WRC21. Tiziano Siviero sul Sardegna Italia e sul Futuro

WRC21. Tiziano Siviero sul Sardegna Italia e sul Futuro
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Piero Batini
  • di Piero Batini
2 volte Campione del Mondo con Miki Biasion, Siviero è un esperto a 360°. Appassionato conoscitore della “materia”, è la persona ideale per collegare il progresso dell’Italia Sardegna al contesto nel quale si proietta il futuro del Rally
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
5 febbraio 2021

Alghero, 5 Febbraio. Siamo a ricognizioni preliminari terminate, carte consegnate, progetto firmato. Il Rally Italia Sardegna è pronto. Tutto è fissato, scritto sulla carta e sulla terra del Nord della Sardegna. La macchina organizzativa è in moto da tempo, le operazioni dirette da una scala reale di indiscusse autorità in materia: Angelo Sticchi Damiani (il Presidente e decisore), Marco Rogano (il braccio destro e controllore dei conti), Antonio Turitto (il grande coordinatore), Giulio Pes (il ministro dei rapporti, soprattutto economici, con Enti ed Autorità), Lucio de Mori (il direttore di gara) e Tiziano Siviero (ideatore e gestore del percorso e della sicurezza). Il “pentagono” del RIS, che dirige e rappresenta un esercito di incredibile efficienza, ha già prodotto un risultato eccellente. Il RIS 21 è pronto. È impressionante. Il momento è ancora una volta difficilissimo. Dal punto di vista del dramma non è cambiato molto rispetto a un anno fa. La situazione è indubbiamente ancora grave. In Francia oltre una dozzina di eventi è stata cancellata, in Gran Bretagna il Rally crolla su sé stesso, il calendario 2021 è stato presentato contestualmente alla prima cancellazione, il Rally di Svezia che lascia il posto all’Arctic Rally. Organizzare una prova di Campionato del Mondo è, oggi, un’opera di bravura e coraggio. Nell’aria l’incubo di un disastro, soprattutto economico, in terra mille problemi da risolvere per ricomporre il puzzle di sport e di spettacolo. In questo contesto c’è chi si ferma e chi va avanti come un ariete. Il “principio italiano” è andare fino in fondo, contare e contarsi dopo, quando è tutto pronto. No excuses! E come funziona da noi? Lo chiediamo a Tiziano Siviero, coordinatore del percorso e della sicurezza, l’uomo che per noi vale WRC e Dakar, competenza e fiducia assoluta, amicizia. Cominciamo “soft”, partendo dallo schema del nuovo Rally Italia Sardegna: quali novita?

Tiziano Siviero. “Le novità importanti sono 3: Olbia come base, il formato, ritorno a prove speciali del passato e un nuovo Power Stage. Formato. Venerdì e Sabato  PS 1 e 2, riordino, PS 1-2, parco assistenza, PS 3-4, riordino, PS 3-4. Prima era il “classico” PS 1-2-3-4 – riordino - parco assistenza, PS 1-2-3-4. Abbiamo già provato il nuovo schema lo scorso anno. è una formula che porta dei vantaggi soprattutto per l’ottimizzazione dell'utilizzo dei Commissari di Percorso. Il punto debole di questo formato è che non possiamo avere più di 60/70 auto in gara, massimo, altrimenti la testa del convoglio si mangia la coda. Essendoci, tuttavia, un limite naturale agli iscritti, e visti gli spazi che abbiamo per il parco assistenza di Olbia, questa condizione non rappresenta più un problema.”

Il recupero di Settori Selettivi in parte già utilizzati nel passato (remoto). Arzachena-Branatoggiu e Bortigiadas-Viddalba, Terranova (lasciata a “riposare” qualche anno). Power Stage completamente nuova. Avevamo pensato di realizzarla in maniera molto simile alla Sassari Argentiera ma poi, visti i vincoli ambientali, abbiamo deciso di ridisegnarne una versione che comunque sarà una piacevole sorpresa.”

