CIR 2013. Giandomenico Basso e Mitia Dotti (Peugeot 207 S2000) vincono il Rally del Ciocco

CIR 2013. Giandomenico Basso e Mitia Dotti (Peugeot 207 S2000) vincono il Rally del Ciocco
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Il Pilota Peugeot sceglie un assetto “facile” e diventa imbattibile nel convincente e impegnativo Rally che apre la stagione 2013 del Campionato Italiano. Alessandro Bosca (Renault Clio) vince la Produzione, Andrea Carella (Peugeot 208) la Junior | <i>P. Batini</i>
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  • di Piero Batini
25 marzo 2013

Si riprende da dove era stato interrotto il filo sabato sera, alla fine del primo tempo. Ma la trama fondamentale del racconto, e soprattutto il gran finale, poteva considerarsi già svelato dalla prima parte del Rally del Ciocco e Val di Serchio: contro Giandomenico Basso, nulla da fare.

 

Lo ha confermato la seconda e conclusiva giornata del Rally del Ciocco e Val di Serchio, con l’ultimo terzo di prove speciali disputate all’insegna del profilo meteo promesso, ovvero in gran parte sotto la pioggia. L’impresa del Pilota di Verona, già Campione Italiano, nel 2007, e due volte Europeo, è “epica”, per una lunga serie di ragioni. La prima va ricercata nello spessore, espresso da 9 successi parziali su 16 e dalla leadership conquistata al termine della prima Speciale e conservata fino alla fine del Rally. La seconda nel fatto che Basso ha preso contatto con la macchina, una Peugeot 207 Super 2000 del team di Fabio Munaretto, solo in occasione dello “shakedown” preludio della gara.

 

Naturalmente la 207 è una macchina collaudata in una lunga storia di successi, e si porta in dote molti riferimenti, ma è pur sempre eloquente il fatto che Giandomenico Basso e Mitia Dotti hanno occupato i rispettivi sedili solo venerdì sera. Terzo punto chiave della storia, il considerevole vantaggio accumulato, maturato in gran parte nella giornata di sabato corsa con un ventaglio completo, e quindi complicato, di condizioni meteo. E non ultimo, di conseguenza, lo “smorzamento” forzato delle velleità degli avversari, di fatto inesorabilmente tagliati fuori da un confronto ai limiti dell’impietoso. Insomma, in un caso come questo si può parlare di dominio assoluto.

Basso ha preso contatto con la macchina, una Peugeot 207 Super 2000 del team di Fabio Munaretto, solo in occasione dello “shakedown” preludio della gara

 

Mortificata dunque la pur bella e precisa gara di Alessandro Perico e Fabrizio Carrara, secondi con una macchina analoga a quella dei vincitori, e soprattutto quella di Umberto Scandola e Guido D’Amico, che nonostante i favori di un pronostico che abbiamo già definito almeno azzardato, non sono riusciti ad assicurare alla Fabia di Skoda Italia Motorsport quel ruolo da protagonista quasi assegnato d’ufficio. Mestamente, Scandola è disorientato ancor più che deluso. Sa che con ogni probabilità auto e pilota si confermeranno competitivi già dalla prossima gara, ma intanto la prova di apertura del campionato lascia l’amaro dei bocconi difficili da digerire, il cui sapore indefinibile è “tecnicamente” e più laconicamente chiamato, in mancanza di riconoscibili dati certi, mancanza di feeling.


Da un sapore all’altro, certamente più gustosa è la prima uscita dell’”ex” Campione Italiano, Paolo Andreucci, che nonostante il passo indietro tecnico, porta la nuova Peugeot 208 R2 al debutto vittorioso nella sua categoria e a un ottavo posto assoluto che, sia pure sulle piste di casa sua, è motivo di genuina felicità per il Pilota, per la compagna navigatrice Anna Andreussi e per il Team.

