WRC17 Australia. Day 2: Fuori Mikkelsen, avanti Neuville, sempre Hyundai

WRC17 Australia. Day 2: Fuori Mikkelsen, avanti Neuville, sempre Hyundai
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Thierry Neuville assume il comando delle operazioni e si stacca a sua volta, 20 secondi di vantaggio su Latvala e 40 su Tanak. Escono di scena Mikkelsen, forature, Meeke, “toccata”, ma rischiano Rovanpera e anche Ogier
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
18 novembre 2017

Coffs Harbour, 18 Novembre 2017. Massimo Carriero, il nostro consulente Campione del Mondo, aveva perfettamente ragione quando diceva che il Rally Australia è singolarmente imprevedibile. Durante il suo briefing, Carriero ci spiegava che, in condizioni così variabili di terreno (ma ci si è messo anche il maltempo, e dovete capire cos’è anche solo un temporale sulla terra rossa ai margini del bush australiano) basta davvero poco per inciampare in un errore e pagare carissima la “svista”. Anzi, riascoltando l’originale del briefing, le espressioni usate erano assai più colorite, e la descrizione delle conseguenze molto più efficaci. Comunque aveva ragione Lui, il responsabile Disegno Vettura di M-Sport. Non c’è pace al 26° Rally Australia, la fisionomia della Gara è costantemente incerta e aperta, protagonisti e outsider vanno giù come birilli. La circostanza ideale per scoprire solo alla fine le “ragioni” del vincitore.

D’autorità Andreas Mikkelsen aveva concluso la sua prima giornata di Gara come una stupenda continuazione del Rally vinto a mani basse lo scorso anno. Aveva, sì, la leggera e informale pressione del compagno di Squadra che rincorreva alle sue spalle, ma nessun cappio attorno al collo, tale da costringerlo a una qualsiasi azione “disperata”. Così è senza… disperazione che il biondo norvegese esce di scena all’improvviso, con una “sbancata” violenta contro la sponda del biliard… dello sterrato. Talmente violenta che non una, bensì due ruote della i20 Coupé, fino a quel momento saldamente al comando, si afflosciano costringendo il neo-acquisto Hyundai alla resa.

Poco male, Neuville si affretta a rilevare il ruolo di Mikkelsen. Del resto il belga era pronto ad un errore dell’”amico”, per questo lo incalzava senza dargli tregua. Nel momento del “misfatto”, il norvegese era quasi ormai a tiro e il belga aveva chiaramente dimostrato di avere nelle corde, ma soprattutto nella padronanza della perfetta i20, quel sorpasso che si realizzava, invece, per un colpo di scena. Accadeva al secondo chilometro della 10a Speciale, seconda di giornata, la prima Newry17 di 20 chilometri. Mikkelsen, troppo largo su un curvone sbatteva violentemente la fiancata della sua Hyundai e, due gomme kaput, era costretto al ritiro.

Non per questo il Rally di Neuville diventa una passeggiata. Meeke, terzo a una ventina di secondi con la Citroen, sta riprendendo confidenza con il… Meeke d’assalto, elemento pericoloso ma incorreggibile, e soprattutto Latvala, incolore durante la prima Tappa ma ritrovatosi a una manciata di secondi dalla leadership, decide di svegliarsi. Così Neuville, che pensava di potersi concedere una tappa di contenimento, torna sulla decisione avventata e, concesse la decima a Latvala e l’undicesima a Tanak, vince di forza 12ma, 13ma e 15ma, dopo l’annullamento della 14ma per l’instabilità di un ponte, e ristabilisce le distanze. Latvala torna a una ventina di secondi alle spalle di Neuville, e Tanak addirittura al doppio della lunghezza. E Meeke? Sfortunato, questa volta lo si può ben dire, l’irlandese che con la Citroen manteneva con “confidenza” un bellissimo terso posto, infrange l’ennesimo sogno di Matton e esce di scena durante la 12ma Speciale, in conseguenza dell’irreparabile danneggiamento di un braccetto della sospensione posteriore destra nell’urto contro il muretto di un altro ponte.

Caratteristica del Rally, diceva Carriero. Mikkelsen, Meeke, ma anche lo stesso Ogier, che per poco non deve tirare il sipario per un “lungo” che per fortuna, si risolve solo con l’antiestetica perdita del musetto della Fiesta Campione del Mondo. E Rovanpera, il diciassettenne finlandese ormai “grande” e non solo clamorosa rivelazione, che fatica a farsi strada nel Mondiale dei “grandi”, ma che si adegua alle esigenze della gavetta. Kalle ha cambiato sistema di note. Poteva farlo durante l’inverno ma ha pensato che era meglio affrontare subito la questione. Il tempo passa in fretta, a quell’età, e non bisogna perderne.

Mikkelsen, Meeke, ma anche lo stesso Ogier, che per poco non deve tirare il sipario per un “lungo” che per fortuna, si risolve solo con l’antiestetica perdita del musetto della Fiesta Campione del Mondo

Comunque, a una Tappa dalla fine, la situazione è perfettamente “stabilizzata” (anche se questa è una parola grossa, all’Australia difficile da tradurre e impossibile da applicare a priori). Neuville, che ha vinto altre quattro speciali, venti secondi, Latvala, venti secondi, Tanak, venti secondi, Breen, venti secondi, Paddon, venti secondi, Ogier. E così via, solo l’irriducibile Lefebvre, con la terza Citroen, è un po’ più vicino a Ogier, e Evans appena più lontano dal “francesino”.

Manca solo la domenica di Coffs Harbor. 64 chilometri nelle cinque prove speciali che restano da disputare, compresa le Wedding Bells che suoneranno per il Power Stage finale del Mondiale 2017.

Foto: Hyde Ross, Manrico Martella, Red Bull, Rally Australia

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