Già. Non c’è l’Argentiera, dobbiamo preoccuparci? Che fine farà la prova ormai leggendaria?

TS. “In parte ti ho già risposto. Per il momento sarà molto difficile arrivare a fare una Power Stage sotto tutti i punti di vista simile all'Argentiera, almeno fino a quando non sarò possibile esplorare minuziosamente tutte le possibilità della costa Nord-Est, così come avevamo fatto per Alghero e la costa Nord-Ovest. Non sarà un lavoro facile. Però, intanto, c’è l’alternanza Alghero-Olbia. È una decisione politica sulla quale non ho commenti da fare perché è un dato di fatto risaputo da un bel po' di tempo. Personalmente posso dire che la cosa mi piace perché per me rappresenta una nuova sfida, e tu sai bene quanto le nuove sfide mi piacciano... D'altro canto mi dispiace perché Alghero, e in special modo i suoi abitanti, sono stati un grosso valore aggiunto e caratterizzante del Rally Italia Sardegna. Siamo un po' tutti preoccupati, un po’ ansiosi di vedere di come reagirà Olbia, visto che forse il vero motivo della migrazione ad Alghero nel 2014 è stato proprio il poco interesse dei suoi abitanti per la manifestazione... Guarda che non è una critica, è un dato di fatto e magari a loro va bene così...”

Il Rally, e il WRC non fa eccezione, sta vivendo un momento particolare in un… momento particolarissimo. Vengono a galla problemi antichi esacerbati dalla situazione contingente. Problemi economici, di costi, di priorità. Che pensi al riguardo?

TS. “Costi. È un discorso centrale, molto difficile. Credo però che sia difficile parlare di costi se non parliamo anche dei benefici. Certo oggi un WRC costa molto ma non di più rispetto a qualche anno fa. Per contro, secondo me, ci sono maggiori benefici. Ci sono Paesi o territori che vogliono il WRC perché hanno bisogno di pubblicizzarsi e trovano nel WRC un buon veicolo di immagine. Altri, al contrario, che non lo ritengono più "redditizio", per vari motivi. Prendiamo l’esempio del Galles. Nella fattispecie, secondo me, il problema del Galles è principalmente nel CoViD-19. Porte chiuse, quindi niente pubblico. Vengono a mancare gli spettatori che pagano il biglietto. Per loro, così come per i finlandesi, questa è storicamente la fonte primaria delle entrate. Prendiamo, adesso, due esempi Italiani per spiegati il mio punto di vista. In Sardegna, che vive basicamente di turismo, il WRC garantisce una pubblicità che, se pagata direttamente, costerebbe 20 o 30 volte tanto. Peraltro, secondo me, gran parte dei soldi spesi della Regione rientrano quasi tutti "in cassa" già durante la settimana della gara e solo con la percentuale di “spettanza” sulle entrate "dirette" della manifestazione (hotel, ristoranti, trasporti, ecc.). Il Monza, invece, che non vive di turismo, è logico che potrà reggersi in piedi solo con il pubblico pagante in autodromo.”

“Ora, è comunque vero che senza "babbo ACI", che mette le mani pesantemente nel portafogli, entrambe le manifestazioni non si potrebbero fare, ma i due esempi contrapposti valgono come esercizio di analisi per capire che, non ostante i costi elevati, entrambe le manifestazioni potrebbero reggersi da sole anche se con presupposti economici ben differenti. Il tema diventa “sportivamente” drammatico nell'epoca CoViD che stiamo vivendo. In questo caso solo il supporto di un ente come l'ACI può garantire economicamente lo svolgimento di questo tipo di eventi. D’altronde è lo stesso discorso che vale anche per la F1. Nel caso dei club "privati", che organizzano altri WRC e che sono la maggioranza, semplicemente e drammaticamente il CoViD ha fatto venir meno quelle entrate che garantiscono il raggiungimento del budget necessario, siano esse gli spettatori o le sponsorizzazioni pubbliche o private.”

© Immagini ACI – Fatichi – Album Siviero

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