WRC 2019. Spagna Catalunya. -1. La strana quiete dopo la tempesta

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Non è ancora successo niente ed è come se tutto fosse già… stato. Tanak Campione, qualcuno pronto a leccarsi le ferite. Ultimi fuochi possibili e strategie conseguenti, speranze che non si possono dire. Apparente, “sospetta” serenità
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
24 ottobre 2019

Salou, Spagna, 23 Ottobre. Come fai ad andare a chiedere a un Pilota cosa ha pensato di fare per diventare Campione del Mondo con una prova d’anticipo, a un Manager dove ha sbagliato quando uno scherzo del destino può ancora salvarlo, a un Costruttore se, tante volte, era il caso di…? Niente, non puoi. Te ne stai zitto e chiedi altro, sbirci negli sguardi e in un gesto delle mani alla ricerca di un indizio trasversale, cerchi di comprendere. Se mai sei stato sotto pressione, quella era nulla in confronto a quello che cova sotto la cenere di un’apparente quiete dopo la tempesta.

La tempesta, quella… non vera è di là da venire. Tempesta di trionfo, di gioia, di liberazione, o di delusione, di sconfitta, di nulla di fatto, che poi è come aver fatto peggio. La tempesta, quella vera, c’è già stata. È passata da Salou la sera del martedì. Vento e pioggia, grandine, fortissimi, torrenti d’acqua a… due corsie e strade come guadi impossibili da attraversare. Auto in mezzo… al mare di acqua sceso dalle montagne, parcheggiate ai bordi dei marciapiedi come navigli in banchina. Una forte scossa d’acqua, inaspettata, violenta, così tanto da distogliere da qualsiasi pensiero almeno per un paio di ore. Dunque benvenuta!

Anche chi è in un vicolo cieco si arrampica sugli specchi e spera che tutto sia ancora possibile, umanamente imperscrutabile e affrancato da qualsiasi regola, dunque pur sempre un’opportunità. Una deviazione del corso delle cose su una direttrice parallela. Come in Ritorno al Futuro.

Ah, scusate, parliamo di WRC, della penultima Prova del Mondiale 2018 con situazioni e ruoli già in parte delineati e un margine di “errore” che genera inevitabilmente forti tensioni.

Ott Tanak è rassicurante, di una freddezza spettrale. È gentile, affronta le domande più assurde come se cascassero dalle nuvole e non potesse evitarle. Eppure appena gli si dà l’occasione sorride, gli si illuminano gli occhi. Non ti dice chiaramente come stanno le cose, ti fa capire che ci ha pensato a lungo, che è difficile anche per lui considerare di non essere sulla strada giusta.

Gli chiedo se ha pianificato di vincere il Mondiale qui o in Australia. Una grossa differenza per uno stesso risultato, in gran parte già dipendente da 12 di 14 Rally di Mondiale disputati. In realtà avrei voluto chiedergli a cosa pensava. Una di quelle domande raccapriccianti da mezzanotte e dintorni. Sorride di nuovo. Dunque sappiamo a cosa pensa Tanak anche nei momenti più controllati, cosa sogna.  Ritorna padrone di sé e trova anche il modo di offrirti una risposta “tecnica” pertinente. “Se non rischi qualcosa puoi rischiare di perdere tutto. Non devo rischiare troppo ma correre come ogni volta che sono andato alla ricerca di un risultato. Quasi tutte. Se non funziona, se partire per primo dovesse rendermi il confronto impossibile, se dovessi rendermi conto che sto rischiando troppo per ottenere poco, allora dovrò accontentarmi del risultato possibile.”

