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Il nuovo pacchetto dell’Unione europea per l’automotive non convince Stellantis. A bocciarlo è direttamente l’amministratore delegato del gruppo, Antonio Filosa, che in un’intervista al Financial Times parla senza mezzi termini di una strategia priva di una “chiara tabella di marcia per la crescita”, elemento ritenuto fondamentale per sbloccare nuovi investimenti industriali nel Vecchio Continente.
"Questo pacchetto non funziona", ha dichiarato Filosa, alla guida del gruppo dallo scorso giugno. Secondo il numero uno di Stellantis, le misure presentate da Bruxelles non contengono gli interventi urgenti necessari a riportare il settore automobilistico europeo su un sentiero di crescita stabile, condizione indispensabile per rafforzare la capacità produttiva e la competitività dell’industria.
Il giudizio arriva a pochi giorni dall’annuncio della Commissione europea di voler superare la normativa che imponeva l’azzeramento totale delle emissioni delle nuove auto entro il 2035. Il nuovo impianto regolatorio consentirebbe ai costruttori di mantenere fino al 10% delle emissioni del 2021 e di continuare a vendere alcune vetture con motori a benzina e ibridi. Una parziale apertura che, però, è accompagnata da vincoli aggiuntivi: le emissioni residue dovranno essere compensate attraverso l’uso di acciaio a basse emissioni di carbonio e carburanti sostenibili.
Secondo Filosa, proprio questi “caveat” rendono il quadro poco chiaro e di difficile applicazione industriale. "Le flessibilità introdotte sul divieto dei motori a benzina nel 2035 sono accompagnate da condizioni che ne mettono in dubbio la fattibilità", ha spiegato, sottolineando come molte delle misure previste abbiano costi che potrebbero risultare insostenibili per una parte significativa delle case automobilistiche.
Già lo scorso novembre Stellantis aveva fatto sapere che avrebbe potuto aumentare gli investimenti in Europa qualora Bruxelles avesse rivisto il bando sui motori endotermici. Alla luce delle nuove proposte, però, la prospettiva cambia radicalmente. "Senza crescita, diventa molto difficile pensare di investire di più", ha avvertito Filosa, collegando direttamente le scelte regolatorie alla capacità del settore di rafforzare la propria base industriale.
Il rischio, secondo il ceo, è quello di compromettere la costruzione di una catena di approvvigionamento resiliente, considerata vitale non solo per l’occupazione, ma anche per la prosperità economica e la sicurezza dell’Europa. Una preoccupazione che si estende in particolare al comparto dei veicoli commerciali, dove – a suo avviso – mancano misure di sostegno immediate e sufficienti per accompagnare in modo concreto la transizione elettrica.
Il messaggio di Stellantis è chiaro: senza un quadro normativo stabile, coerente e orientato alla crescita, la transizione rischia di trasformarsi da opportunità industriale a fattore di incertezza. E, in un settore che richiede investimenti miliardari e orizzonti di lungo periodo, l’incertezza resta il principale nemico.