 

Con un intero “ranch” di cavalli in meno, e con due ruote motrici, la 208 ha ovviamente dimostrato al Ciocco che non può competere contro la sua stessa genealogia della S2000, ma che sotto il piede talentuoso e “pesante” del pilota di Castelnuovo Garfagnana può mantenere “tonici” un Campione e l’intera Squadra, offrirsi con una stagione di sviluppo e di collaudi d’eccezione al pubblico dei clienti sportivi e, non meno importante, rendere meno ansiosa l’attesa di quella 208 Turbo 16 R5 che riporterà il confronto sui livelli assoluti di competenza.

Con un intero “ranch” di cavalli in meno, e con due ruote motrici, la 208 ha ovviamente dimostrato al Ciocco che non può competere contro la sua stessa genealogia della S2000, ma che sotto il piede talentuoso e “pesante” del pilota di Castelnuovo Garfagnana può mantenere “tonici” un Campione e l’intera Squadra


Un Rally “tosto”, cinque lettere che descrivono chiaramente i contenuti del Ciocco e Val di Serchio, con una organizzazione eccellente, un pubblico “storicamente” importante, dirette e differite televisive e la inedita partenza dal mare di Forte dei Marmi, un ingente spiegamento di forze perfettamente sincronizzate lungo il complesso percorso e un evidente amore della proprietà della tenuta del Ciocco, sportivamente rappresentata dal terzo posto ottenuto da Andrea Marcucci nel challenge valevole per la VI zona del Trofeo Nazionale.

 

Dal punto di vista tecnico, 16 bellissime prove speciali ma più corte, una lunga prima giornata e quella conclusiva più “leggera”, in una configurazione evoluta rispetto alla storia del Rally “garfagnino” alla 36ma edizione e, last but not the least, 526 chilometri in totale di cui 152 di PS. Tosto vuol dire anche numerosi ritiri, e tra questi alcuni “eccellenti”, come quello di Simone Campedelli, ottavo fino all’undicesima Speciale e leader del Trofeo record Citroen, quindi obbligato a cedere il passo ad Andrea Nucita, o di “Ciava”, sino alla penultima speciale sesto e vincitore di una delle poche PS lasciate “libere” da Basso.

 

Classi e categorie. Bisogna pensare che il Rally del Ciocco consegnava ben 18 riconoscimenti, tra Italiano, Nazionale e Toscano, Campionati e Trofei, Piloti e Costruttori, CSAI e ACI. Una simile estensione di validità complica un po’ l’immagine globale, e rischia di trasformare la cronaca in un elenco del telefono. Meglio rimandare l’approfondimento di temi pur importanti, come i Campionati Junior o Produzione, che hanno espresso al Ciocco Andrea Carella e Alessandro Bosca, dei riusciti Trofei o di quei Piloti rimasti all’ombra del Podio, nell’ordine Rossetti, Bertelli e Lucchesi. Chiudiamo qui, dunque, in attesa di tornare sugli argomenti e sui buoni stimoli di un Campionato intanto,e questa è la cosa più importante, molto bene avviato.

