CIR 2015. Andreucci-Nove. Stagione trionfale!

CIR 2015. Andreucci-Nove. Stagione trionfale!
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Il Rally Friuli Venezia Giulia ha chiuso il discorso dell’Italiano Piloti, ancora e sempre più “Andreucci oriented”. Squadra, Gomme e… gare di “casa” al centro della stagione perfetta dell’Equipaggio Peugeot Sport Italia.
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
4 settembre 2015

Andreucci 9.0. La prima Prova speciale del Rally Friuli Venezia Giulia metteva in chiaro che la Peugeot 208 T16 di Paolo Andreucci e Anna Andreussi era la Macchina da battere anche all’”Alpi”, ma che c’era battaglia in vista. Già la seconda PS, tuttavia, riduceva di molto il “pathos” del confronto a causa dell’uscita di scena di Umberto Scandola.

 

Le prove immediatamente successive, infine, con i piccoli problemi e gli errori di Giandomenico Basso e Alessandro Perico, azzeravano la complessità agonistica della vicenda friulana e trasformavano i restanti tre quarti di Rally nella passerella trionfale di Andreucci-Andreussi e della loro “Arma” Peugeot Turbo16. Dai tempi del matrimonio di Diana non saprei immaginare un cerimoniale di celebrazione più azzeccato.

 

In quello scorcio iniziale di Rally, però, si potevano già intravedere gli elementi chiave che hanno determinato la “degenerazione” della corsa in favore degli Andreucci e della loro Macchina. Una sola PS, ma se Andreucci e Signora sono già al comando vuol dire che la competitività del “pacchetto” non è neanche messa in discussione, né dal grande lavoro di sviluppo delle “alternative”, né dall’avvento della nuova, attesa  macchina già dimostratasi altrove all’altezza del “tabulato”.

 

Agli avversari non resta che spingere oltre, naturalmente rischiando quel qualcosa che, caricato di un po’ di sfortuna, può mandare a monte anche il migliore dei progetti, e quindi farsi da parte per lasciare passare il matrimonio del secolo. Parlando di Rally, la metafora non è esagerata, perché se andiamo a vedere, il dominio del Pilota che ha vinto per nove volte l’Italiano, otto delle quali in configurazione “millennium marriage” e sette sotto la benedizione di Peugeot Sport Italia, ha inizio proprio in corrispondenza del nuovo “secolo”, e non è accompagnato da alcun premonitore “scientifico” di chiusura del ciclo. Il tempo passa, insomma, ma non per tutti.

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I festeggiamenti di Paolo Andreucci e Anna Andreussi dopo il Rally Friuli Venezia Giulia

 

Con due prove di anticipo sulla conclusione del Campionato, quindi, Andreucci ha già vinto il Titolo, il nono dicevamo, e così ha fatto Anna Andreussi. Già incamerato da Michele Tassone e Daniele Michi il Titolo Junior, alla Squadra non resta che chiudere in bellezza e conquistare anche il Titolo Costruttori nei due Rally che restano, Roma Capitale e Due Valli. Non una formalità ma, a questo punto, quasi. Già tempo di bilanci.

 

Paolo Andreucci. “Il nono Titolo è arrivato, se si parla di Rally Friuli Venezia Giulia, un po’ a sorpresa. Pensavamo di doverci pensare a Roma, ma c’è da dire che quest’anno i nostri avversari, tra errori e uscite di strada, ci hanno messo un po’ del loro per… darci una mano.”

 

Comunque eri partito bene…

PA. “Sì, eravamo partiti subito bene sulla prima Prova. Subito veloci ed “effettivi”, e quindi subito in vantaggio. Poi “quello” è uscito di strada, quell’altro si è “girato”, l’”altro” ancora ha avuto qualche problema, e di conseguenza la situazione si è messa al meglio da subito. A parte la facile ironia, probabilmente abbiamo raggiunto un livello di competitività che porta gli altri a rischiare.”

 

Vogliamo ripercorrere, per punti cospicui Rally dopo Rally, la “storia” del tuo 9° Titolo Piloti?

PA. “Sì. Si inizia con il Ciocco. Dispiaciuti. Era la mia Gara di casa, d’accordo, e eravamo partiti con il piede giusto. Competitivi e con buone prestazioni, segno che avevamo lavorato bene durante l’inverno. Poi è intervenuto quel singolare “impiccio” della bottiglietta di integratore finita sotto la leva del freno, ed è arrivato l’amaro in bocca. La situazione è migliorata con i problemi degli altri e con il nostro crescendo, e quindi abbiamo evitato il “disastro”, ma questo non toglie che dal Ciocco a… Castelnuovo di Garfagnana eravamo piuttosto dispiaciuti.”

 

Bisognava raddrizzare la situazione subito a Sanremo…

PA. “Esatto. A Sanremo ci siamo subito ripresi della “batosta”. Siamo andati molto bene, forte sin dalla prima tappa, anche se Basso era molto vicino, e sul “provone” lungo. Poi più forte ancora nella seconda tappa, abbiamo allungato e vinto. Una bella gara, “liscia” e potente, e di nuovo recuperato il piacere pieno di essere competitivi, vincenti sul campo.”

