WRC 2019. Sbalzi di temperature. Dalla Dakar al “Monte”

WRC 2019. Sbalzi di temperature. Dalla Dakar al “Monte”
Pubblicità
Piero Batini
  • di Piero Batini
Dalla Dakar al Rally di Monte-Carlo, senza soluzione di continuità. Piumino sulla t-shirt impestata di fesh-fesh, dall America del Sud all’Europa, dal Perù al Monte. Pronti al decollo del Missile WRC+ 2019
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
21 gennaio 2019

Monte Carlo, Principato di monaco, 21 Gennaio 2019. L’inizio dell’anno del Motorsport è sensazionale e… planetario. Prima la Dakar nell’emisfero Sud, poi immediatamente dopo, quasi solidali, il debutto del WRC con il Rallye de Monte-Carlo. Un vortice di massimi eventi. Il tempo di ufficializzare il risultato della Maratona Avventura per definizione e siamo già proiettati nei pronostici della uova stagione delle World Rally Car. Tutto questo è appassionante.

Toby Price e Nasser Al-Attiyah sono già nei rispettivi albi d’oro, incisi nelle tavole della Dakar, e si passa ai pronostici, alle ipotesi, alle considerazioni sulla stagione 2019 del WRC che sta per iniziare in un clima di incredibile e giusta attesa. Chi dice che il WRC non dice abbastanza di sé non sa quello che dice. Il Mondiale Rally sta vivendo una seconda (o terza secondo alcuni) incredibile giovinezza, e promette fuochi d’artificio. Ci sono piani, cambiamenti, accostamenti e soluzioni che era difficile anche solo immaginare e che sono scoppiati come novità inaudite innestandosi nell’evoluzione del WRC Plus come dinamite.

È una storia di sbalzi di tensione, soprattutto di temperature. Reali e irripetibili come metafore. Dai 40 gradi all’ombra dei deserti del Perù al gelo sottozero della Montagne di Gap, dalle cortine di fesh-fesh esplose dal passaggio dei Concorrenti della Dakar alle scie di neve proiettate dal passaggio delle gomme chiodate che strappano il ghiaccio dagli asfalti del “Monte”. È stata una battaglia bellissima fino all’ultimo dei 5.000 chilometri la 100% stupendo Perù, e sappiamo che sarà eccitante sin dai primi metri la battaglia che inaugura la stagione delle WRC+.

Perché crediamo che sarà una stagione WRC avvincente più della altre? Non ci è bastato il volume di emozioni scatenato dalla stagione appena chiusa? No, non siamo e non saremo mai contenti, e sembrano averlo capito Team, Marche, Organizzatori e Promoter che hanno spinto a fondo sull’acceleratore, immaginando il futuro come un missile in decollo, l’esplosione di uno stadio di propulsione via l’altro. Come direbbe Buzz Lightyear: “Verso l’infinito e oltre!”

Sébastien Ogier
Sébastien Ogier

Come siamo messi?

Bene. Le principali novità. Il Campione del Mondo Sebastien Ogier è finalmente al volante della Citroen C3 WRC. Una storia lunga, che per fortuna ha concretizzato un punto fermo prima della fine della stagione, in modo che si avesse il tempo di digerirla. Insieme al 5 volte iridato, tre VW e tre M-Sport, Esapekka Lappi, che esce dall’apprendistato Toyota e diventa la seconda guida Citroen Total World Rally Team (nome semplificato, saluto allo sponsor Abu Dhabi). Senza dubbio Lappi è uno dei Piloti più concreti per percorso di maturazione. Vittoria in Finlandia nel 2017, primo anno Gazoo Racing, e tre podi, Sardegna, Germania e Galles, nel 2018.

Toyota Gazoo Racing World Rally Team. Perde Lappi, ma resuscita, scusate l’impertinenza, Kris Meeke. E insieme a Meeke correrà Seb Marshall, il navigatore di Hayden Paddon in luogo dello storico Paul Nagle. Il tutto ha il sapore del voler tirare una riga sul passato e ricominciare… da un po’ più indietro, diciamo eliminando dalla storia il recente periodo Citroen. Meeke si considera al posto giusto nel momento giusto, uscito dalla frustrante metà stagione parcheggiato e in silenzio, e fa pensare di aver operato un completo reset per ripartire “fresh” ma carico al massimo. Insieme a Ott Tanak, che è stato l’esplosione dello scorso anno, Meeke rappresenta una linea di fuoco potentissima, e non resta che vedere come capitan Tommi Makinen saprà domare le sue belve, o per lo meno come tenerle sotto controllo per sfruttarne il potenziale di “ferocia” senza doverne subire eventuali conseguenze nefaste. Il lavoro migliore di Makinen, tuttavia, resta secondo noi la fiducia accordata, anzi confermata, a Jari-Matti Latvala, che potrà contare, quindi, su una maggiore stabilità per ricucire le maglie allentate di una carriera cui mancherebbe giusto il sigillo di un Titolo (o di un record).

