Mini Coupé Cooper SD

Mini Coupé Cooper SD
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Emiliano Perucca Orfei
Vera calamita di sguardi la nuova Mini Coupé è una vettura off-limits per chi non ama farsi notare. Non solo look ma anche go-kart feeling e consumi molto contenuti grazie al nuovo duemila diesel da 143 CV
13 gennaio 2012

Il concetto di biposto non è del tutto nuovo in casa Mini: correva l'anno 2006, infatti, quando la Casa britannica deliziò i suoi clienti più sportivi con una versione John Cooper Works spogliata di tutto e battezzata, per l'occasione, GP Kit.

 
Da allora di strada ne è stata fatta tanta e per Mini, dopo Cabrio, Clubman e Countryman è venuto il momento di dare vita ad una vettura in cui il concetto di biposto non sia una mera esigenza tecnica (alleggerimento estremo ed installazione del rollbar) ma una ragion d'essere.

A chi è dedicata

Mini Coupé, però, non nasce per essere semplicemente un oggetto modaiolo dedicato a quella fascia di giovani tra i 20 ed i 30 anni che vuole farsi notare più che su una Mini standard.
 
E' una coupé vera, che si caratterizza per prestazioni che possono arrivare ad essere "entusiasmanti", venduta a cifre tutto sommato ragionevoli in considerazione del blasone del brand e della tecnologia raffinata che sta alla base di tutte le vetture del Gruppo BMW: per una Cooper, infatti, l'assegno richiesto dal concessionario è di 23.595 euro mentre per la più potente John Cooper Works ci vogliono 33.427 euro. 
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Quanto costa

Tra la versione d'accesso e quella di punta, come evidenziato dal nostro servizio "confronta modello", si posizionano la diesel SD (28.990 euro) e la Cooper S, in listino a 27.982 euro. Difficile trovare delle concorrenti se non di categoria leggermente superiore, anche se qualche cliente potrebbe pensare a lei avendo in mente anche vetture come Peugeot RCZ (28.050 euro nella versione 1.6 THP da 156 CV) o Audi TT, in listino a partire da 32.973 euro.

Derivazione...Mini

Una vettura, insomma, che per il momento non ha particolari rivali di pari livello e prezzo, che gioca le carte migliori mantenendo uno stretto feeling estetico con le altre proposte in listino: guardandola dal basso fino alla linea di cintura, infatti, la nuova Coupé è in tutto e per tutto una Mini "standard" mentre al di sopra della soglia è il nuovo tetto, la cui ampia vetratura e lo spoiler superiore a sbalzo ricordano  un casco da moto girato al contrario, a dominare la scena rendendo unico ed estremamente personale il nuovo modello. Le soluzioni cromatiche studiate per questo elemento sono silver, nero o rosso, quasi sempre in totale contrasto con i colori della carrozzeria.

Alla ricerca del go-kart feeling

Modello che tra le novità estetiche introduce anche nuovi set di cerchi in lega, piccoli ritocchi per i paraurti anteriore e posteriore, ma anche uno spoiler retrattile posteriore che fuoriesce una volta superati gli 80 km/h per poi rientrare quando si scende sotto ai 60: un elemento che ricorda quello della Audi TT di ultima generazione e che permette a Mini di contrastrare la tipica portanza di questo genere di carrozzerie con 40 kg di carico aerodinamico sull'asse posteriore.
 
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La nuova ala posteriore si alza una volta superati gli 80 km/h per tornare in posizione di riposo quando si scende sotto ai 60. Fornisce fino a 40 kg di carico aerodinamico e contribuisce nell'ottenimento del classico go-kart feeling Mini
Una chicca, quest'ultima, che manifesta l'attenzione dei tecnici Mini nei confronti delle prestazioni della Mini Coupé e che ovviamente non è l'unica: per offrire un miglior comportamento dinamico e venire incontro alla rinnovata distribuzione dei carichi, la scocca è stata irriggidita e l'assetto ribassato di 5 cm rispetto al modello "standard" oltre che rivisto nella taratura. Ne derivano una misura d'altezza inferiore di 29 mm (1.407 mm contro 1.378) a fronte di quote di lunghezza, larghezza e passo praticamente invariate. (rispettivamente 3.728 mm, 1.683 e 2.467).

Come una Mini. Anche dentro

Esattamente come all'esterno, anche dentro la Mini Coupé mantiene quasi del tutto invariata l'impostazione delle altre Mini: levette cromate al posto dei classici bottoni, in onore della Mini di Issigonis, e grande display circolare centrale nel mezzo del quale è inserito il generoso display LCD a cui fa capo il Mini Connected (opzionale) che si pilota attraverso il pomellino dislocato sul tunnel centrale appena dietro la leva del cambio.
 
