare sfortunatamente “cronica” e comunque episodica), nelle mani di almeno una mezza dozzina di fenomeni. La configurazione di classifica a un giorno dalla fine lascia una certa libertà di interpretazione della Tappa finale, soprattutto di gestione delle ambizioni legate a quei punti del Power Stage che diventano ogni Rally che passa più importanti. Per questo nessuno li considera più un plus pericoloso, ma piuttosto una responsabilità nella corsa al Titolo. Bene per lo spettacolo.

Un’ultima cosa. WRC2. Il Campione in carica, Pontus Tidemand, è al comando, qualcosa come cinque minuti su Greensmith, ma Kalle Rovampera, trasparente nella generale a causa della rottura del radiatore il primo giorno, è il più veloce di classe della seconda Tappa. Campione in pericolo, Tidemand farà d’ora in avanti bene a guardarsi le spalle. Il ragazzino prodigio è in arrivo!

Foto Credits:

Manrico Martella

Mario Armas

Jacub Pojmicz

Gerardo Isoard

Marcin Raybak

Agency: PURE WRC

 

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