F1. Kimi Antonelli promosso, Lewis Hamilton bocciato: le pagelle della stagione 2025

F1. Kimi Antonelli promosso, Lewis Hamilton bocciato: le pagelle della stagione 2025
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I promossi e i bocciati della stagione 2025 di Formula 1 nel nostro pagellone di fine anno
21 dicembre 2025

È possibile affermare che il pilota che ha perso il titolo per due punti sia il vincitore morale, ma allo stesso tempo riconoscere pieno merito al neocampione ufficiale? È sulla soluzione di questa contraddizione apparentemente insolubile che abbiamo meditato prima di buttare giù questo “autorevolissimo” pagellone di fine anno.

Perché chiariamolo subito: Norris ha vinto perché aveva l’auto migliore (come la stragrande maggioranza dei piloti iridati nella storia della F1 peraltro) ed è vero che fin dallo scorso anno ha mostrato una certa idiosincrasia per i duelli ruota a ruota, specie se l’altro pilota coinvolto è di nazionalità olandese e ha la mascella di Big Jim. Però. Però non va dimenticato che Norris, a dispetto della ricchezza di famiglia, è arrivato in F1 per pieni meriti sportivi e senza scorciatoie, brillando fin dal suo primo anno nella massima serie e da allora facendosi apprezzare come un sicuro “campione di domani”.

E ora che quel domani è arrivato vogliamo davvero disconoscere i suoi meriti? Va bene, è invincibile soprattutto quando parte in testa, ma lo dicevano anche di Alberto Ascari e Jim Clark, senza per questo sognarsi di dire che erano scarsi o che vincevano solo perché avevano l’auto migliore. Piuttosto di Norris va elogiata la grande crescita mostrata quest’anno, personale prima ancora che tecnica: lui che per sua stessa ammissione ha dovuto lavorare sulle sue debolezze emotive, ha continuato a credere nel Mondiale anche quando in pochi ormai scommettevano su di lui e ha mostrato nervi saldi quando più contava durante la stagione e attributi d’acciaio nel momento decisivo della finalissima.

Dettaglio non banale: Norris è stato l’unico dei contendenti al titolo a perdere punti (16!) per un guasto meccanico e insieme a Piastri ha perso ulteriori 16 lunghezze rispetto a Verstappen per la squalifica a Las Vegas: 32 punti regalati all’olandese, che dal canto suo può recriminare solo sulla collisione con Antonelli in Austria, dove però al massimo sarebbe arrivato terzo probabilmente (- 15 punti) (la penalizzazione a Barcellona non la consideriamo perché quello fu un errore di Max, l’unico in tutta la stagione peraltro). Due handicap belli grossi che l’inglese ha saputo recuperare nonostante tutto. Per queste ragioni ci vengono in mente almeno una mezza dozzina di iridati in F1 che tutto sommato hanno vinto il Mondiale con meno meriti di Norris ma senza tante discussioni da parte dei tifosi.

D’altra parte Verstappen è stato… Verstappen, e ci siamo capiti. E quindi sì, abbracciamo la contraddizione: Norris è a pieno merito campione del mondo di F1 e Verstappen è il campionissimo morale, battuto ma imbattibile. E ora che ci siamo chiariti le idee, ecco il nostro pagellone di fine anno.

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McLaren, voto 10 e lode

McLaren: è stata la squadra dominatrice della stagione, capace di confermare e incrementare se possibile il vantaggio tecnico evidenziato nel finale dello scorso anno. Un doppio titolo iridato strameritato, anche per il coraggio di portare il concetto di etica dello sport in una Formula 1 dove spesso queste parole sono prive di significato. E tra quanti oggi criticano Stella, molti sono gli stessi che criticavano la Ferrari di Todt quando mortificava Barrichello quelle uniche due volte l'anno in cui non si sa come il brasiliano riusciva a stare davanti a Schumacher. Voto 10 e lode, “campioni a modo loro” appunto.

