F1 GP Singapore: Ferrari, qualcosa da salvare

F1 GP Singapore: Ferrari, qualcosa da salvare
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Paolo Ciccarone
Non è notte fonda in casa Ferrari, nonostante risultati non propriamente eclatanti...
18 settembre 2016

Punti chiave

Se la vogliamo vedere in positivo, le due Ferrari hanno finito la gara a punti, nemmeno troppo lontani dai vincitori (roba da tappa del giro d’Italia di ciclismo) e che Vettel da ultimo è arrivato quinto alle spalle di Raikkonen completando il piazzamento. Insomma, in certi momenti la Ferrari c’era un atteggiamento aggressivo, si è rivisto un sorpasso di Raikkonen su Hamilton con la Mercedes - cosa che negli ultimi tre anni manco alla playstation gli riusciva, l’affidabilità è tornata in pieno e le prestazioni sono quelle che sono visto che su questo tracciato contro Mercedes e Red Bull c’era poco da fare. Insomma, tutto bello, tutto carino se non fosse che qualcosa, di grosso, non torna. Torniamo appunto al sabato. Vettel in pista non riesce a qualificarsi per la rottura di un pezzo della sospensione posteriore.

Una barra antirollio” la versione ufficiale che fa dire all’ex ingegnere capo Luca Baldisserri, passato dalla Ferrari a fare il baby sitter a Stroll alla Williams, che alla rossa sono dei bugiardi. “Antonini pinocchio” ha scritto sul suo profilo facebook, facendo intendere che la versione ufficiale del responsabile stampa fosse falsa. Intanto era l’unica disponibile e quindi è quella buona, se Baldisserri (che ai tempi di Schumacher di balle ce ne dava a quintali) aveva qualche idea poteva anche esternarla. Quello che invece va sottolineato lo ha detto Niki Lauda: «Se hai la macchina con un pezzo rotto della sospensione è folle mandare in pista il pilota e dirgli anche di tirare al massimo, non si scherza su queste cose» aggiungendo che non è accettabile quanto accaduto mentre sulla linea di partenza guardava con occhio attento alle Red Bull. Allora, si rompe un pezzo, non si fa in tempo a cambiarlo, e si chiede al pilota di spingere al massimo? Si vede che non era un pezzo fondamentale, anche se poi Vettel col suo amico giornalista tedesco ha aperto le cataratte ma, essendo amico, probabile che non esca niente di che.

A questo punto resta Kimi che parte dalla parte giusta del tracciato, si avvicina e passa Hamilton con una bella manovra, salvo poi tornare ai box perché si decide il cambio gomme. Mentre la Mercedes passa al piano B, la Ferrari sembra abboccare e il risultato finale è quello visto in pista.

Domanda: sarebbe cambiato qualcosa con Raikkonen terzo invece che quarto? No, perché la sostanza è che davanti hanno un vantaggio, lo sviluppo della macchina attuale prosegue in vista del 2017 e che è inutile fare domande a Maurizio Arrivabene chiedendo questo e quello. Bisogna starsene tranquilli, prendere quello che viene senza farne un dramma. Sono le corse, a Maranello stanno lavorando per il futuro, se ogni due secondi stiamo lì a rompere le scatole con cose futili, non se ne esce più. Quindi rassegnazione e comprensione.

Il resto della stagione potrebbe dare un successo, magari in piste strambe condizionate dal meteo (vedi Brasile), le Mercedes erano e resteranno imprendibili. E se si rompe qualcosa sulla macchina, forse meglio tenere fermi i piloti ai box piuttosto che dare la sensazione che si poteva evitare di esporsi a critiche fondate e precise. Infine Vettel, un quinto posto non è il massimo, magari però serve a tenerlo sereno visto che sembra aver perso la strada…

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