Classifiche

ASSOLUTA

1. Basso-Dotta (Peugeot 207 S2000) in 1:54'16.1; 2. Perico-Carrara (Peugeot 207 S2000) a 1'00.2; 3. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia S2000) a 1'28.4; 4. Rossetti-Chiarcossi (Mitsubishi Lancer Evo X) a 3'00.9; 5. Bertelli-Granai (Ford Fiesta RRC) a 4'14.4; 6. Lucchesi-Ghilardi (Peugeot 207 S2000) a 5'20.9; 7. Bosca-Aresca (Renault Clio) a 6'37.9; 8. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208) a 6'57.7; 9. Nucita-Princiotto (Citroen DS3) a 7'05.5; 10. Michelini-Guzzi (Renault Clio) a 7'07.7; 11. Tognozzi-Pinelli (Renault Clio) a 7'28.4; 12. Ferrarotti-Fenoli (Renault Clio) a 7'32.8; 13. Chentre-D'Herin (Peugeot 208) a 8'24.6; 14. Carella-Riolfo (Peugeot 208) a 9'56.9; 15. Andolfi-Casalini (Renault Twingo Gordini) a 10'24.3; 16. Crugnola-Ferrara (Renault Twingo Gordini) a 10'24.9; 17. Lombardi-Pieri (Renault Clio S1600) a 10'35.5; 18. Cunial-Ialungo (Citroen C2) a 10'53.8; 19. Giannini-Tredici (Citroen C2 Max) a 12'30.0; 20. Biasion-Coquard (Citroen DS3) a 14'02.5; 21. Re-Castiglioni (Citroen DS3) a 14'05.7; 22. Scattolon-Grimaldi (Renault Twingo Gordini) a 15'23.1; 23. Vittalini-Tavecchio (Citroen DS3) a 16'06.8; 24. Ferrari-Giuliani (Citroen Saxo S1600) a 18'02.3; 25. Baccega-Cicognini (Citroen DS3) a 21'56.5; 26. Marchetti-Micheletti (Rover MG 105 ZR) a 24'47.7; 27. Costi-Costi (Rover MG 105 ZR) a 29'15.9; 28. Bonuccelli-Biagi (Fiat 600 Kit) a 32'11.4; 29. Martinelli-Ferrari (Fiat 600 Sporting) a 38'30.3; 30. Iacopinelli-Caprili (Fiat 600 Sporting) a 40'35.7; 31. Bettarini-Bernardi (Peugeot 207 RC) a 52'34.0;

 

GROUP: A 
CLASS: A0  1. Bonuccelli-Biagi (Fiat 600 Kit) in 2:26'27.5; 2. Martinelli-Ferrari (Fiat 600 Sporting) a 6'18.9; 3. Iacopinelli-Caprili (Fiat 600 Sporting) a 8'24.3;CLASS: A5  1. Marchetti-Micheletti (Rover MG 105 ZR) in 2:19'03.8; 2. Costi-Costi (Rover MG 105 ZR) a 4'28.2; CLASS: S1600  1. Lombardi-Pieri (Renault Clio S1600) in 2:04'51.6; 2. Ferrari-Giuliani (Citroen Saxo S1600) a 7'26.8;

GROUP: N 
CLASS: R4  1. Rossetti-Chiarcossi (Mitsubishi Lancer Evo X) in 1:57'17.0; CLASS: S2000  1. Basso-Dotta (Peugeot 207 S2000) in 1:54'16.1; 2. Perico-Carrara (Peugeot 207 S2000) a 1'00.2; 3. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia S2000) a 1'28.4; 4. Bertelli-Granai (Ford Fiesta RRC) a 4'14.4; 5. Lucchesi-Ghilardi (Peugeot 207 S2000) a 5'20.9;

GROUP: R 

CLASS: R2B  1. Andreucci-Andreussi (Peugeot 208) in 2:01'13.8; 2. Chentre-D'Herin (Peugeot 208) a 1'26.9; 3. Carella-Riolfo (Peugeot 208) a 2'59.2; 4. Andolfi-Casalini (Renault Twingo Gordini) a 3'26.6; 5. Crugnola-Ferrara (Renault Twingo Gordini) a 3'27.2; 6. Cunial-Ialungo (Citroen C2) a 3'56.1; 7. Giannini-Tredici (Citroen C2 Max) a 5'32.3; 8. Scattolon-Grimaldi (Renault Twingo Gordini) a 8'25.4; CLASS: R3C  1. Bosca-Aresca (Renault Clio) in 2:00'54.0; 2. Michelini-Guzzi (Renault Clio) a 29.8; 3. Tognozzi-Pinelli (Renault Clio) a 50.5; 4. Ferrarotti-Fenoli (Renault Clio) a 54.9; CLASS: R3T  1. Nucita-Princiotto (Citroen DS3) in 2:01'21.6; 2. Biasion-Coquard (Citroen DS3) a 6'57.0; 3. Re-Castiglioni (Citroen DS3) a 7'00.2; 4. Vittalini-Tavecchio (Citroen DS3) a 9'01.3; 5. Baccega-Cicognini (Citroen DS3) a 14'51.0; 6. Bettarini-Bernardi (Peugeot 207 RC) a 45'28.5;

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