Collard: «La Formula E è performance con grandi margini di miglioramento»

Collard: «La Formula E è performance con grandi margini di miglioramento»
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Paolo Ciccarone
Abbiamo parlato con Emanuel Collard, collaudatore della Formula E, del Campionato dedicato alle monoposto elettriche che prenderà il via da settembre. Ecco cosa abbiamo scoperto | <i>P. Ciccarone</i>
16 aprile 2014

Un passato in monoposto, fra F.Renault e F.1, poi il presente con le Sport e infine ancora monoposto, ma particolari come la Formula E.

Per Emanuel Collard il ritorno alle ruote scoperte è particolare, visto che sta sviluppando la monoposto che da settembre disputerà il primo campionato mondiale tutto elettrico, ma che differenze ci sono fra una monoposto normale e questa tutta elettrica? Lo abbiamo chiesto al diretto interessato durante una sessione di collaudi sul circuito di Issoire nell’Auvergne dove la Michelin sta sviluppando anche i nuovi pneumatici per la categoria:

«Diciamo che quando sei nell’abitacolo cambia poco, la scocca è quella della Dallara GP2, quindi una vera auto da corsa, cambia poi il resto quando accendi pulsanti e manettini e non senti niente!».

Infatti, il silenzio regna sovrano, si sente appena il sibilo aerodinamico e il fruscio del motore elettrico che fa molto film da fantascienza anni 70, tipo base luna o simili…
«Infatti, è incredibile quanto sia strana la sensazione di guidare questa vettura. In accelerazione siamo a livelli buoni, da 0 a 100 all’ora in circa 3 secondi, non è proprio da F.1 ma ci andiamo vicino. La potenza è di 272 CV, 200 Kw per essere precisi, il peso di quasi 900 kg, diciamo che ricorda molto una F.Renault più che una F.1, ma posso anche dire che di margine di miglioramento ce ne è ancora, la potenza del motore può essere sviluppata, le batterie possono diventare più leggere. Oggi siamo sui 150-180 kg di peso, l’obiettivo in un paio d’anni è scendere sotto i 100 kg, magari meno. E dare più potenza al motore, che è di base McLaren, mentre il recupero è Williams e l’ottimizzazione Renault. Insomma, un bel mix di tecnologie avanzate tutte da sviluppare!».

E' incredibile quanto sia strana la sensazione di guidare questa vettura. In accelerazione siamo a livelli buoni, da 0 a 100 all’ora in circa 3 secondi, non è proprio da F.1 ma ci andiamo vicino e di margine di miglioramento ce ne è ancora


Ma nell’abitacolo hai il cambio al volante, è diverso rispetto a un cambio tradizionale?
«No, la campana e la scatola sono quelli usati nella GP2, cambia il numero di marce, qua ne abbiamo solo 5 con ingranaggi Xtrack, identici a quelli da corsa. Abbiamo ottimizzato il sistema di accoppiamento fra motore elettrico e cambio tradizionale, il sistema elettroidraulico è identico, non c’è differenza nel tempo di cambiata. Una cosa diversa, invece, è un manettino sul volante che regola l’uso del kers. In pratica abbiamo un recupero di energia dai freni che usiamo per dare più potenza alle batterie, quindi non si spreca nulla e quando la potenza cala, col sistema del kers recuperiamo in frenata dell’energia che trasferiamo alle batterie».

Una cosa che colpisce a prima vista sono le gomme. Michelin ha portato dei cerchi da 18 pollici, e su una monoposto sono una vera novità. Ma anche il battistrada è scolpito, di solito lo si usa sul bagnato o su strada, come ti sei trovato a guidare con queste gomme?
“Devo dire che all’inizio ero scettico, abituato alle slick con cerchi da 13 pollici. Invece mi ha stupito il grip meccanico che danno queste gomme. Anche il disegno del battistrada, che potrebbe far pensare a una gomma che scivola in curva o galleggia, non dà fastidio. Anzi la mescola morbida e i tasselli della spalla ne fanno una gomma silenziosa. Se poi si pensa che le gare si svolgeranno su strade normali, magari con le rotaie del tram e che le condizioni sono molto diverse da una pista, si vede come questa copertura sia interessante. Mi sta stupendo il lavoro fatto da Michelin per avere una gomma ogni tempo, lo hanno già fatto nella Le Mans series da un paio d’anni, ma questa va oltre. Collaudare gomme e macchina del futuro non è male, certo a me piacerebbe avere molta più potenza, ma è il futuro, siamo appena partiti, di lavoro da fare ce ne è molto e la cosa mi diverte moltissimo».

E poi via, casco in testa, cinture allacciate e in pista per altri test. Il futuro è cominciato.

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