WRC16 Svezia: Magari più Tropicale, ma si fà!

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  • di Piero Batini - Manrico Martella
Tutti contro gli svedesi e il Rally di Svezia senza neve. Ma che c’entrano gli svedesi? Colpa del Signore? È successo che per dieci giorni, invece di nevicare ha piovuto. Apriti cielo! Ma con molto impegno e buona volontà…
  • di Piero Batini - Manrico Martella
12 febbraio 2016

Karlstad, 12 Febbraio. Il disgelo è un’altra cosa. Ormai, anzi, un evento storico di politica romantica abbondantemente superato, quasi dimenticato. Il Rally Mondiale di Svezia, invece, è lì che aspetta ancora. Di vedere che faccia avrà. Ma la paura è fugata: il Rally di Svezia, seconda prova del Mondiale WRC 2016, parte venerdì mattina con i 16 chilometri della Prova Speciale di Torsby, 08:51 cascasse il mondo!

Beh, proprio caduto no, ma ci è andato vicino quando il meteo ha rovesciato l’immaginario al di sotto dei 60 gradi di latitudine Nord, e di conseguenza l’immagine reale di quello che era ancora un Rally, ma in angosciosa attesa del peggio. Per sollevare gli animi hanno iniziato a circolare anche le prime immagini dei successivi Mondiale “caldi”, Messico e Argentina, con gli scenari di PS suggestive e soleggiate, disegnate per lo spettacolo. E intanto, all’ippodromo di Karlstad dove era stata programmata l’inaugurazione agonistica con la prima disputa vera e propria, a sfondo spettacolare, certo, il colpo d’occhio era tutt’altro che attraente. Facile immaginarlo. Più “arato” e dissodato del suolo di un ippodromo c’è solo il campo di carciofi prima della semina. Ma “tradizionalmente”, di questi tempi sul “prato degli zoccoli” c’è uno spesso manto di neve, e lì il gioco delle chiodate è purissimo, quello sì, spettacolo. Facile, allora, immaginare la scena che non ci sarà, soprattutto ora che centinaia di chiodi opportunamente piazzati sulle coperture delle moderne WRC possono proiettare una Supercar da zero a cento in un tempo che è inferiore di un terzo di quello necessario alla stessa macchina dotata di pneumatici “puliti” sulla terra!

Alla vigilia del Rally, pur rimaneggiato, pur stravolto, pur ridotto miseramente nei contenuti e nelle distanze, Ogier si è detto pronto a dare come sempre il meglio di sé, nello specifico facendo di tutto per adattarsi alle modificate situazioni

“Ma che è successo di così devastante”? È successo che il meteo ha cambiato idea, e dopo migliaia d’anni di freddo, neve e gelo, ha pensato bene di destinare uno scorcio di autunno quasi tropicale alla Svezia, soprattutto alla regione più a sud interessata dalle vicende del 64° Rally Svezia. Del resto bisogna forse farsene una ragione, la contea che ha per capoluogo Karlstad si chiama Varmland, nome composto che sta a significare, più o meno e almeno, terra tiepida, e nel 1950 il neonato Rally di Svezia si chiamava del Sole di Mezzanotte. Non si arriverà a tanto, ma un briciolo di calda evocazione sembra quasi d’attualità.

