WRC 2020. Monte-Carlo. Perché partire da Neuville?

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Piero Batini
  • di Piero Batini
Stagione 2020. Molte novità e rinnovamenti, sconvolgimento delle formazioni, attese, prospettive e “piani” di un inevitabile “spinning” degli obiettivi. Parleremo di tutto, ma perché non iniziare da… ciò che resta dell’”antico”?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
22 gennaio 2020

Punti chiave

Monte Carlo, 22 Gennaio. Monte-Carlo 2020, 88ma Edizione, tradizionale, lussuoso, iconico e straparlato primo appuntamento con il Mondiale World Rally Car. Per iniziare. Per essere già dentro. Per non aver mai avuto il tempo di riposare tra una stagione e l’altra. Per rendersi conto che il pianeta WRC gira su un’orbita mostruosamente rapida e incredibilmente vicina al cuore degli Appassionati.

Libro sempre aperto, anche durante il periodo lampo dell’intervallo cosiddetto invernale, il Mondiale WRC gira pagina e si butta capofitto nella Stagione 2020. Prima un saluto all’Australia, che continua a bruciare e il cui appuntamento 2019 andato perduto non ci deve far dimenticare di dedicare un pensiero, di cuore, alla data oceanica ora spostata in Nuova Zelanda. Tornerà, il Rally Australia, tornerà.

Da dove iniziare? Dal calendario? Dalle Macchine di cui come al solito si sa solo quello che ci vogliono far sapere? Dai sempre expectata Regolamenti & Nuove Tendenze di cui sembrano sapere meno anche loro e che sono tutti da scrivere, proporre e, soprattutto, digerire e accettare? Da una coraggiosissima e indecente ipotesi di favorito numero 1? Chi mettiamo in copertina, insomma?

 

A Neuville la prima copertina

Ci mettiamo Thierry Neuville. Perché si parte da un pensiero simpatico e sintetico. E vi si spiega anche perché.

Thierry Neuville. Visto per la prima volta seriamente in azione nel 2013, in Sardegna con l’immancabile Fiesta della gavetta e delle grandi aspirazioni. Per me avrebbe anche potuto vincere lui e invece, e qui si vede quanto vale il pronostico e l’”esperienza”, Thierry arrivò secondo. Non bastasse, si era già in pieno miracolo tedesco, ormi riconoscibile, e Sébastien Ogier stava incubando la sua serie stratosferica. Thierry aveva già la mania dell’occhialetto fluo ad alta visibilità, il che non gli dava particolare importanza o spessore, e già guidava da dio. Ero sicuro che sarebbe diventato Campione del Mondo di lì a poco (c’ho preso alla grande, eh?).

Invece iniziava un’altra gavetta. Neuville si accompagnava alla nuovissima e inedita Avventura Hyundai e si destinava di buon grado a rimandare il (mio quanto suo) sogno. Da lì alla pagina dei frustrati, tuttavia, si fa fatica a crederci, il passo è stato… lunghetto.

Lanciato verso i 32 anni, Thierry Neuville mette in curriculum 11 stagioni di WRC che gli fruttano oltre 100 presenze e 200 Speciali vinte, 40 podi, 12 vittorie, di cui due in Sardegna, e ben cinque secondi posti di Campionato, gli ultimi quattro consecutivi che gli valgono anche quest’anno il Titolo di… Viceré in carica. Naturalmente, essere eterno secondo non è la massima aspirazione di nessuno, quindi l’asticella è sempre quel tantino più in alto, ovvero a fondo scala.

Neuville ha incontrato sulla sua strada la gavetta di Hyundai, la barriera Ogier, alcuni episodi sfortunati e alcuni errori al limite del grottesco. Fosse venuto meno anche uno soltanto degli sbarramenti minori… sarebbe in un altro mondo. Per cui limitiamoci alla considerazione privandola di ogni sfumatura di frustrazione. Ora di dare una svolta al “trend”, insomma, indirizzandolo verso un cap giusto.

 

Rinnovamento (quasi) totale

Ecco il primo motivo per partire da Thierry Neuville. Andiamo avanti

Le dieci WRC Plus iscritte e alla partenza del Monte-Carlo 2020 concentrano un 90% di cambiamenti, molti importanti, clamorosi. La coperta si è accorciata con il forfait Citroen, e chi sta sotto, Hyundai, Toyota, Ford M-Sport, il Promoter, cerca di allungarla come può. Certo la defezione pesa, almeno sul piano morale. Comunque. Tanak ha cambiato passando da Toyota a Hyundai, Ogier ha cambiato, dice per l’accorciamento della coperta e la “coperta” dice per via del Pilota, da Citroen e Toyota. Esapekka Lappi torna a far grandi le aspirazioni di M-Sport che promuove Suninen fisso.

Andiamo avanti. Elfyn Evans cambia tutto e gioca la carta dei grandi con Toyota. Kalle Rovanpera diventa definitivamente grande ed è promosso prima guida WRC da Toyota, e analogamente M-Sport promuove Gus Greensmith. Facciamola breve. Toyota Gazoo Racing è un Team completamente, tutto nuovo, M-Sport torna a puntare in alto dopo l’anno sabbatico, e Hyundai rivolge la sua attenzione sull’obiettivo massimo, confermare il Titolo Costruttori e “fare il meglio” per il Titolo Piloti. In poche parole punta dichiaratamente allo strike con una formazione a due “punte” per il Campionato Piloti e sulla quarta i20 Coupé per la difesa del Titolo già in possesso. Anche questo è un cambiamento, anche se, di fatto, Loeb e Sordo vedono solo di poco aumentare il carico di lavoro loro assegnato.

Nel frattempo, altra nota dolente, il Mondiale perde per strada alcuni volanti eccellenti. Sempre per la problematica della “coperta corta”. È un po’ triste e molto un peccato, che negli ultimi tre anni siano rimasti a casa Piloti come Paddon, Hanninen, Lefebvre, Breen, Meeke, Mikkelsen, Latvala. Qualcuno forse in età pensionabile, qualcun altro destinato a un periodo di riflessione, qualcun altro, tipo Latvala e Meeke, tutt’altro che arresi e arrendevoli. Ma è la Storia, che al momento, vigilia stretta del Monte-Carlo numero 88, descrive questi fatti.

 

Se mettiamo, dunque, tutti questi accadimenti come note a lato della lista dei partenti da Monaco, ci si accorge ancor più chiaramente che è tutto nuovo.

Tutto nuovo. Tranne Thierry Neuville. Infatti. Neuville non ha cambiato casacca. Neuville è e resta prima guida di Hyundai (ora solo in coabitazione con Tanak). Neuville avrà gli stessi avversari di sempre, magari iper motivati, Ogier sempre su un’altra sponda, Tanak ora come una serpe in seno. Neuville è oggi l’emblema unico della continuità, della “conservazione dell’energia” e della fiducia.

Neuville, infine, parte ancora da secondo, cinque volte secondo.

Ma Thierry ha un anno di esperienza in più, un obiettivo chiaro e senza sfumature, la forza della deadline netta sul profilo dell’orizzonte.

Nell’unicità della continuità dell’esperienza ha il valore che, se aggiunto correttamente, può fondere prospettiva e augurio nella risultante di… cambiamento epocale della sua carriera.

Foto: WRC.com . Hyundai Motorsport Media

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