Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Xiaomi è oggi uno dei marchi automobilistici più discussi in Cina: le sue auto elettriche, tra cui la SU7, hanno conquistato il mercato cinese con numeri record di vendite. Tuttavia, negli ultimi mesi non sono mancati episodi controversi legati ad alcuni malfunzionamenti.
L’ultimo incidente ha fatto scalpore: una Xiaomi SU7 ha iniziato a muoversi da sola dopo essere rimasta ferma e apparentemente spenta in un parcheggio. A rendere pubblico il caso è stato lo stesso proprietario, che ha diffuso sui social le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza della sua abitazione.
Nel video, si vede chiaramente la vettura che, senza alcun intervento umano, esce dallo stallo e inizia a marciare. Sorprendendo il proprietario e la moglie, che si sono precipitati fuori dall’edificio per inseguirla.
Contattata immediatamente dal cliente, Xiaomi ha inizialmente ipotizzato un comando inviato da smartphone. L’azienda, dopo aver avviato un’indagine interna, ha spiegato che il veicolo avrebbe ricevuto l’input tramite la funzione “Assistenza di Parcheggio in Remoto”, attivata da un iPhone collegato all’account del proprietario.
Questa tecnologia consente alla vettura di muoversi in avanti o indietro per agevolare le manovre di parcheggio in spazi stretti. Tuttavia, l’utente ha negato con forza di aver impartito il comando e ha chiesto a Xiaomi di rendere pubblici i registri completi delle operazioni. Al momento, la casa automobilistica non ha accolto la richiesta, limitandosi a diffondere un estratto dei dati.
L’episodio, diventato virale sulle piattaforme cinesi come Weibo con l’hashtag “l’auto Xiaomi scappa all’improvviso”, non ha provocato né feriti né danni, ma ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dei sistemi di guida autonoma e assistita.
Diversi esperti hanno sottolineato come questi sistemi, pur offrendo comfort e praticità, debbano essere accompagnati da controlli più rigorosi e da meccanismi di sicurezza ridondanti, per evitare episodi che minano la fiducia dei consumatori.