Rimangono al proprio posto anche lo strumento circolare montato a sbalzo appena dietro al volante, con contagiri e display digitale su cui leggere anche la velocità (come al solito illeggibile sulla cornice del maxi strumento centrale) e numerose informazioni del computer di bordo, così come rimangono al proprio posto i comandi di cruise control e multimedia sul volante. Curiosa la scelta di addotare, nelle versioni con cambio automatico, palette del cambio di tipo "push-pull": sia con la mano destra che con quella sinistra è infatti possibile salire di marcia premendo la leva o scalare spingendo con il pollice una porzione della paletta stessa che spunta da dietro la rispettiva razza.
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I 280 litri di bagagliaio permettono di pensare anche ad una vacanza in coppia. C'è anche una finestra che "apre" sull'abitacolo per i carichi passanti, come un paio di sci

Ci si può andare anche a sciare

A cambiare, davanti, c'è solamente la levetta che comanda la scenografica apertura e la chiusura manuale dell'alettone posteriore (dislocata nella zona tasti superiore), mentre dietro ai sedili si notano immediatamente le presenze di un pratico vano portaoggetti e della paratia che separa l'abitacolo dal bagagliaio di 280 litri: un vano che può essere ampliato di qualche litro levando la finta cappelliera, che permette anche lo stivaggio di oggetti lunghi grazie alla finestra di carico passante di 36x20 cm. Con qualche sacrificio, insomma, potrebbero starci anche un paio di sci (corti).

La gamma motori

La gamma motori prevede quattro diverse alternative: il millesei aspirato della Cooper (122 CV, 160 Nm di coppiamassima, 9 secondi per lo 0 100km/h, 204 km/h d punta e 18,5 km/l di media) i 184 CV e 240 Nm della Cooper S (6,9 secondi, 230 km/h e 17,2 km/l) o i 211 CV e 260 Nm dell'estrema versione John Cooper Works: in questo caso le prestazioni parlano di uno 0-100 km/h in 6,4 secondi, 240 km/h di velocità massima e 14,1 l/100 km). 
 
Per chi volesse abbinare prestazioni a bassi consumi è anche disponibile la versione a gasolio SD (protagonista della nostra prova) che assicura a Mini Coupé un tempo di 7,9 secondi sullo 0-100 km/h, 216 km/h di velocità massima ed una media dichiarata di 23,3 km/l.

Dal vivo: com'è

Dal vivo la nuova Mini Coupé appare decisamente ben fatta e ricca di dettagli estetici interessanti. Il family feeling con le altre Mini è marcatissimo e l'integrazione della parte bassa delle versioni standard con il nuovo tetto è, a nostro parere, molto riuscita. 
 

Il family feeling con le altre Mini è marcatissimo e l'integrazione della parte bassa delle versioni standard con il nuovo tetto è, a nostro parere, molto riuscita

Ben fatti sono anche gli interni: assolutamente ispirati a quelli della Mini originale, introducono concetti tecnologici ed ergonomici assolutamente in linea con le esigenze di una vettura moderna di segmento Premium: grazie alle possibilità offerte dal sistema Connected opzionale, ad esempio, Mini offre un livello di car-entertainment che sino a pochi anni fa sarebbe stato limitato alle più costose ammiraglie. Attraverso il generoso LCD al centro della plancia è infatti possibile ottenere le indicazioni del navigatore, utilizzare il proprio cellulare come terminale telefonico di un sistema viva voce o come modem per far connettere il sistema alle webradio ed ascoltare le stazioni di tutto il mondo. 

Interni: la scuola BMW è evidente

E' anche possibile ascoltare della buona musica attraverso un lettore MP3 o iPod collegati via cavo o attraverso il telefonino collegato in bluetooth: il sistema è infatti in grado di leggere gli MP3 contenuti nella memoria degli smartphone "sparandoli", con grande qualità, attraverso un impianto audio che saprà soddisfare anche gli audiofili.
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L'abitacolo di Mini Coupé è sostanzialmente identico a quello di Mini, Mini Clubman e Mini Cabrio
 
Una accoglienza tecnologica che fa il paio con quella "fisica": in questo ambito i suggerimenti BMW sono evidenti e difficilmente si possono trovare difficoltà nella definizione di una posizione di guida, qualsiasi sia la taglia. Il volante si regola in altezza e profondità così come si regola in tutte le direzioni il sedile, con tanto di movimenti micrometrici. Difficile chiedere di meglio anche perchè contrariamente a quanto ci si possa aspettare di spazio per la testa, grazie alla doppia gobba di lontana ispirazione Zagato, ce n'è in abbondanza.

Dietro si vede poco

Quello che manca, invece, è la visibilità: per forza di cose il parabrezza vanta un'altezza contenuta ed anche dietro non va meglio. Si vede qualcosa dal lunotto, sempre che non vi sia l'alettone alzato, mentre sulle tre quarti è indispensabile fare riferimento agli specchietti, a chi siede con voi (anche nelle immissioni) ed ai sensori di distanza, a nostro parere fondamentali per vivere al meglio la Mini Coupé in città. 

