WRC 2019. Cile. L’inferno Tanak (Toyota) Continua A Mietere Vittime

WRC 2019. Cile. L’inferno Tanak (Toyota) Continua A Mietere  Vittime
Pubblicità
Piero Batini
  • di Piero Batini
È ancora un allungo dell’Ufficiale Toyota che sale in cattedra e ora si comporta come il Maestro. “Pessima” uscita di strada di Neuville, che resta al palo. Ogier non è fortunato: è bravo! Cile “memorabile”.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
12 maggio 2019

Concepcion, Cile, 11 Maggio 2019. Questa ha dell’incredibile. Ovvero, io non mi capacito, e pur convinto di non aver alcun diritto di giudicare, mi concedo alla presunzione e lo dico: Neuville non doveva uscire di strada! Non doveva appoggiarsi a quel terrapieno in uscita dal salto cieco e in curva. Non doveva cappottarsi sette volte quasi finendo in mezzo al pubblico. Non doveva finire lì il Rally nel quale aveva solo il compito di controllare la situazione. Non doveva e non poteva mortificare o anche solo modificare un trend così bello e costruttivo. Istruttivo. Poi, sono cose che capitano. Certo. Sbagli a prendere una nota e la frittata è lì. Ma gli effetti lasciano di stucco. Volendo sdrammatizzare, che poi è più correttamente nelle nostre corde, diremo che dovremmo spezzare una… seggiola sul groppone del belga, rimetterlo al volante con due sberle e fargli capire che così non si fa. Non si può!
 

Tutto questo accade durante la ottava Prova Speciale del primo Cile Mondiale, la Maria Las Cruces di 23 chilometri. Perfida, sconosciuta. D’accordo. Insidiosa. Niente di rotto, un controllo all’ospedale dopo il recupero in elicottero, il taglio a un piede che diventa soltanto una ferita per cicatrizzare una memoria. Per Neuville il Rally del Cile è finito. Così.
Fino a quel momento non c’era stato niente di nuovo e di sconvolgente, niente che lasciasse presagire un epilogo così triste della gara dell’Ufficiale Hyundai leader del Mondiale. Anzi. Neuville aveva vinto la prima Speciale del giorno, la Rio Lia di 20 KM, nessuno si sognava di andare a prendere Tanak lontano una trentina di secondi davanti a tutti, e proprio Neuville aveva riconquistato il podio scavalcando di nuovo Latvala che sembrava dare segni di cedimento. E avrebbe poi ceduto, suo malgrado.
 

Da quel momento, da quell’ottava Prova Speciale del cavolo, nulla cambia per Tanak, lanciato in una corsa al recupero e dunque troppo concentrato per guardarsi alle spalle e accorgersi che succede qualcosa di grottesco che ha cambiato significativamente lo scenario generale. Tanak vince due volte soltanto, ma la sua strategia è chiara e potentissima: amministrare un vantaggio ormai imbarazzante. Ogier diventa due volte protagonista. La prima per avere ancora una volta dato dimostrazione di sostanziale perfezione tattica e di gestione delle risorse, la seconda perché da quel momento è il nuovo leader del Mondiale. Guarda il “caso”. 

Diventa un Cile avvilentemente memorabile. Senza Neuville. Direte che mi arrabbio troppo? È così. Sono un tifoso del modo di essere Neuville, e mi accorgo che è come essere tifosi dell’Inter. Mai una gioia. Scherzo. Sdrammatizzo.
Loeb e Tanak vincono la ottava e la nona, Tanak di nuovo l’ultima del giro del mattino, la Pelun di 16 chilometri. a quel punto la situazione è già sufficientemente chiara e, archiviato il colpo di scena, in un certo senso più “stabile”. Latvala eredita una terza piazza che assume i contorni del premio, purtroppo non definitivo, visto il disavanzo. E poi Loeb. È quarto, eloquente e argomentata dimostrazione della perfetta scelta del “Mister”, Andrea Adamo, che l’ha inserito nella formazione Hyundai Chile preferendolo per l’universalità della sua esperienza (e della classe, certo).
 

Dietro è una pena. All’ultimo si chiama fuori, anche e ancora una volta, Latvala, “vittima” di un guasto indotto da una toccata, difficile escludere che si sia trattato di un errore, che lo ferma in una nuvola di vapore e di stizza. Solo Meeke, il giocoliere, che sbatte, si capotta, si raddrizza e continua, merita gli onori di una cronaca alternativa. Almeno per la buona, irriducibile volontà. A parte Evans che si mantiene nell’onda del minuto come Loeb, Suninen è a tre minuti, Lappi a tre e qualcosa, Mikkelsen a quasi quattro. Sono le cifre tonde di una specie di scandalo. Siamo in piena top ten e già si parla di Rovanpera che controlla Ostberg nel Campionato della WRC2 ossia R5, e si riparla di Meeke che, pur provandole tutte per aumentare il suo handicap, è tornato nei dieci. E magari di Lorenzo Bertelli che almeno non ha mai accampato pretese o scuse. Fa la sua corsa onorevole, si diverte e fa divertire nonostante un lungo brivido.
Il finale di Tappa restituisce una certa emozione positiva. Detto di Tanak e della sua imprendibilità, e di Ogier e della sua Qualità, ecco che affiora il genio di Loeb. Ancora una volta Loeb. L’alsaziano vince l’ultima Pelun, e fanno tre, tutt’altro che una circostanza casuale. Ecco che tornano a galla gli estremi suadenti della sfida del secolo. Loeb è terzo a cinque secondi da Ogier. Il terzo posto non è più assegnato d’ufficio e, ci scommetterei, avere un Loeb che strombazza alle spalle potrebbe essere l’unico diavolo tentatore capace di stabilizzare Sébastien Ogier.
 

Argomenti

Pubblicità
Caricamento commenti...