CIR 2017. Rally del Salento Versione Andreucci

CIR 2017. Rally del Salento Versione Andreucci
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Per il 50° il Rally del Salento è CIR. Il Gotha della specialità, non certo numeroso, si sposta al Sud, non senza qualche apprensione. Il Rally è difficile e faticoso, per le curve e il gran caldo. Condizioni ideali per la 208 T16?
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
1 giugno 2017

Punti chiave

Muro Leccese, 1 Giugno 2017. Il CIR fa tappa in Salento, e fissa la sua base sulla Statale 16, esattamente al KM 989. Quasi mille, fate voi, una bella trasferta. Ma c’è un buon motivo, pare. Sì, è il Rally del Salento del 50°. E allora passi qualche chilometrino in più per arrivarci. Il compenso è il Salento delle meraviglie, con la quinta Prova dell’Italiano ambientata da favola. Certo, non un Rally facile, non facilmente paragonabile agli altri del circuito nazionale, non prevedibile se non dal punto di vista delle difficoltà e degli… imprevisti. Del resto, dopo l’Adriatico prima prova su terra delle due in calendario, la stagione si è fatta caldissima, finalmente anche dal punto di vista meteo.

Paolo Andreucci. “È vero, è un Rally piuttosto difficile, ma giustamente anche molto bello. Molto certamente per gli scenari, e molto anche per le caratteristiche specifiche della Corsa. È una di quelle gare che, proprio non si può definire “scontata!”

Una gara diversa?

PA. “Più che diversa potrei definirla addirittura anomala. Almeno rispetto alla consuetudine dei Rally “nostrani”.”

Rally anomalo? Che vuol dire?

PA. “Anomalo. Perché le strade salentine sono del tutto particolari. Innanzitutto sono di solito molto strette, e poi perché sono quasi sempre delimitate da quei muretti di contenimento di una volta, a secco, spesso a destra e a sinistra.”

 

Beh, di che ti preoccupi allora, è più facile rimanere in carreggiata…

PA. “Si, ma è anche più facile danneggiare la macchina se solo ti azzardi sfiorarne uno, e addirittura facilissimo distruggerla se decidi di “toccare”.

Ma non è l’unico Rally con strade strette…

PA. “Pignolo eh? Ho detto strette per definire la natura dei tracciati, perché tu possa capire meglio, ma posso aggiungere che a volte sono strettissime, claustrofobiche. Poi, all’improvviso, capita che la strada cambi, che si entri su una statale dritta, larga e velocissima. È vero che ti sembra di tornare a respirare – esagero un po’, per il pathos, eh – ma il fatto è che queste differenze così marcate ti impediscono di trovare e tenere un ritmo.”

Tutto qui?

PA. “No. Le curve. Strette. Tanti bivi, a novanta gradi, uno che “apre”, uno che “chiude”. Curve e bivi a “gomito”, più spesso chiuso, tutti diversi, a piacere. A piacere aggiungi anche asfalto dal grip nullo o, al massimo, di media tenuta. E già che ci siamo una bella spruzzata di caldo torrido. Le temperature dell’asfalto possono schizzare alle stelle, e nell’abitacolo delle Macchine raggiungere i 60 gradi. Ecco, una giratina e il cocktail è pronto!”

In sintesi?

PA. “In sintesi è una gara molto dura per i Piloti, per gli Equipaggi, ed è molto facile sbagliare. In questo caso con conseguenze, diciamo, medio-alte. Anche per quanto riguarda la Macchina è una gara molto esigente. L’assetto è tipicamente da asfalto, ma qui conta moltissimo la trazione e, soprattutto, la frenata. È lì che si costruisce, curva dopo curva, senza commettere errori, il risultato. La nostra 208 T16 è a posto, ha le caratteristiche giuste per imporsi, è week end ideale per mettere alla prova le ottime Pirelli, e l’occasione per dare lustro al potenziale dell’intera Squadra, decisivo per aggiudicarsi un Rally come questo.”

Campionato.

PA. “Direi che siamo davvero a un giro di boa. Il Targa Florio, dopo che gli organizzatori hanno “preso atto” che c’erano gli estremi regolamentari per assegnare i punteggi, è stato cancellato. Non è di questo che si parla ma è un dato di fatto, e quindi il Salento con coefficiente 1,5 può essere determinante per lo sviluppo del Campionato. Noi siamo in testa, non di molto ma è sempre meglio pochi punti avanti che pochi o tanti indietro. Dobbiamo amministrare bene i punti che abbiamo, e giocare le carte migliori in un Rally assennato, giudizioso. Gli avversari sono i soliti, Scandola e Campedelli e, visto il basso numero di iscritti, un peccato vista la bellezza del Rally, non vedo altri “levapunti” in giro!”

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