Lando Norris, voto 9

Lando Norris: come si diceva ha dimostrato di meritare il titolo per come ha saputo migliorare durante la stagione, per il talento puro mostrato in tante occasioni e non di meno perché alla fine dei conti ha sbagliato meno dell’ “infallibile” Piastri, compensando anche due zeri pesanti in classifica non per colpa sua. Voto 9: ora che ha raggiunto questo traguardo ci aspettiamo che possa diventare ancora più forte.

Oscar Piastri, voto 7,5

Oscar Piastri: la sua stagione è stata per lo più impeccabile, salvo un rovinoso tonfo quando era il momento di far valere quei nervi saldi per i quali tanto si era fatto ammirare. Un crollo inspiegabile e se davvero è bastato il team order di Monza per mandarlo in tilt siamo di fronte ad una fragilità assai più profonda e difficile da sanare di quella fin troppo citata del suo compagno di squadra. Certo è che l'australiano si è mangiato un titolo che aveva già in tasca e l'unico responsabile è lui. Aggiungiamo che certe mosse sui social (subito cancellate) e certi commenti nel post gara ad Abu Dhabi non gli hanno fatto guadagnare punti simpatia, anzi. Nell’insieme la sua stagione è difficile da giudicare ma ci proviamo lo stesso: voto 7,5, occasione clamorosamente sprecata.

Mercedes, voto 8

Mercedes: alla fine il secondo posto nella classifica costruttori premia la solidità del team in un anno vissuto comunque in inferiorità tecnica, con uno sviluppo fondamentale sbagliato a metà stagione e con un pilota debuttante che era una grossa scommessa. Considerando anche le due vittorie comunque portate a casa, voto 8: sempre un riferimento.

George Russell, voto 8

George Russell: autore di due successi, si è confermato team leader, anche se nel finale la crescita di Antonelli l’ha messo occasionalmente in ombra. Considerando però che per buona parte della stagione Wolff non ha fatto i mistero di preferirgli Verstappen, tenendolo in sospeso per il rinnovo che doveva essere un atto dovuto, tanto di cappello anche per la tenuta mentale e per lo stile: voto 8.

Andrea Kimi Antonelli, voto 7

Andrea Antonelli: la sua stagione di debutto è stata più tribolata del previsto e per noi non è stato il migliore debuttante dell’anno, ma gli sprazzi di talento sono innegabili, così come la sua crescita nella seconda parte di stagione. Il prossimo anno però sarà decisivo: voto 7.

Red Bull, voto 8,5

Red Bull: ha corso con un pilota solo e una monoposto ancora una volta capace di brillare solo con Verstappen, attraversando un riassestamento interno che ha avuto un clamoroso colpo di coda con l’allontanamento anche di Marko, dopo quello di Horner. Però ha mostrato ancora una volta il coraggio di rischiare, la capacità di azzeccare gli sviluppi tecnici e di stravolgere il set up della monoposto durante il fine settimana. Un team che rimane fortissimo, nonostante chiuda solo 3° in classifica: voto 8,5, sempre affamati.

Max Verstappen, voto 10

Max Verstappen ha perso il mondiale nell'anno della sua definitiva consacrazione, quella in cui tutti, avversari compresi, hanno riconosciuto fino in fondo il suo talento superiore e indiscusso. Ma quest’anno è cambiata anche la percezione di Verstappen sotto altri aspetti: il suo modo di correre sempre all’attacco, insieme alla sua passione per le gare Gran Turismo e il ‘Ring, l’hanno reso un personaggio sempre più amato dai tifosi, così come le sue dichiarazioni mai banali che ne hanno fatto quasi un nuovo Raikkonen e il rapporto quasi affettuoso che ha instaurato con due debuttanti come Antonelli e Bortoleto. Peccato solo per certe spigolosità di carattere che emergono ancora occasionalmente, vedasi il fallo di reazione su Russell in Spagna o certi battibecchi con i giornalisti. Voto 10, perde il titolo ma il migliore è sempre lui.

Yuki Tsunoda, voro 5

Yūki Tsunoda saluta la Formula 1 da titolare dopo avere raggiunto il sogno della sua vita, ovvero il sedile della Red Bull. Un sogno che è stato anche la sua rovina, come per tanti prima di lui. Il giapponese non è riuscito a far valere la sua velocità e la sua esperienza, inanellando prestazioni spesso e volentieri mortificanti. Voto 5: dopo il sogno, un brutto risveglio.

