Xiaomi chiarisce il caso SU7 che "scappa" da sola: “È stato l’iPhone a dire all’auto di muoversi”

Xiaomi chiarisce il caso SU7 che "scappa" da sola: “È stato l’iPhone a dire all’auto di muoversi”
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Arriva la risposta di Xiaomi sul caso della SU7 che si muove "da sola"
7 ottobre 2025

Ha fatto molto discutere in Cina l’episodio di una Xiaomi SU7 che, parcheggiata e apparentemente spenta, si è improvvisamente mossa in avanti da sola. Il caso, documentato da un filmato di videosorveglianza diffuso online il 30 settembre, ha immediatamente sollevato interrogativi sulla sicurezza dei sistemi di assistenza remota alla guida.

Dopo alcuni giorni di indagine interna, Xiaomi Auto ha pubblicato un comunicato ufficiale con i risultati dell’inchiesta, confermando che il movimento della vettura è stato causato da un comando inviato da un iPhone 15 Pro Max tramite la funzione Remote Parking Assist (RPA).

L’analisi, condotta da un team tecnico dell’azienda con il consenso del proprietario, ha incrociato i dati di bordo del veicolo con i registri operativi dello smartphone, rivelando che durante la finestra temporale segnalata l’auto aveva effettivamente ricevuto un’istruzione di parcheggio remoto. Tale funzione, precisa Xiaomi, può attivarsi solo se il telefono autorizzato si trova nel raggio del Bluetooth.

In un primo momento, alcune incomprensioni nel servizio clienti avevano alimentato confusione sull’origine del comando, a causa di un errore nella denominazione interna dei dispositivi. Xiaomi ha poi chiarito che si trattava di un semplice fraintendimento legato agli identificativi tecnici utilizzati nei registri di sistema.

Il proprietario del veicolo, conosciuto su Weibo con lo pseudonimo @大橘子的小菠萝, ha confermato pubblicamente le conclusioni dell’indagine: “Sono io il proprietario coinvolto. Le informazioni fornite da Xiaomi sono accurate. Abbiamo verificato insieme tutti i dati e non ci sono errori. Ringrazio il team per la professionalità e invito a non diffondere false notizie.”

Anche il vicepresidente di Xiaomi Auto, Li Xiaoshuang (李肖爽), ha rilanciato la dichiarazione del cliente, sottolineando che “i risultati dell’indagine sono chiari e verificati”. L’inchiesta, richiesta dallo stesso proprietario dopo aver contestato la prima versione dei fatti, ha quindi escluso qualsiasi guasto hardware o software sulla SU7: il veicolo ha semplicemente eseguito un comando valido ricevuto da un dispositivo collegato.

L’episodio ha comunque acceso i riflettori sull’affidabilità e sulla sicurezza dei sistemi di controllo remoto dei veicoli, sempre più diffusi tra i costruttori cinesi e internazionali. Gli analisti sottolineano che, se da un lato funzioni come il Remote Parking Assist aumentano la comodità nelle manovre in spazi ristretti, dall’altro pongono nuove sfide in termini di sicurezza informatica, trasparenza dei dati e protezione da attivazioni indesiderate.

 

Fonte: Carnewschina

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