Sebastien Ogier non è così sereno. Credo. Ha i tratti del viso più trasparenti del solito, indecifrabili, però potrebbe essere spazientito da chi gli chiede come intende raddrizzare la situazione, indirettamente accusandolo di non essere più l’Uomo in grado di fare la differenza. Diventa una sfinge ed è come se gli facesse meraviglia che si chieda questo proprio a lui. Allora vado da Pierre Budar. Altra domanda trasversale. Chi ha messo in giro la storia della terza Citroen in Australia? “Noi. Lo abbiamo comunicato. Ma è una iptesi legata all’eventualità che Ogier sia ancora in corsa per il Titolo.” Ma scusa, non era meglio pensarci prima, a fare tre Macchine? Conosco la risposta, forse è la domanda che dovremmo porre a Ostberg, tanto per seminare zizzania. A Budar faccio la stessa domanda dall’inizio dell’anno. “Impossibile. Previsto diversamente!” Budar mi è enormemente simpatico. Per me ha preso in mano un Team ma anche una patata bollente. Ingegnere efficace, pragmatico e schivo, è stato catapultato in mezzo all’arena. Probabilmente è stato la pedina fondamentale dell’arrivo di Ogier dopo anni di riluttanza del Pilota. Ha trasformato la C3 in una Macchina competitiva. Nell’anno del centenario di Citroen, per una ragione di cui non riesco a farmi una… ragione, gli avranno detto che oltre Ogier non si poteva andare. Lappi, due Macchine e, per favore, il Titolo Piloti.

Mi pare un po’ un leone in gabbia.

Che chiedere a Andrea Adamo in un momento, fosse per me, insopportabilmente delicato? Altro Manager simpatico. Per certi versi rivoluzionario e dunque simpatico due volte. “Delicato? Non più di altri nel corso della stagione.” Oggi ho la mania della domanda trasversale, a trabocchetto. Quando hai preparato la Carbonara per l’inglese, al Galles, la pancetta l’hai portata da casa o l’hai comprata in Inghilterra? “Non la pancetta, ho trovato il guanciale!” Era la risposta che mi auguravo. Non si può comprare pancetta nel Pese del bacon, quindi adesso ho la certezza che Adamo ha fatto di tutto e di più, e bene. Come si deve fare se si tiene al risultato con dignità e senso intransigente della responsabilità. Non è questione di ambizione, e neanche di orgoglio. Magari mi sbaglio, poco o tanto qualcosa è cambiato, e chez Hyundai altro cambierà ancora. Intanto merita un premio. È lì. Vicino. Provo a supporre, concretamente, che Neuville sia stato spostato sull’obiettivo del Mondiale Costruttori. In cambio una grande atmosfera di Team, presupposto essenziale per parlare al futuro. Questo è quello che mi pare di notare.

Mi perdo nelle deduzioni. Non mi dispiace. Non sono caduto nella trappola di chiedere come si affronta la fase cruciale del Mondiale, come si gestiscono 28 punti, in vantaggio o dovendo inseguire, come si sovverte un trend sfavorevole, come ci si sente vicini a perdere un’altra volta. Ho bisogno, tuttavia, di un giudizio concreto, globale. Jari-Matti Latvala.

“Tanak è stato molto forte, dominante per tutta la stagione. Non avesse avuto quel paio di contrattempi il Mondiale sarebbe già chiuso. Ogier è stato come sempre incredibilmente consistente. Inizio di stagione bellissimo, e un bel recupero in questa ultima fase. Così è riuscito a tenere aperto il Campionato. Neuville è stato in moti casi il Pilota più veloce, ma con l’incidente del Cile ha perso punti e, forse, il filo del discorso. Aprire in Spagna è un incubo. Se le condizioni delle strade lo permetteranno Tanak ha un’opzione per chiudere il Mondiale qui. Se, invece, dovrà lavorare troppo per ripulire le strade il verdetto potrebbe anche slittare all’Australia. Ogier ha una chance se la sua Macchina è migliorata sull’asfalto. Neuville in Spagna è molto forte. Ma per prima cosa bisogna vedere come saranno le strade dopo così tanta pioggia.”

E di Latvala, vogliamo parlare? Ancora in corsa per vincere un Rally Mondiale quest’anno, almeno uno all’anno come da dieci anni? Oppure sei votato alla Causa della difesa del Titolo Costruttori?

“Da un po’ di tempo non ho altro pensiero che la conferma del Titolo conquistato lo scorso anno da Toyota. Riprenderò a pensare a vincere le Gare l’anno prossimo, a patto di avere una buona Macchina.” Più sibillino di così non si può, ma la domanda più precisa gliela faremo un’altra volta.

Pronti. Ripulito il cielo e ripulite le strade, parte il 55° RallyRACC Catalunia-Costa Daurada. Shakedown!

Foto: Manrico Martella

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