100% divertimento su strada

Il pezzo forte della Mini Coupé, però, è un'altro. Parliamo naturalmente della guida che, come per ogni Mini che si rispetti, è stata pensata per offrire sensazioni da kart. 

A soprendere, sia alle basse velocità che alle alte, è lo sterzo: preciso e molto diretto, imprime al corpo vettura movimenti molto veloci, che telaio e sospensioni eseguono rispondendo con un leggero sottosterzo in entrata di curva ed un piacevole accenno di sovrasterzo in rilascio

 
A soprendere, sia alle basse velocità che alle alte, è lo sterzo: preciso e molto diretto, imprime al corpo vettura movimenti molto veloci, che telaio e sospensioni eseguono rispondendo con un leggero sottosterzo in entrata di curva ed un piacevole accenno di sovrasterzo in rilascio. La volontà era quella di estremizzare il concetto di Go-Kart feeling e l'obiettivo sembra essere davvero centrato.
 
Ben controllata dall'ESP, che interviene solamente quando serve davvero, la vettura offre limiti di tenuta laterali elevatissimi pur senza ricorrere ad assetti da F1: a patto di stare alla larga dalle buche più profonde, è in grado di assorbire piuttosto bene le asperità offrendo un discreto livello di comfort.

Normal o Sport? Meglio Normal

Due le modalità di guida previste: normal e sport. A cambiare sono la taratura della servoassistenza, più pesante in Sport, e la curva di progressione dell'acceleratore, meno appuntita nella prima parte nella modalità normal. A modificarsi sono anche le soglie di intervento dei sistemi di controllo dinamico, decisamente ben tarati anche nella modalità standard. E' anche possibile disattivare l'assistenza dinamica, ma per come hanno messo a punto i sistemi i tecnici Mini, la cosa appare assolutamente inutile. 
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Il motore 2.0 SD vanta 143 CV e consumi molto ridotti anche in abbinamento al cambio automatico a sei rapporti ZF
Tra tutte, pur capendo l'emozione suscitata dall'avere tra le mani un'auto apparentemente più pronta e reattiva, preferiamo la modalità normal alla sport: lo sterzo più leggero, ma comunque in grado di trasmettere cosa passa sotto le ruote, la minor propensione all'on-off dell'acceleratore e le cambiate spinte dall'elettronica in zone meno vicine alla zona rossa, sono elementi che rendono la guida meno nervosa e quindi più piacevole.

Motore 2.0 SD: potente ma poco assetato

Degno di nota anche l'impianto frenante, che risponde in modo molto potente alle sollecitazioni pur essendo molto modulabile anche in città, così come ci è piaciuto il comportamento del nuovo propulsore a gasolio da due litri: disponibile anche su altri modelli Mini, sempre con la sigla SD, si abbina perfettamente al cambio automatico ZF a sei rapporti fornendo un livello di prestazione molto elevato e consumi contenuti. Il range di giri in cui dà il meglio di sé è compreso tra i 2.000 ed i 3.500 giri, e volendo si può allungare fino a quota 4.000 avvicinandosi dunque alla zona rossa. Un po' rumoroso in accelerazione, elemento a suo modo piacevole visto il genere di vettura, il quattro cilindri BMW si dimostra invece molto silenzioso a velocità costante e poco assetato: noi abbiamo registrato una media di 14,5 km/litro senza badare troppo al risparmio. Anzi.
 
Tra le note positive della vettura segnaliamo anche il vano bagagli: ben accessibile permette di stivare ben oltre la borsa della palestra, offrendo supporto a tutti coloro i quali utilizzeranno la Mini Coupé anche per qualche giorno di vacanza in coppia.

In conclusione si può dire che...

Che piaccia o non piaccia la nuova Mini Coupé è una vettura che si nota e si noterà per molto tempo.
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Mini Coupé non è certo l'auto adatta per chi non vuole farsi notare
Noi la sensazione di sentirci osservati l'abbiamo provata non solo nelle città di provincia ma anche in luoghi decisamente più abituati ad accogliere tendenze, come Milano o la splendente St.Moritz nel corso del periodo natalizio ormai alle spalle. 
 
Difficile dire se l'interesse calamitato si trasformerà poi in contratti: di fatto è evidente come la nuova Mini abbia centrato il primo dei suoi obiettivi, che ovviamente è quello di far parlare di sé.
 
Una chiacchiera che in Mini sperano si trasformi in prova su strada e poi in acquisto, forti della consapevolezza di aver fatto come al solito centro per quanto concerne gli aspetti funzionali e dinamici della vettura.

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  • Prezzo da 23.600
    a 33.750 €
  • Numero posti 2
  • Lunghezza da 373
    a 376 cm
  • Larghezza 168 cm
  • Altezza 138 cm
  • Bagagliaio 280 dm3
  • Peso da 1.165
    a 1.250 Kg
  • Segmento Coupé
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