Ferrari, voto 4

Ferrari: è stata protagonista (si fa per dire) di una delle stagioni più oscure della sua storia. Soprattutto in considerazione delle aspettative altissime che il team stesso aveva alimentato alla vigilia. Dovevano vincere tutto: non hanno vinto niente e sono finiti al quarto posto in campionato e spesso in gara dietro anche ai team di seconda fascia. Il tutto mentre Vasseur millantava un potenziale che ha visto solo lui. Voto 4: un disastro tecnico, ma anche di immagine e nei rapporti interni al team.

Charles Leclerc, voto 9

Charles Leclerc: autentico faro della Ferrari in una stagione mestissima, il monegasco non è riuscito a vincere nemmeno una gara, ma ha dato ogni volta l'anima tenendo in pista una monoposto che di stare in pista a volte proprio non sembra esserne capace. Il suo talento merita una vettura vincente e probabilmente il 2026 è l'ultima possibilità per Maranello per offrirgliene una, prima che Leclerc per forza di cose sia costretto a malincuore a guardare altrove. Voto 9: santo subito.

Lewis Hamilton, voto 5

Lewis Hamilton: la sua stagione in rosso assomiglia a un disastro ferroviario, anche se la pochezza tecnica della monoposto costringe a concedergli almeno le attenuanti generiche. Certo è che la differenza di rendimento rispetto a Leclerc è stata clamorosa. Chi si stupisce però forse non aveva osservato il suo 2024 in Mercedes, dove Russell gli era stato quasi regolarmente davanti. La sensazione è che Hamilton con una monoposto vincente possa ancora essere protagonista (vedi la Sprint in Cina), ma non sia più in grado (o non è mai stato?) di fare la differenza con una monoposto che gli è sgradita nel comportamento: voto 5, bocciatura clamorosa.

Williams, voto 8,5

Williams: ottimo 5° posto in campionato con la perla di due podi. La squadra inglese continua a non disporre di grandi risorse ma ha messo a frutto un percorso di crescita iniziato da lontano. Ora l'aspetta è un cambio regolamenti che rappresenta una sfida ardua per tutti, a maggior ragione per un team indipendente. Intanto voto 8,5: rinati.

Alexander Albon, voto 7,5

Alexander Albon: autore di una prima parte di stagione da protagonista, ma stranamente in fase calante nel momento in cui Sainz ha iniziato a prendere in mano la monoposto. Allora voto 7,5 perché di Albon non si può parlare male, però qualche dubbio viene.

Carlos Sainz, voto 8

Carlos Sainz: discorso speculare per lo spagnolo, autore di una prima parte di stagione molto più tribolata del previsto, al limite della crisi aperta, salvo poi dimostrare una capacità di ripresa e una tenuta mentale encomiabili. I due podi sono per lui un premio meritatissimo e chissà se in Ferrari, vista l’annata della rossa, avrebbe raccolto altrettanto… Voto 8, un pilota su cui vale sempre la pena investire.

Racing Bulls, voto 8

Racing Bulls, sesta in campionato ma protagonista assoluta in molte gare. Rimane un team dedicato allo svezzamento dei giovani talenti, ma assolutamente ben organizzato e capace di mettere in pista monoposto competitive, semplici da mettere a punto e versatili. Voto 8: un modello per una Formula 1 che a volte perde un po’ il senso della misura.

Isack Hadjar, voto 8,5

Isack Hadjar: è stato capace di passare dal trauma del ritiro nel giro di formazioni in Australia con tanto di pianto a dirotto ad una serie di prestazioni assolutamente brillanti che gli sono valse meritatamente la chiamata in Red Bull per il prossimo anno. Anche per lui la gioia del podio alla prima stagione, caratteristica di pochi grandi piloti dal sicuro avvenire. Ora lo aspetta la sfida più difficile che possa avere un pilota di Formula 1 accanto a Verstappen, ma il francese ha dimostrato, se non altro, di avere una grande capacità di tenuta mentale oltre che velocità. Voto 8,5: è lui il migliore debuttante dell’anno.

