CIR 2016. Giandomenico Basso (Il Giorno Dopo)

CIR 2016. Giandomenico Basso (Il Giorno Dopo)
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Vittorie impeccabili, il sabato, la domenica e il Friuli “Full”, per la Macchina più “chiacchierata” del CIR. Ma finalmente tutto è più chiaro, “Giando” vince e ci spiega come tutto il sistema fa un passo avanti, e come evolve
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
1 settembre 2016

Cividale del Friuli, 29 Agosto. A parte aver vinto, Giandomenico Basso ha… convinto. Prima di tutto per il modo con cui il Pilota ha imposto la sua legge (insieme a Lorenzo Granai, beninteso), aggiudicandosi entrambe le giornate di gara, e di conseguenza senza una sola sbavatura l’intera posta del Friuli Venezia Giulia. E poi perché, avendo dato un seguito perfetto al successo ottenuto a San Marino, e su un terreno che non si può definire propriamente a lui congeniale, Basso ha “raddrizzato” la stagione così bene da trovarsi, pur con un avvio non troppo felice, in testa al Campionato. Cerchio… quadrato.

Cosa c’è dietro al doppio successo San Marino-Friuli? Come avete costruito la vittoria?

Giandomenico Basso. “Buongiorno, l’abbiamo costruito come a San Marino, andando forte! Scherzi a parte, direi che a monte ci sono tanta gente brava e tanto lavoro, per fortuna nella buona direzione. Ci siamo preparati come per le altre gare, io mi sto allenando bene, sto bene, tutti facciamo il nostro lavoro meglio che possiamo e le cose evolvono in senso positivo. Un po’ di strategia, certamente, ma nello specifico del Rally del Friuli abbiamo soprattutto cercato di non esagerare nei punti più pericolosi o dove credevamo che ci potessero essere delle insidie.”

Nella seconda tappa siete andati forte nelle speciali più corte e meno, più sul ritmo, nelle due lunghe. È così?

GDB. “Si, è così. Ma questo non significa che siamo andati piano nelle lunghe. È che abbiamo preferito stare più attenti. Andar forte, quindi, ma con la massima attenzione. Anche perché lo scorso anno in quella prova ho forato, come altri, e altri hanno sbagliato. Non si tratta di una prova difficile in assoluto, ma insidiosa sì, basta una piccola sbavatura, soprattutto nella parte centrale, per pagare caro. Non è facile, anzi è una delle situazioni più difficili, perché non potevamo andare troppo piano.”

Sei più contento di aver vinto il Rally Friuli Venezia Giulia o di esserti aggiudicato le due singole tappe?

GDB. “Onestamente, preferisco aver vinto le due tappe. Mi piace di più il risultato in ottica Campionato, aver portato a casa il massimo dei punti.”

Gas-benzina. Puoi spiegarci le scelte e l’atmosfera che ci sono nel Team sulla base di queste?

GDB. “Siamo cresciuti assieme, questo è uno degli aspetti più importanti, e siamo cresciuti tanto. Poi, partiamo dal presupposto che la Macchina a GPL è nata nel 2014, è stata sviluppata per tutto l’anno e nella stagione successiva, e che l’anno scorso i miglioramenti ottenuti sono stati importanti. Un bel passo in avanti lo abbiamo fatto anche grazie allo sviluppo di Ford sulla R5 all’inizio di quest’anno. Con la Macchina a Gas abbiamo vinto e siamo stati vicini alla vittoria più volte. Siamo così arrivati a un equilibrio della vettura molto buono, al punto che lavoriamo adesso solo su piccole regolazioni. Con la macchina a benzina ho accusato un bilanciamento difficile all’inizio della stagione. Con gli ingegneri di BRC abbiamo lavorato partendo dalla scheda base di Ford e l’abbiamo adattata al mio stile di guida e, dopo una giornata di test prima del Rally, abbiamo centrato l’obiettivo di una buona soluzione. Non è ancora perfetta e non è che io possa andare ancora più forte. È solo che rispetto all’altra Macchina mi sono lamentato per un po’ di sottosterzo, mentre con la Macchina a GPL c’era solo un problema del bilanciamento, avvertibile e circoscritto ai cambi veloci di direzione. Adesso dobbiamo lavorare per togliere il sottosterzo che avverto in certe situazioni e che non ricordo di aver avuto con l’altra macchina.”