E allora ci vogliono un’idea e tanta buona volontà, non le solite, inopportune polemiche che mortificano chi non ha colpa e continua a lavorare con i piedi nel fango per mandare avanti la manifestazione. Polemiche e critiche, io penso, del tutto inutili. Vero è che da anni si dice che il Rally potrebbe essere spostato più a nord, o più decisamente verso la Norvegia dove comunque si salveranno le prove speciali anche del Rally di quest’anno, ma è altrettanto vero che la tradizione non è solo un fatto esoterico, ma fonda le sue basi anche sull’esperienza che si acquisisce in un luogo e per quel luogo. Ha cominciato, tra gli altri, Sébastien Loeb, chiamando in causa il rischio. Ma benedetto figliolo, non ti sarai mica bollito il cervello a Fiambala?! Hai mica visto cosa hanno fatto i tuoi ex colleghi solo un paio di settimane fa, saltando dal secco al ghiaccio a bordo strapiombo e a velocità supersonica? E quello allora non è rischio? Anche l’altro Sébastien, Ogier, che forse può esercitare un peso più fresco sul carico del malumore si è dapprima espresso criticamente, salvo poi rientrare prontamente nei ranghi del perfetto professionista, quasi da calciatore, e ha gettato acqua - no, quella no, ne è già scesa abbastanza - sul fuoco delle polemiche. Alla vigilia del Rally, pur rimaneggiato, pur stravolto, pur ridotto miseramente nei contenuti e nelle distanze, Ogier si è detto pronto a dare come sempre il meglio di sé, nello specifico facendo di tutto per adattarsi alle modificate situazioni. Non più neve ma, si spera e se ne è convinti, almeno terra e ghiaccio.

Non credo che Ogier si discosterà troppo dagli obiettivi di sempre e punterà dritto alla terza vittoria da offrire a Volkswagen. Credo che Neuville, che lo scorso anno fu bravissimo in Svezia e che a Montecarlo ha ritrovato parte del “morale”, non si lascerà scappare l’occasione di far fare un’altra bella figura alla nuova Hyundai

Ma l’idea? Semplice, non nuova ma opportuna. Sulle strade disastrate dalla pioggia di molte speciali, tra queste la Vargasen, la Varmullasen, la Fredriksberg e appunto la nuova inaugurale di Torsby, gli organizzatori sono passati e ripassati con la macchina livellatrice. In questo modo hanno sistemato il fondo in attesa che il meteo ritorni sui suoi passi, come è annunciato, e restituisca al Rally di Svezia almeno quelle temperature che trasformino le piste da Sardegna Italia in nuovi enigmi di ghiaccio. Meglio che niente? Di più, se la temperatura scende forte e il ghiaccio si impadronisce delle strade del Rally, questo sarà solo diverso e atipico, se vogliamo, ma non di certo meno interessante dal punto di vista agonistico. Sempre Ogier, per esempio, “briefa” i colleghi spiegando che nelle condizioni di fondo che si prospettano il problema sarà cercare di non perdere troppi dei 380 chiodi dalle gomme, artigli d’acciaio al tungsteno di 2 centimetri, per sette millimetri “esposti” fuori dalla gomma, rischiando così di ritrovarsi a corto di “unghie” sui tratti più ghiacciati.

Diciamo che magari qualche carta si è rimescolata nel mazzo, che qualcuno sarà più contento, qualcun lo sarà di meno e, infine, qualcun altro si mangerà le mani per non poter essere lì in una situazione che, tutto sommato, poteva anche essere più congeniale. Vedi Robert Kubica. Non credo che Ogier si discosterà troppo dagli obiettivi di sempre e punterà dritto alla terza vittoria da offrire a Volkswagen. Credo che Neuville, che lo scorso anno fu bravissimo in Svezia e che a Montecarlo ha ritrovato parte del “morale”, non si lascerà scappare l’occasione di far fare un’altra bella figura alla nuova Hyundai. Non credo proprio che Latvala rinuncerà al suo Rally preferito solo perché non sarà propriamente quel “Festival dell’Inverno” che gli organizzatori reclamizzano, che Ostberg si tirerà indietro ora che sembra aver ritrovato l’umore ideale, e come sempre mi aspetto molto da Kris Meeke.

Cerchiamo di essere ottimisti, dunque. La situazione, con già otto prove cancellate e altre ancora “sotto sorveglianza” è difficile ma non tragica. Ha smesso di piovere, e la temperatura sta scendendo, è già tornata più “familiarmente” sotto lo zero, e da qui a domenica scenderà ancora. Il peggio… dell’autunno è passato!

Credits PhotoManrico Martella, Alessio Martella, Federico Baratella

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