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Andreucci in azione al volante della sua Peugeot 208 T16

 

Ed ecco l’Adriatico…

PA. “Oi oi, l’Adriatico. È stata l’unica gara dell’anno in cui abbiamo avuto dei problemi. Non gravissimi, ma sufficienti a rallentarci. Un chiodo nella gomma, la macchina che improvvisamente, inspiegabilmente, inizia ad “andare a tre”, il problema alla frizione, anch’esso misterioso. È stato uno stillicidio di adrenalina “negativa”, e una gara nella quale non siamo riusciti ad esprimerci al massimo. È vero che partivamo per primi e che ci toccava “pulire” le strade, ma anche io non avevo fatto una scelta di assetto troppo felice e, diciamolo, via, tutto insieme ne è venuta fuori quella gara da… scartare.”

 

Rivincita morale, e non solo, al Targa Florio…

PA. “Già, siamo tornati al Targa e all’asfalto, e siamo ripartiti immediatamente. Una vittoria bellissima, carica di emozione e di significato, che ha rimesso in vetrina un aspetto fondamentale del nostro “lavoro”, il “Pacchetto” vincente costituito da noi, va bene, ma anche e imprescindibilmente dalle Pirelli, dai Racing Lions e da tutta la Squadra di Peugeot Sport Italia. Il Targa ha sempre un sapore particolare, e vincerla ancora con una Squadra così è stata una soddisfazione enorme, “pesante” come il Trofeo emblematico che ci siamo portati a casa ancora una volta. Alle sensazioni bellissime del Targa Florio non si fa mai l’abitudine.

 

A San Marino, direi, lo slancio decisivo…

PA. “Il San Marino sì, lo possiamo considerare come il trampolino di lancio della fase finale e decisiva del nostro Campionato. C’era la nuova Macchina di Scandola, le attese erano molto alte e la nuova R5 aveva già fatto vedere all’estero di essere molto competitiva. Non ce n’era la certezza, ma il fatto che avessero già fatto bene era un elemento di attenzione, un “thriller” anche per noi.

Vincendo la prima PS, Scandola aveva dimostrato che le ragioni di preoccuparsi c’erano, solo che subito dopo c’è stata la sua uscita di strada, e questo episodio è quello che ci ha lanciato, che ci ha spinto a rompere definitivamente gli indugi. Non a strafare, ma a considerare di convertire il potenziale in un “a fondo” risultato senza compromessi, culminato con il nostro terzo successo stagionale e con l’allungo nella classifica provvisoria del Campionato.”

 

Infine il Friuli…

PA. “Sì, la gara di Casa… di Anna. Ci sono arrivato con molta tranquillità, come quando si torna… a casa contenti e si è rilassati. Anna sosteneva che lo ero sin troppo. Ma non era vero, è solo che tutto era in perfetto ordine. Avevamo lavorato un po’ durante le vacanze, e il “Pacchetto” era in forma olimpica. Nessun motivo per non essere in perfetta tranquillità se hai una Macchina, le Gomme e un Team che te lo permettono. Inoltre, ricordiamolo, dopo l’Adriatico non avevamo avuto un solo, insignificante problema, e la straordinaria efficienza del team e dei Meccanici era già stata messa in mostra con lo spettacolare intervento del Targa e con il fatto di dover gestire il doppio lavoro di due Macchine e due Campionati. Siamo partiti benissimo, poi sono arrivati i regali degli “amici”. Insieme a questi, ecco la parte di sorpresa, che non ci aspettavamo, e il tripudio finale che ci ha permesso di portare a termine la “missione” con due gare d’anticipo.”

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La prima vittoria del Campionato Italiano Rally di Paolo Andreucci risale al 2001

 

“Pacchetto” vuol dire anche Gomme. Come sono andate le nuove “mondiali”?

PA. “Anche quelle sono andate benissimo. Le Pirelli hanno messo in mostra ottima efficienza e consumo buonissimo tenuto conto delle caratteristiche del Rally, dell’asfalto e delle temperature, molto elevate per quel Rally.”

 

A proposito di due Squadre e del Campione Italiano Junior Michele Tassone. Dargli la T16 in Friuli è stata una mossa azzardata per il giovane… Leone?

PA. “Sai, non è mai facile cambiare macchina, e Michele comunque stava facendo una gara bellissima. Nessun azzardo, solo una occasione d’oro offerta dalla Squadra. Ha commesso un piccolo errore, che sfortunatamente si è trasformato in un ritiro, ma Michele stava prendendo in mano la sua gara. È chiaro che ci vuole sempre il suo tempo per prendere le misure con il progresso. È un tempo naturale, di cui tutti i Piloti hanno bisogno, soprattutto cambiando da una due ruote alla quattro ruote motrici.”

 

State già facendo dei programmi per il futuro?

PA. “No, direi di no. Abbiamo adesso in programma il Roma Capitale e il Titolo Costruttori che è ancora “teoricamente” aperto. Finita la stagione parleremo anche del futuro, ma adesso siamo ancora impegnati e concentrati nel presente.”

 

E, per finire, c’è una gara che è stata “più” delle altre?

PA. “Direi il Ciocco. Devo dire che gli organizzatori hanno lavorato molto e benissimo. La Squadra di Valerio Barsella ha fatto tutto il possibile per migliorare il loro, il “nostro” Rally, dal punto di vista del percorso, della visibilità per il pubblico e per i media, e per allargare il consenso ad un più vasto bacino di appassionati, vedi la partenza da Forte dei Marmi nonostante le difficoltà create dal maltempo. Direi che hanno fatto un passo avanti abbastanza chiaro. È un esempio che dovrebbero seguire anche tutti gli altri organizzatori, molti dei quali sono molto bravi anche in presenza di oggettive difficoltà. È il modo giusto per portare più gente alle nostre Gare, e per mostrare loro la spettacolarità del nostro Sport.”

 

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