CIR 2014. 56° Sanremo. Vittoria di Umberto Scandola (Skoda)

CIR 2014. 56° Sanremo. Vittoria di Umberto Scandola (Skoda)
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Il finale rocambolesco non risparmia neanche la Fiesta di Giandomenico Basso. Umberto Scandola e Guido D’Amore ottengono con la Fabia S2000 un successo che catapulta l’Equipaggio Campione in carica in testa al CIR | <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
5 aprile 2014

Umberto Scandola e Guido D’Amore si aggiudicano il Rally di Sanremo, il formidabile “4 in 1” della 56ma edizione che si chiude nel segno di un’eroica impresa organizzativa, caratterizzata dall’eccezionale levatura tecnica dell’impegno e “tallonata” costantemente dalla sequenza quasi insopportabile delle sospensioni emotive determinate dai colpi di scena. Con questo successo l’equipaggio della Skoda Fabia S2000 ufficiale scrive per la prima volta il proprio nome sulle “tavole” dello storico Rally della Città dei Fiori, e rilancia forte sul piatto della riconferma del Titolo. 

Basso e la Fiesta a GPL: un ritiro difficile da digerire

Niente da fare, non c’è pace sulla riviera ligure di ponente. Quando si pensava ormai che l’evoluzione del 56° Sanremo si incanalasse in un copione “conservativo”, riproponendo cioè il finale “logico” già sperimentato nella prova di apertura del Ciocco, a metà della giornata conclusiva del Rally è arrivato l’ennesimo, micidiale lampo di emozione. E con questo la doccia ghiacciata per Giandomenico Basso e Lorenzo Granai, costretti da un fuoristrada della loro BRC Fiesta alimentata a gas a chiudere la partita con un fuori… programma davvero frustrante. Sembrava inizialmente che a negare al veneto il terzo successo consecutivo al Sanremo, e il quarto in totale, fosse stata una disavventura banale e fortuita, e i più sbrigativi hanno subito accusato il Pilota di una svista imperdonabile, deprecabile. Invece non è così.

basso 31
La Ford FIesta R5 a GPL della BRC è stata costretta al ritiro dopo un fuoripista di Giandomenico Basso


“Abbiamo avuto dei piccoli problemi ai freni, sabato e soprattutto domenica, con un calo dell’efficienza dell’impianto. Poi, al KM 11 della prima Mendatica il pedale è andato improvvisamente a fondo. Ho cercato di recuperare la pressione ma a quel punto la macchina si è bloccata ed è scivolata di lato su un tornante. Non c’è altro da dire. Out. Purtroppo la Ford su questa macchina, la R5, deve ancora realizzare il convogliatore d’aria che serve per il raffreddamento dei dischi, e sono già due gare che patisco, perché ho più peso e sovraccarico l’impianto frenante. Sappiamo che abbiamo l’handicap del peso, e quindi che sono obbligato a sollecitare di più i freni e a convivere con il problema. Questo comporta dei disagi e purtroppo questa volta mi ha proprio spiazzato. Un vero peccato, la gara stava andando benissimo”.

Scandola: ottimo lavoro

Proprio così, in quel momento Basso aveva vinto cinque delle nove Speciali disputate sino a quel punto, dodici in tutto, ed era in testa dalla seconda con un vantaggio che era cresciuto ancora nelle prime due PS di domenica e che aveva superato i trenta secondi. A quel punto si è riproposto il leit motiv del Rally, impietoso, e al comando della gara è salito Umberto Scandola, forte di un “package” collaudatissimo e confermatosi molto efficiente e redditizio anche quest’anno. 

 

Questo non significa che per Umberto sia stata una passeggiata, né che abbia demeritato. Anzi, è esattamente il contrario. Se Basso deve convivere con un problema di pesi e di freni, dal canto suo il Campione Italiano ha dovuto sostenere, a Sanremo, anche le conseguenze di una congestione, partita all’attacco del Pilota già il sabato notte e ripresentatasi domenica a bussare alla sua già ridotta riserva di energie. Visto l’andazzo della gara, nel cockpit della Fabia S2000 e al paddock in molti hanno cominciato ad incrociare le dita. Scandola aveva vinto due prove il sabato, alla fine del giro e della giornata con una magnifica interpretazione della lunga e insidiosa Ronde, e si era portato a meno di 15 secondi dal battistrada.

Per fortuna proprio nel frangente finale Scandola è riuscito a dare il meglio di sé o, come dice lui, a sfruttare al meglio il “pacchetto” vincendo l’ultima Speciale

 

Alla ripresa delle ostilità, domenica, qualcosa non aveva funzionato nella scelta dell’assetto, un differenziale, e il ritardo di Scandola aveva iniziato a crescere di nuovo. Bisognava tenere duro fino alla fine del giro, in modo da rimettere le cose al loro posto durante l’assistenza e ripartire all’attacco nella seconda parte della giornata finale. Ma non c’è stato bisogno di forzare, Basso era improvvisamente fuori, e la resa dei conti sarebbe venuta al termine del confronto con il calo di energie. Per fortuna proprio nel frangente finale Scandola è riuscito a dare il meglio di sé o, come dice lui, a sfruttare al meglio il “pacchetto” vincendo l’ultima Speciale e sigillando il “pacchetto” di un Sanremo perfetto. Bel lavoro, davvero.