 

Liam Lawson, voto 7

Liam Lawson: la sua è stata una stagione in chiaro-scuro, nella quale ha perso subito il sedile in Red Bull e poi ha patito un debuttante come Hajar, ma ha comunque evidenziato alcune buone prestazioni che alla fine gli hanno consentito di mantenere il suo posto. Voto 7 considerando la situazione difficile in cui era stato messo a inizio stagione, però gli serve maggiore continuità.

Aston Martin, voto 5,5

Aston Martin: partito con aspettative ben superiori a un misero settimo posto finale, il team inglese è un cantiere aperto per sua stessa ammissione e ha puntato tutto sul 2026. Certo è però che questa stagione è stata fin troppo avara di soddisfazioni. Voto 5,5: va bene l’annata di transizione ma il potenziale era ben altro.

Fernando Alonso, voto 7,5

Fernando Alonso: lo spagnolo è riuscito comunque a emergere ogni volta che la monoposto è stata meno peggio del solito, dando l’impressione di avere ancora il potenziale per lottare per le posizioni che contano se avesse un mezzo competitivo. Nel frattempo ha surclassato ancora una volta il “povero” Stroll. Voto 7,5: ha già raggiunto da un pezzo l'età per la pensione ma non fateglielo sapere: è troppo bello averlo ancora in pista.

Lance Stroll, voto 5

Lance Stroll: come si diceva, anche quest'anno ha patito il confronto con Alonso e per assurdo il gap con lo spagnolo è aumentato quando l’auto ha dato segni di miglioramento. Il canadese ha avuto tutto per emergere ma ormai quel treno è passato e a volte dà l’impressione di non divertirsi più nemmeno lui in F1. Voto 5: forse sarebbe meglio voltare pagina.

Haas, voto 7

Haas: il team americano chiude solo 8° in classifica, ma con un bottino di ben 79 punti. Tanto per chiarire, con questo punteggio lo scorso anno sarebbe finito agevolmente sesto. In realtà la squadra statunitense ha messo in pista una monoposto il più delle volte competitiva e ha mostrato una buona organizzazione generale. Voto 7: la classifica in questo caso non li premia, ma la loro stagione, per quanto mostrato in pista, va considerata comunque positiva.

Ollie Bearman, voto 8

Oliver Bearman: nella sua prima stagione completa in Formula 1 ha mostrato aggressività (a volte fin troppo ma ad un debuttante va concesso qualche eccesso), velocità e allo stesso tempo grande concretezza e determinazione. Voto 8: l’inglese ha disputato un campionato da protagonista, aspettando che si liberi un sedile in rosso.

Esteban Ocon, voto 7

Esteban Ocon: è stato battuto dal compagno di squadra debuttante e questo chiaramente ne ridimensiona le quotazioni, ma a ben guardare la sua stagione non può essere definita negativa. Il francese ha mostrato buone prestazioni, è andato spesso e volentieri a punti ed è stato molto meno incline all'errore e all'incidente rispetto al passato. Voto 7, esame di maturità.

Sauber, voto 8

Sauber: vale quanto già evidenziato per la Racing Bulls, ovvero sono solo al 9° posto ma con ben 70 punti, con i quali un anno fa sarebbero finiti addirittura sesti e considerando che sempre nel 2024 di punti la Sauber ne aveva guadagnati solo 4 il salto di qualità paradossalmente è clamoroso. Difficile capire se grazie alla cura Binotto o agli investimenti fatti da Audi per potenziare la struttura in attesa del debutto ufficiale il prossimo anno. Certo è che il team svizzero, a sorpresa, è stato spesso e volentieri protagonista, con la gioia del podio a Silverstone. Un addio con il sorriso, nonostante la posizione in classifica, per il nome Sauber che ha scritto un pezzetto di storia della Formula Uno moderna. Quindi voto 8: sorpresa dell’anno.