M-Sport è stata in forse (o così ha lasciato credere, magari per giocare al ribasso con i Piloti e al rialzo con gli Sponsor) fino all’ultimo, lasciando intendere che poteva anche rinunciare o presentarsi alla nuova stagione con un programma ridotto e con Equipaggi di secondo piano. Alla fine non diremmo che è tato così. Innanzitutto c’è un nuovo Team Manager, Richard Millener, che sarà il facente funzioni di Malcom Wilson (il quale si considera più utile in ufficio per ripianare i bilanci e ricreare un flusso di cassa sereno). Poi la Squadra. Confermato, o riproposto Elfin Evans, e di fatto promosso Teemu Suninen. Una opportunità offerta a Pontus Tidemand, e una grossa scommessa con Gus Greensmith, programmi ridotti.

Il “lavorone” l’ha fatto ancora una volta la Squadra Hyundai Motorsport. Per certi versi una vera e propria rivoluzione. A capo della formazione Hyundai Shell Mobis WRT, base a Alzenau, non c’è più Michel Nandan bensì Andrea Adamo. Non si dovrebbe far troppa fatica, né andar troppo fuori dallo specchio di porta nel considerare che la scelta del cambio possa imputarsi ai risultati, non soddisfacenti e non allineati nemmeno con i programmi più “rilassati” del marchio. Non penso che Hyundai non abbia vinto nel 2018 per una questione di scelte, ma è pur vero che sei anni da co-protagonista non sono un obiettivo. Quindi vita nuova, obiettivi non cambiati ma sottolineati e, seppure conservandone l’ossatura di base, anche una formazione che può essere considerata tutta nuova. Confermati, infatti, Thierry Neuville, Andreas Mikkelsen e Dani Sordo nei ruoli occupati nel corso della stagione passata ma, ecco la bomba di fine stagione, è arrivato Sébastien Loeb. Il fuoriclasse alsaziano si era visto emarginato dai programmi PSA, non ha ritenuto che fosse giusto o che fossero maturati i tempi, e ha operato uno switch epocale. Ha chiuso una carriera-storia con Citroen e Peugeot e ha accettato l’offerta Hyundai. Si tratta di un programma parziale, ma non importa molto. Dopo aver chiuso al terzo posto la Dakar con una Peugeot privata, Loeb invece di salire sul podio è salito sul primo aereo ed è tornato in Europa per mettersi al lavoro sul Monte-Carlo, da +40 a -20, diecimila chilometri, dodici ore di volo e sei di fuso orario, l’”Animale da Palcoscenico del Motorsport ritorna al Teatro del WRC.

Protagonista della stagione 2019 del WRC anche Hyundai
Protagonista della stagione 2019 del WRC anche Hyundai

Questi sono gli uomini e le strutture principali. C’è una storia da scrivere per il WRC2, il regno delle R5, una per il Mondiale Junior, che diventa faccenda sempre più dannatamente interessante. C’è da andare a vedere dove sono quei Piloti messi in “panchina” o esclusi dal grande giro.

E soprattutto, c’è da vedere cosa c’è di nuovo sotto i cofani. Che ne è stato delle Macchine nel corto Inverno, e in che modo si sviluppa l’iter di affiatamento, ancor più delicato in presenza di forti innovazioni o, per definizione, nel caso di cambio di sedile. Per ora possiamo dire che le WRC sono bellissime nelle loro livree molto o solo parzialmente modificate. Tutte si presentano con una nuova forma di aggressività, soprattutto Citroen e M-Sport che hanno cambiato molto e “travasato” lo Sponsor principale. Solo più avanti, e forse non bastano i pochi giorni che ci separano dal Monte-Carlo, sapremo un po’ di più di come vanno.

Pazienza, ci sono ben 14 Prove per scoprirlo con precisione assoluta, dal Monte di adesso, subito, all’Australia di metà Novembre, compresi Corsica e Turchia, rispettivamente in tema di esclusione e rientrato alla grande, e con il benvenuto al Cile che si accoda all’Argentina a cavallo tra Aprile e Maggio.

Argomenti

Pubblicità