WRC 2019. Cile. Tutto Nuovo, Bello, Eccitante

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Scaramanzia e apprensione si mescolano in un’atmosfera di crescente eccitazione. Test in Portogallo, affidabilità, terreno e curve, meteo e regolazioni per un importantissimo shakedown-test. Clima di grande cameratismo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
10 maggio 2019

Concepcion, Cile, 9 Maggio 2019. La principale novità del Copec Rally Chile 2019 è che è… tutto nuovo. Per tutti. Ciascuno ha le sue idee, le sue biblioteche immaginarie di informazioni, i suoi dati. Pochi. Nessuno può dire di avere elementi a sufficienza per emettere un giudizio di valore realmente significativo. Largo alle impressioni, dunque, e ai pochissimi indizi, per lo più “visivi”, speculativi. Piloti, Manager e Tecnici fanno gruppo, quadrato. Si scambiano la cortesia dell’ammirazione e del rispetto reciproci, e condividono le informazioni eteree che hanno filtrato dai primi giorni cileni.

Di Loeb si è detto, del suo “incidente”. Il fuoriclasse alsaziano ci tiene ad aggiungere che il Cile l’ha visto una volta sola, e il clima era quello di una visita alla Dakar nell’ottica, allora, di una partecipazione. Noi il Cile l’abbiamo visto più volte, in lungo e, relativamente, in largo: Paese stupendo. È interessante che dalle parole di Loeb non affiori alcuna forma di preoccupazione. Anzi, il contrario. Il succo del giudizio preventivo di Loeb è che “non vede l’ora” di alzare la velocità su queste strade scorrevoli e veloci che ha solo “ispezionato”.

Tra il Fiume Biobio e l’Oceano Pacifico a cinquecento chilometri da Santiago del Cile è un paradiso acquatico e di foreste. Gli sterrati sono curati e sono stati ulteriormente “lavorati” con l’intento di far bella figura e non impensierire troppo, soprattutto non creare l’atmosfera da “incubo” delle pietre argentine.

A Latvala ricordano un poco le strade del Galles… quando non piove. Si vede che gli organizzatori ascoltano il competente finlandese e provvedono a paventare un po’ di pioggia, poca, in vista dello shakedown.

Chi non vuole assolutamente che piova è Esapekka Lappi, il suo obbligatorio ordine di partenza esige, per tornare nel lotto di quei Piloti tenuti in altissima considerazione, di cui faceva parte sino alla Svezia, di poter esprimere tutto il potenziale della C3 WRC. Per questo ha bisogno di strade “pulite” da un buon numero di “spazzini”. Intanto nessuna preoccupazione per la Vettura. Dalla Francia gli hanno spedito una C3 WRC tirata a lucido.

Il compagno di Squadra Citroen Total WRT è meno sereno, o forse semplicemente alla ricerca di un’oggettività più favorevole. Il Campione del Mondo non fa mistero che esiste un problema, che è la via per “svelare” tutta, ma proprio tutta la velocità della Macchina, e di conseguenza per ritrovare quel “confort” di guida necessario per fare una, netta, differenza. Io un accenno di preoccupazione, e di scaramanzia, ce li vedo. Però, finché non si consideri Neuville in fuga le posizioni di Ogier e di Citroen sono tutt’altro che… preoccupanti. Dieci punti non sono la fine del Mondo e il WRC ha già fatto vedere che i trend, e non solo i risultati delle belle performance, possono essere sovvertiti. Problemi o no, sui quali si sofferma, il suo lavoro Ogier l’ha fatto sinora piuttosto bene.

Per inciso, se Latvala vede Galles, gli equipaggi Citroen pensano di più a un misto Finlandia-Australia.

E se è preoccupato Ogier, quanto dovrebbe esserlo, allora, Ott Tanak? Da primo a terzo in due Rally, due passi mezzo falsi come vengono definiti, è stato un volo. Sul “pacchetto” Toyota è sceso il velo della preoccupazione affidabilità. Tuttavia il “passo falso” argentino è stata una batteria guasta, tutt’altra roba rispetto agli estremi dell’”accusa”, l’affidabilità. Certo, si è aperto l’anello improvvisamente debole di una catena delicatissima, ma farne un motivo di preoccupazione è un po’ scendere dalla parte sbagliata, e pericolosa dell’esoterismo. Facciamo una bella Gara, Ott. Mettiamo per un attimo da parte il business del futuro e le problematiche di rinnovo, o di cambio del contratto. Le strade cilene teoricamente si prestano ad esaltare le prerogative e la competitività dimostrata dalle Yaris WRC e dal Pilota. Poi tiriamo le somme.

Aria frizzante in casa Hyundai. Neuville primo e in allontanamento, le i20 Coupé WRC largamente in testa al Mondiale Costruttori. Miracolo o medicina Adamo? Escludiamo il primo, consideriamo la seconda. La medicina di Andrea Adamo è una pozione in due dosi, Corsica e Argentina, ritrovati in due colpi affidabilità, velocità, morale, spinta. Beh, se non di miracolo, di una certa forza taumaturgica si potrebbe anche parlare. Neuville è alle stelle… con cautela. La sua Corsa è delicata più di ogni altra. In ballo c’è un elemento fondamentale per la carriera di un… Campione del Mondo, quella consapevolezza che si acquisisce quando la serie positiva si spoglia di qualsiasi elemento legato al caso, ossia alla fortuna. Per questo più che una vittoria sarebbe utile il massimo di un piazzamento “intelligente” (chi sono io per dirlo?), ovvero una variazione sul tema della massima consistenza. A portata di mano. In Cile.

Il giovedì del primo Cile è Shakedown e una cerimonia sontuosa e toccante a Concepcion. È nella sua piazza che, due secoli e un anno fa, Bernardo O’Higgins proclamò solennemente l’indipendenza del Cile dalle “regole” degli spagnoli.

La prima parte dello Shakedown è favorevole a Neuville, Meeke e Ogier, ma nel finale si assiste a una nuova esplosione del “miracolato” Mikkelsen, un secondo a Tanak e, per esempio, tre e mezzo a Loeb.

Beh, per lo meno adesso i diretti interessati si saranno fatti un’idea concreta del terreno sui metteranno le ruote per tre giorni di fuoco e di delirio cileno.

Foto: Manrico Martella

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