WRC18 Monte-Carlo. Ancora Ogier (Ford M-Sport)… di misura.

WRC18 Monte-Carlo. Ancora Ogier (Ford M-Sport)… di misura.
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Niente duello con Tanak. L’estone perde un minuto nella prima Speciale della Tappa ed è ccostretto a inseguire (e a rischiare). Ogier controlla e chiude con 30 secondi di vantaggio. Non molti, invero, in un Monte-Carlo così
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
27 gennaio 2018

Gap, 27 Gennaio 2018. Un testa-coda e cambia tutto di nuovo, o può cambiare. Quindi è inutile prendere ogni passaggio come una previsione o un presagio, o aspettarsi che il Rally maturi piano piano. Tutto può cambiare in un attimo. E ci prova. Si parte per la terza Tappa, e in men che non si dica l’assetto del Monte-Carlo di venerdì sera è immediatamente minato. Si Pensava che Tanak, a quindici secondi da Ogier, avesse ormai l’ex compagno di Squadra nel mirino, e in ogni caso che avendo agganciato il Campione del Mondo, l’estone e il francese fossero in pieno duello.

Ecco la Agnières-en-Dévoluy – Corps, prima del giorno e primo passaggio su una Prova in condizioni disastrose, la più difficile della sua carriera, dirà Ogier. Cielo plumbeo, precipitazioni. Evans e Meeke vanno in testa-coda, altri passano e si segnano o tirano un sospiro di sollievo. Nessuno ha comunque un’idea del rapporto tra aver finito la speciale e il tempo, troppo difficile giudicarsi al ermine di una Speciale tutt’altro che scorrevole, omogenea. Dani Sordo era terzo, magnifico specialista dell’asfalto stranamente a suo agio, ma più ancora lo è la macchina, in piena variabilità di meteo e di fondi. Lo spagnolo improvvisamente esce di strada, come molti altri, e si ferma lì. Out. Niente da fare, è il ritiro. Torna Mikkelsen, ritirato venerdì per il problema all’alternatore, e vince in scioltezza, ma al prezzo di tre “spin”, evidentemente innocui, e secondo è Ogier. Ogier è uno di quelli che, come si dice tra noi, se piove passa tra gli schizzi, ma non è fortuna, è che il Fuoriclasse francese non è fuoriclasse per caso, e lo è soprattutto perché più di qualsiasi altro Pilota è capace di gestire il limite, sia esso della propria prestazione che del terreno, del contesto agonistico. Il massimo rendimento, insomma, con il minimo rischio.

Alla fine dei quasi trenta chilometri d’inferno ghiacciato Tanak restituisce con gli interessi il regalo ricevuto da Ogier il giorno prima. Un minuto e il ritardo torna ad essere importante, e Ogier torna solo in testa al Rally

Non è la situazione in cui valga la pena di rischiare, ma Tanak ci prova e parte all’attacco a caccia di quei quindici secondi di ritardo. Naturalmente non era il caso, ma come si diceva ieri, la cosa più difficile è riuscire a interpretare il contesto, soprattutto se ti piace la Macchina. Ogni volta che Tanak preme sull’acceleratore esagera un poco, e la Yaris parte, una due, tre volte. Spettacolare, da fiato sospeso, ma alla fine dei quasi trenta chilometri d’inferno ghiacciato Tanak restituisce con gli interessi il regalo ricevuto da Ogier il giorno prima. Un minuto e il ritardo torna ad essere importante, e Ogier torna solo in testa al Rally.

Inizia uno strano valzer, Tanak vince le successive due Speciali, Neuville le restanti due. Con il tempo e le strade che migliorano Tanak riesce a risalire la difficile china e si avvicina di nuovo a Ogier. Il quale, tuttavia, tende a calare il ritmo, soprattutto nelle ultime due prove, quel tanto che basta per contenere il ritorno di Tanak e mantenere l’avversario a una certa distanza. Un trentina di secondi, un buon margine di vantaggio per affrontare l’ultima Tappa, la domenica del Monte-Carlo. Il duello tra l’esperienza e la fame è, in ogni caso, il leit motiv di questa Edizione del Monte-Carlo, il lato bello dell’agonismo, e altri “affamati” sono attesi alla fioritura del Campionato appena iniziato, cosicchè sappiamo che avremo un altro movente per rimanere incollati allo speciale Mondiale WRC+ che ci aspetta.

Situazione al momento estremamente fluida, dunque. Più che puntare alla posizione è ora importante concludere la Gara al meglio, evitare di uscire di scena d’improvviso, umiliato dalla sensazione di non capire bene perchè. Certo, il Power Stage di domenica è allettante, e allo stesso tempo è un termometro possibilmente molto accurato. Finora il Monte-Carlo ha “svelato” nebulosamente che i valori in campo si discostano poco da quelli maturati la scorsa stagione, ma che sembra esserci un maggiore livellamento. Pensarlo va bene, dirlo è comunque un azzardo. Meglio sarebbe lasciare passare anche lo Svezia e aspettare almeno il Messico. Qualcosa in ogni caso salta agli occhi. Ford e Ogier sono stabilmente competitivi, competitiva la Macchina e competitivi i Piloti. Oltre al Fenomeno anche Evans, che ha comunque vinto finora due Speciali. Le Toyota, pare proprio che abbiano fatto un passo avanti, ma alla luce del Monte è indubbio che il salto sia da attribuire anche ai Piloti. Inevitabilmente Lappi e Tanak ci mettono del loro, e Latvala è sempre lì. Hyundai forti tutti, ma se dobbiamo ritenere attendibile il verdetto preliminare del “Monte”, Macchine forse più “estreme”, meno duttili rispetto allo scorso anno. Che poi è tutto da vedere, perché Sordo stava facendo una Gara bellissima basata sull’equilibrio, un valore che premia in parti almeno uguali Pilota e Macchina, mentre Mikkelsen e Neuville vanno forte perché hanno poco da perdere. Neuville, in particolare, sta andando forte al punto da imporre autorità e velocità, al di là degli inevitabili alti e bassi che sono figli di una situazione di classifica compromessa nelle fasi inziali del Rally. Non male nemmeno le Citroen, ma con un giudizio ancora troppo sommario. È un buon indicatore il fatto che Meeke sia in grado, nonostante la sua riconosciuta intolleranza al compromesso, di gestire pacchetto e risultato nel rigore di una grande prudenza, ma mancano ancora gli acuti, quei successi che parlano di fatti e rendono inutili o ridondanti le opinioni.

Ecco, per vedere come vanno la Macchine all’indomani degli aggiornamenti invernali, ci vorrebbe un Power Stage asciutto e soleggiato, telegenico. E allora potremmo vedere qualcosa di più oltre il mito imperscrutabile del solito Monte-Carlo dei misteri.

Foto: Manrico Martella, Marco Paolieri, Simone Calvelli, Aurel Petitnicolas e Marcin Ryback

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