Nico Hulkenberg, voto 8

Nicolas Hülkenberg: finalmente ha conquistato il suo primo podio di Formula 1, ma soprattutto ha dimostrato di essere ancora in piena forma nonostante l'età, veloce (specie in gara) e concreto, capace di prodigiose rimonte per andare a punti anche quando partiva nella seconda metà dello schieramento. Voto 8: seconda giovinezza

Gabriel Bortoleto, voto 7

Gabriel Bortoleto: la sua stagione è stata quanto mai altalenante, con una prima parte piena di problemi, alcune buone e ottime prestazioni nella parte centrale del campionato e quindi nel finale una serie di errori che hanno in parte offuscato la sua crescita, ma da debuttante ha avuto comunque modo di farsi notare. Voto 7: va bene così.

Alpine, voto 3

Alpine: ultima in classifica e ultime in buona parte delle gare, staccatissime. Viene da chiedersi che intenzioni abbia a questo punto la Renault in Formula Uno, tanto più il prossimo anno avrà motore… Mercedes. Una crisi tecnica e gestionale dalla quale sembra difficile che possano risollevarsi in tempi rapidi. Voto 3: nemmeno Briatore può fare i miracoli.

Pierre Gasly, voto 7,5

Pierre Gasly: è l’unica buona notizia nel disastro Alpine, capace di andare a punti e mettersi comunque in mostra ogni qualvolta la macchina è stata meno peggio del solito. Voto 7,5: meriterebbe un mezzo più competitivo.

Franco Colapinto, voto 5

Franco Colapinto: anche per lui valgono le attenuanti generiche dovute alla pochezza della monoposto, certo è che l'argentino non ha mostrato alcuno degli sprazzi di velocità che aveva evidenziato nella passata stagione, al debutto, anche se almeno ha smesso di sbattere. Il risultato però è stata una stagione nell'anonimato più assoluto che francamente rende difficile giustificare il suo rinnovo per il prossimo anno, sponsor a parte. Voto 5: non ci siamo.

Finestre di funzionamento delle gomme, voto 4

Fuori classifica, voto 4 alle “finestre” di funzionamento delle gomme, praticamente una condizione mistica dalla quale pare dipendere ogni cosa in questa F1. Allora chiariamolo una volta per tutte: gli pneumatici sono uno strumento per far correre le macchine, non sono e non dovrebbero essere i protagonisti dello show. Possibile che non si riesca a realizzare delle gomme con cui le F1 semplicemente possono girare senza vedersi stravolto il rendimento alla comparsa o scomparsa della minima nuvoletta in cielo? Precisazione importante: la colpa non è di Pirelli, ma di chi le chiede di realizzare pneumatici con determinate caratteristiche in nome di uno spettacolo artificioso.

John Elkann, voto 4

Voto 4 anche a John Elkann: un presidente che appare sempre distaccato dalla Ferrari, salvo fare disastri ogni volta che se ne interessa pubblicamente o privatamente (dall’assunzione di Hamilton alla bacchettata ai piloti in una stagione per loro già abbastanza mortificante). Difficile che una rifondazione a Maranello possa partire in queste condizioni. A monte del “ciclo Schumacher” c’era stato un certo Montezemolo…

Track limits, voto 0

Voto 0 ai track limits. In alcune piste hanno trovato un rimedio antico ma sempre valido: una bella striscia di ghiaia o di sabbia per tacere ogni discussione. Perché allora in tante, troppe altre piste assistiamo ancora a giri perfetti annullati per una sbavatura o addirittura a piloti sanzionati per un’escursione fuori pista per la quale palesemente perdono tempo? La chicca è che tale sabbia miracolosa da piazzare oltre i cordoli tende a mancare soprattutto nelle piste costruite… nel deserto. No comment.

F1, voto 10

Voto 10 comunque a questa F1 che - a dispetto dei nostalgici come chi scrive - ci ha regalato un altro campionato appassionante, forse uno dei più belli dell’epoca moderna a pensarci bene, con una volata a tre per il titolo, una nuova generazione di debuttanti di talento e tanti altri protagonisti. A tutti loro grazie e arrivederci per il prossimo anno, con qualche timore per lo scenario che potrebbe configurarsi nel 2026 dopo un cambio di regolamento così estremo già messo in discussione da molti addetti ai lavori.

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