D’accordo, certamente adesso puntate al Titolo Italiano, ma vorrei sapere se la Squadra è contenta che tu possa vincere con la Macchina a benzina, e non più con quella a gas che era l’obiettivo del progetto iniziale.

GDB. “Credo che adesso siano contenti, anche perché la scelta è stata loro, e comunque è stata fatta dopo aver visto che con la Macchina a GPL si può vincere, che è competitiva. C’è anche un altro fatto, e cioè che quest’anno BRC è entrata ancora di più nell’ottica operativa del Team in senso più esteso, evoluto. Vale a dire che se tu hai un programma e vuoi correre a un certo livello, tecnico, di sviluppo e di assistenza, oggi puoi affidarti in toto a BRC. BRC è diventata una Squadra. Vedi Campedelli, l’esempio più chiaro. Si può dire, sostanzialmente, che BRC si è messa sul mercato ad un livello di tutto rispetto, e dispone di un’esperienza vincente, oggi, sia con la macchina a gas che con quella a benzina.”

Oggi si dice che la Ford va forte, e che quindi ho la macchina competitiva, ma la verità è che forse non ce l’avevo prima. Oppure si dice che vinco perché ho usato Pirelli e Michelin, ma in fondo ho comunque vinto, dov’è il difetto? È un modo di lamentarsi che posso capire in un appassionato, un tifoso che è sempre, giustamente parziale, ma che mi suona sospetto quando arriva da gente del settore, dagli addetti ai lavori

In questa circostanza hai trovato un equilibrio perfetto? Tutto perfetto?

GDB. Vero e no. Torniamo indietro nel tempo, velocemente. Nel 2014 è iniziata l’esperienza con la macchina a GPL. Pesava 100 chili di più, ma l’anno dopo è migliorata molto, e quest’anno ancora di più. Il buon equilibrio è aver portato una macchina a gas a livello di quella a benzina. Nel 2013, ho fatto 4 gare con Munaretto, ma come tanti altri ero lì a cercare dei soldi per fare altre gare. Non era possibile puntare a chissà cosa. 2012, ho fatto delle gare all’estero e qualche apparizione in Italia. 2011, con la Proton, 2010 ultimo anno di Abarth. Conclusione? Erano un po’ di anni che non avevo un assetto e una Macchina competitivi come negli ultimi anni, e soprattutto in questo. È normale che adesso la gente si stupisca, o faccia finta. Oggi si dice che la Ford va forte, e che quindi ho la macchina competitiva, ma la verità è che forse non ce l’avevo prima. Oppure si dice che vinco perché ho usato Pirelli e Michelin, ma in fondo ho comunque vinto, dov’è il difetto? È un modo di lamentarsi che posso capire in un appassionato, un tifoso che è sempre, giustamente parziale, ma che mi suona sospetto quando arriva da gente del settore, dagli addetti ai lavori. Adesso si preoccupano e mi chiedono se facciamo o faremo giochi di squadra. Ci tengo a rispondere pubblicamente: io ho vinto e perso dei campionati senza l’aiuto di nessuno, a me i giochi di squadra non sono mai piaciuti, e ti posso assicurare che non piacciono nemmeno al Presidente della BRC! E aggiungo che se Campedelli riuscirà a vincere delle gare, ben venga che le vinca, io sarò solo contento. Se può vincere, che vinca, non mi sognerei mai di pretendere che non lo faccia per favorirmi, non sarebbe giusto.”

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