Scandola D'Amore Day One (2)a
Scandola, dopo aver accumulato ritardo, è riuscito a dare il meglio di sé nell'ultima Speciale

Salgono sul podio Nucita e Perego

Da una delle caratteristiche tattiche del Rally sonorizzato perfettamente dal direttore d’orchestra Sergio Maiga, l’esclusione a ripetizione dei leader, prima Andreucci, poi Basso, hanno tratto il massimo vantaggio anche Andrea Nucita e Andrea Perego, di conseguenza saliti sui gradini del podio lasciati liberi. Nucita non è ormai più una sorpresa, e seppure alle prese con una progressione che non può ancora permettersi il lusso di trasformare in pretesa, dissimula nell’umiltà l’enorme salto di qualità che il Pilota ha fatto con il passaggio alla Super 2000. Tanto che il programma di correre con la ancora attesa, nuova 208 T16 del regolamento R5 appare adesso perfettamente allineata con potenziale espresso dal siciliano nelle due prime gare del CIR. Chiaro che Nucita attirerà la luce dei riflettori al Targa Florio quando, correndo virtualmente in casa, potrebbe attingere dalla situazione psicologica e ottenere la vittoria della definitiva consacrazione. Sfortunato al Ciocco, quando respirò le polveri dell’estintore, a Sanremo Nucita ha dato prova di grande talento, che è una qualità che si scopre da giovani, ma anche di un grande senso della misura, che invece è un modus che si manifesta solitamente più avanti con l’età e l’esperienza.


Il caso di Andrea Perego, sorprendente e sorpreso terzo sul tappeto rosso di Sanremo, appare invece coma una piccola storia di grande passione e di istruttivo realismo. Il Pilota sa guidare, non c’è dubbio, ha scelto una vettura sul viale del tramonto, ma ostinata a rimanere sulla breccia, la “Mitsu” Lancer Evo X, gomme “alternative”, Hankook, un vecchio amico come navigatore, Daniele De Luis, e obiettivi concreti. In sintesi dare il meglio di sé e inseguire il migliore rendimento esprimibile solo con una riduzione dei tempi di percorrenza, soprattutto in quelle gare del CIR che gli saranno più congeniali. Sanremo non era una di queste, ma con un po’ di fortuna, Perego è il primo a chiamarla in causa, è arrivato anche l’exploit che vale una stagione, o quasi.

Sanremo minato dagli isterismi delle condizioni meteo e tatticamente indecifrabile? Oltremodo selettivo per l’”italiano medio”? Semplicemente così “tirato” tatticamente da indurre nell’errore e mettere in crisi dotazioni e meccaniche?

 

Il Rally di Sanremo si conclude così. Con la prima vittoria dell’Equipaggio Campione Italiano in carica, il podio più importante della carriera di Andrea Nucita e con il favoloso terzo posto di Andrea Perego. Con le gare sfavillanti di Andolfi e di Scattolon, con le luci intermittenti del debutto della Citroen Ds3 R5 di Michelini e, naturalmente, con la… conclusione anzitempo e influente delle gare di Bryan Bouffier, Paolo Andreucci (il primo ritiro da un lustro e l’interruzione di un record stellare di 63 episodi), Stefano Albertini (era primo nella R2), Alessandro Perico (lo sfortunato Pilota bergamasco ha il 100% di ritiri dopo due prove del CIR), Luca Rossetti.

Un Sanremo che meriterebbe molto di più

Solo per ricordare quei Piloti “interessati” da vicino al successo o a un piazzamento di indubbio prestigio, e che invece sono andati a finire nella lunga lista dei ritiri. Sanremo minato dagli isterismi delle condizioni meteo e tatticamente indecifrabile? Oltremodo selettivo per l’”italiano medio”? Semplicemente così “tirato” tatticamente da indurre nell’errore e mettere in crisi dotazioni e meccaniche? Boh, forse un po’ di tutto questo, ma di sicuro un Sanremo bellissimo, cui il ruolo attuale nel panorama della disciplina non può che stare stretto.

56° Sanremo, Classifica Finale Assoluta

1. Scandola-D'Amore (Skoda Fabia) in 2:35'40.3; 2. Nucita-Princiotto (Peugeot 207) a 47.8; 3. Perego-De Luis (Mitsubishi Evo X) a 9'11.2; 4. Andolfi-Casalini (Renault New Clio) a 9'56.2; 5. Scattolon-Grimaldi (Peugeot 208) a 10'34.0; 6. Michelini-Angilletta (Citroen Ds3) a 11'01.8; 7. Vittalini-Tavecchio (Citroen Ds3) a 11'13.9; 8. Carella-Bracchi (Renault Twingo) a 11'43.6; 9. Panzani-Baldacci (Renault Twingo) a 11'54.4; 10. Gasperetti-Ferrari (Renault Twingo R2) a 12'05.8

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