WRC17 Argentina. Aspettando El Condor

WRC17 Argentina. Aspettando El Condor
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Quinta data del Mondiale WRC, una delle più “temute”. Il Rally Argentina è di difficile interpretazione, a priori. “Griglia” corta, meteo incerto ma promettente, strade brutte e… ri-strade pessime. C’è, insomma, da stare attenti
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
28 aprile 2017

Villa Carlos Paz, 28 Aprile 2017. Tocca al Rally Argentina, dopo “Monte”, Svezia, Messico e Francia-Corsica la quinta prova del Mondiale WRC 2017 è ancora avvolta nel cappotto. Lasciati quelli europei, con un’eccezione di clemenza meteo per il Tour de Corse, si passa ai soprabiti dell’incombente inverno sudamericano per affrontare i rigori… del Rally Argentina, eccellenza del delirio passionale sudamericano. Molto più che semplice tifo per un appuntamento che non si dovrebbe mancare. Il meteo, comunque, si lascia scappare la promessa di un lungo week end di sole, e le temperature, rigide di notte e alle prime ore del mattino, si stemperano durante il giorno tendendo in previsione ad aumentare, di poco ma in quello stile che è rassicurante. Intanto, questo è certo, restano ben presenti i “danni” lasciati dalle recenti, copiose piogge, sugli sterrati di Cordoba e dintorni. Nessun timore, sulla carta, per i problemi di temperatura accusati dai motori delle nuove WRC plus in parecchi casi in Messico.

In compenso l’avvisaglia… certa è quella del degrado delle strade, una caratteristica saliente di questo Rally. Il decadimento, infatti, progressivo in genere, diventa quasi “digitale” nel caso del Rally argentino, poiché tra il primo e il secondo passaggio sulle Speciali la situazione che i Piloti incontrano è radicalmente diversa. In peggio, naturalmente.

L’anno scorso il primo ad andare in testa fu Ogier, poi il francese fu rilevato da Latvala fino alla 14ma Speciale, quando il finlandese finì fuori. A vincere fu un convincente e inedito Paddon, che pure rischiò facendosi recuperare 20 dei 22 secondi di vantaggio da Ogier, sempre in agguato, a causa di un’intermittente funzionamento della i20. Sul podio salì anche Mikkelsen. Altri tempi, c’erano le VW ma non ancora la fanta WRC Plus. Indietro nel tempo, ma non fino alla 1a edizione vinta nel 1980 da Rohrl con una 131, in Argentina hanno dunque vinto Paddon, Meeke e Latvala, e mai Ogier nonostante i sette assalti. Il Campione del Mondo degli ultimi 4 anni tenterà sicuramente ancora, forte della più universale delle WRC+, la Fiesta di M-Sport, ma non certo andando a chiedere consiglio al Re che dal 2015 al 2013 ha vinto otto volte, lasciando solo quella del 2010 a Hanninen, poiché non c’era: Sébastien Loeb.

I forti della storia ci sono tutti, e dopo 4 Rally con 4 diversi vincitori, o c’è un bis o si va al record storico. Ogier, Latvala, Paddon. Meeke. Neuville. M-Sport ha portato 5 Macchine, quasi metà delle WRC+ in campo. Quindi quelle per Ogier, Tanak e Evans ma anche quelle di Lorenzo Bertelli, che rientra dopo il Messico, e di Mads Ostberg, visto l’ultima volta in Svezia. 3 le Hyundai, Paddon, Neuville e Sordo, due sole le Citroen, Meeke e Breen, Lefebvre come previsto a casa. Toyota porta in Argentina le Yaris WRC di Latvala e Hanninen, ma il Team Gazoo Racing presenta anche Esapekka Lappi, che i maligni indicano in prospettiva come sostituto dello stesso Hanninen. Nel frattempo si fa sempre più rarefatta la posizione dell’assente Mikkelsen che, se è vero che va liberandosi dal retaggio VW, si vuole in marcia di avvicinamento verso Hyundai.

Tra le forze del Rally Argentina un pubblico stratosferico, in tutti i sensi, che in passato ha dato anche qualche grattacapo agli organizzatori. Tra le debolezze la news preoccupata sulla partecipazione, non certo plebiscitaria. In tutto, 25 iscritti al Mondiale e 21 cronometrati allo Shakedown, più una ben più nutrita partecipazione al Rally a validità nazionale. Anche in Messico, tuttavia, erano pochi, addirittura uno meno, ma le ragioni sono fisiologiche per il Messico e regolamentari (omologazioni) in Argentina. Resta il fatto, dai più visto come fenomeno di crisi potenziale, del calo di iscritti rispetto alle due edizioni precedenti. In realtà si potrebbe osservare che nel basso numero di partecipanti c’è un alto indice di concentrazione di valori, e una forte tendenza alla specializzazione.

È la ragione per cui cui sempre di più e sempre più estesamente i pochi iscritti diventano una caratteristica dei Mondiali. I costi sono uno degli spartiacque, e nonostante le promesse di Macri l’inflazione in Argentina galoppa al 40%, il livello tecnico sempre più alto un altro, le complicazioni logistiche un terzo. Se poi si pensa al fatto che il Promoter sta lavorando a un Mondiale con 16 prove, un terzo di più delle attuali, la “radiografia” è più chiara. Un Mondiale con meno “attori”, Piloti, Navigatori, Team e Fabbriche, per uno spettacolo sempre più interessante e avvincente. Che poi si debba stare attenti alla forbice che possa… tagliare l’equilibrio ideale, beh, questa è un’altra storia delicata. Così come lo è, del resto, la sfida del WRC+.

Foto: Santiago Monti, Federico Baratella, Manrico Martella

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