WRC 2019 Italia di Sa Sardigna. La Lezione degli Asini

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Un’escursione attaccata al Rally, un’Isola attaccata all’Isola. È il fenomeno della continuità… interrotta che aiuta a riflettere sul valore della bellezza. Come tirare un sospiro e capire. Asinara, magone allo stomaco e incredibile bellezza
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
13 giugno 2019

Alghero, Sardegna, 12 Giugno 2019. Non si capisce come mai ci si lasci intrigare da una storia di pochi uomini e appena cent’anni e non si preferisca invece farsi conquistare e “abbattere” dal meglio dell’umanità di una vicenda di Terra, e di Mare, evidente da milioni di anni. Quando è la Terra che racconta la sua bellezza la forza della verità è nella favola della Natura, evidenza tale che a niente di più convincente si dovrebbe pensare o voler credere.

Questa è la storia dell’Asinara, Isola intrigata dai maldipancia dell’Uomo, e per fortuna anche da quei grattacapi salvata e arrivata fino a noi nella sua più solenne e affascinante belleza. Ancora lì tracce di vita difficile e di storie allontanate, o tenute lontane, limate ed erose, ma non cancellate dal vento di ponente che martella la costa. La quasi immobilità di uno scenario mozzafiato che vive nella brezza, immensamente bello e stupefacente di attrazione fatale.

Pescatori, pastori di 500 anni fa allontanati per tenere lontana l’epidemia prima della penicillina, muri spessi e inferiate per non far allontanare gli attori di storie inconcepibili e tenere oltremare la vergogna di un bug di sistema non di rado letale.

C’è poco o niente, di tutto questo, anche se le tracce di un ricordo scomodo sfuocano lentamente mentre si sgretolano i muri, fino a quando questi non rinascono a nuova vita e a nuova sintonia per cantare nuovamente l’esuberanza potente della bellezza. Finalmente risuona l’accordo di pace e del rispetto ed è musica dell’ammirazione. Asinara. L’Isola che non è degli asini, che non è di Ercole e che diventa di tutti. Come un patrimonio. Acque magiche e colori di trasparenza su una tavolozza esclusiva, vento e canti di uccelli.

Sì gli asinelli grigi, uno bianco e uno nero che spuntano qua e là come simboli di un’attenzione.

L’Isola vale l’oro di una visita, meglio ancora una ricognizione e poi una visita. Offre poca autonomia, come certi luoghi in cui ha vinto la Natura, e per questo la si respira quasi in apnea, ossigeno forte per un volo radente di affascinante fantasia. È parco naturale, ferreo, primordiale. Questo sì, questo no, nessuna indulgenza o deroga. Intuito esemplare di risoluzione prima di trovare la soluzione Asinara, che sarà di una maggiore, regolata e ragionata ricettività prima che l’assalto inevitabile la trovi paradossalmente sguarnita dopo essere stata inviolabile.

Seguire le Storie verso nord per la direttissima, la “dorsale” che ne filtra gli episodi salienti dei super carcere, del lazzeretto, del campo di concentramento. Sì, storie imbarazzanti, ma siamo noi, esseri tra i più “umani” ad esserci infilati in quel cul de sac, e fortuna che oggi possiamo imparare dalle testimonianze e tirare una riga, auguriamoci definitiva. Eccoci, la banchina di attracco arrivati da Stintino, Fornelli, La Reale, Trabuccato, Cala d’Oliva. Oppure sulla tela di ragno dei sentieri verso diversi e più esclusivi insediamenti. O passo passo, verso spiagge che hanno dell’incredibile, cala Sant’Andrea, Della Tartaruga, Dorata, Barche Napoletane, Dei Ponzesi, Le Soriane, Sabina e le cento altre che tengono a conservare intatto, rigenerato e rigenerante quel messaggio nel profumo forte dell’elicriso.

L’Asinara si visita in abito difensore dell’ecosistema, a piedi, in bicicletta, in attualissimo “ibrido… muscolare-elettrico, in elettrico come se fosse un campo da golf sulla terrazza Nord della Sardegna. Asinara ci accoglie, in questa accurata fase di svolta, pochi alla volta nell’ostello che fu l’edificio delle guardie o nel nuovo B&B GiteAsinara che per un caso fortuito abbiamo inaugurato insieme agli anfitrioni della bella passeggiata. Pochi e con pazienza, soprattutto disposti a fermarsi alla lezione dell’Asino e a godersi in pieno la meravigliosa sensazione della semplicità un luogo straordinario.

Che c’entra tutta ‘sta bellezza silenziosa con il fragoroso Rally Italia Sardegna? C’entra eccome. È il Rally più bello, chiaro, il Viaggio del Rally, la Sardegna mai di passaggio, l’Italia inesauribile nel farsi scoprire incredibile. Ed è anche per ricordare che il Rally Italia Sardegna fa la sua parte e si fa conoscere anche quando gli viene riconosciuto ufficialmente il più alto grado di compatibilità ambientale per una manifestazione motoristica. Ecco, qualcuno griderà al paradosso, ma magari non si è accorto di aver buttato la cicca dal finestrino della fuoriserie.

Titoli di coda. Grazie a Sean Wheeler, cognome bi-compatibile e non casuale di un americano dall’appassionata Tiger a 3 cilindri e ora appassionato “major” di porto Torres, di cui Asinara è figlia e madre, al vicesindaco Marcello Zirulia che accompagna e si fa interprete di un’illusione protetta e morale, all’assessore Mara Rassu che ci tiene al posto in una Squadra destinata alla Champions, ad Antonio Muglia portavoce di una voce grossa, alla nostra guida, Paola, il braccio armato di un’idea assoluta, a Marco Giordo che è uno che ci tiene all’amore geografico della sua vita.

E grazie all’asinello bianco sdraiato in mezzo alla strada che ogni giorno usa questo stratagemma per fermare la nostra corsa e tenere la sua lezione sulla visione di un mondo più bello e non “inquinato” dall’indifferenza. Grazie all’Asinara, una di quelle piccole perle rare e stupefacenti dell’incredibile Sardegna.

Proprio così, la bellezza attrae, ed è così che Sa Sardigna ha magneticamente attirato a sé alcune delle più belle isolette del Mediterraneo. Carloforte e Sant’Antioco, un tempo alla deriva nei mari di Tunisia, le stupefacenti La Maddalena, Caprera e le piccole attorno, scese dalla costa francese per unirsi al Paradiso, la stessa Corsica in odore di riunione geologica.

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