Il cerchio anti-cinese si sta stringendo: TikTok, microchip, 5G e auto elettriche

Il cerchio anti-cinese si sta stringendo: TikTok, microchip, 5G e auto elettriche
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Simone Lelli
  • di Simone Lelli
Blocchi di ogni tipo stanno limitando l'avanzamento tecnologico cinese
  • Simone Lelli
  • di Simone Lelli
23 marzo 2023

Se la politica internazionale alla fine è un gioco delle parti, c'è da dire che al momento la Cina non se la sta passando troppo bene: complice una serie di errori fatti dal paese, il fronte occidentale sembra ora compatto sulla decisione di bloccare l'avanzata tecnologica della Cina. Se infatti Joe Biden sta sfruttando proprio questo panorama mondiale per limitare il supporto verso Xi Jinping, alcuni già chiamano tale mossa Dieta Paleo, ovvero una rimozione dei macronutrienti tecnologici più importanti come i microchip che portano ad un blocco generale dell'avanzamento tecnologico.

Parliamo di occidente, ma in effetti in mezzo ci finiscono anche paesi come il Giappone, altro partner fondamentale per la stretta tecnologica sulla Cina: ciò che però sta pesando davvero molto è la decisione dell'Olanda di imporre delle restrizioni sull'export hi-tech. Ricordiamo che in Olanda c'è la sede della Asml, una delle sole tre aziende nel mondo che fabbricano stampanti per microchip avanzate.

Senza microchip

Cosa significa tutto questo? Di base, che la Cina non ha i mezzi per stamparsi da sola i propri microchip di nuova generazione, rimanendo ancorata ai precedenti e quindi, senza la possibilità di poter avanzare e migliorare la produzione di elettronica hi-tech.

Se questa manovra potrebbe sembrare a tutti gli effetti semplicistica, in realtà dimostra come tutto il mondo - o quasi - sia d'accordo sul serrare i ranghi ed evitare che la Cina continui a migliorare il suo reparto tecnologico: a conferma di tutto ciò, lo stesso Xi Jinping ha lamentato più volte di come l'America fosse intenzionata a contenere e schiacciare l'ascesa della Cina.

Se qualunque lotta, anche quella più mentale, si combatte su più fronti, ovviamente l'America non sta rimanendo con le mani in mano: la privazione di tale tecnologia verso la Cina è solo una delle due manovre applicate. Biden sta infatti spingendo molte aziende estere, come per esempio TSMC (Taiwan), ad installare fabbriche sul suolo USA (l'azienda sta investendo 40 milioni di dollari per un nuovo stabilimento in Arizona).

5G: un Cavallo di Troia?

Un'altra preoccupazione che invece sta attanagliando le menti delle persone sul suolo occidentale riguarda il 5G. Otto paesi UE, tra cui Germania e Italia, hanno acquistato più del 50% di tecnologie per queste reti dalla Cina, con 1 milione di base station e una copertura dell'80% sul mondo intero.

Di tutta risposta, Biden ha convinto Olaf Scholz, cancellerie tedesco, a disfarsi delle infrastrutture cinesi prese da Huawei e Zte. Tale mossa avrà ripercussioni sull'avanzamento della tecnologia della rete 5G (e l'arrivo dell'Internet of Things), eppure l'allarme sembra preoccupare molto.

D'altronde l'idea radicata nella testa delle persone è che queste reti fungano da Cavallo di Troia, pronte a insinuarsi ovunque per poi dare accesso (se non fisico, ovviamente telematico) all'interno dei paesi più avanzati.

TikTok, il social infiltrato?

Se parliamo di reti e connessioni, non possiamo citare TikTok: social dell'azienda ByteDance, è stato più volte accusato di essere una finestra della Cina sul mondo occidentale, e per questo molti enti importanti hanno deciso di metterlo a bando. Dopo lo stop di UE e Canada, che prevede la rimozione dell'app dai dispositivi governativi, ora anche Washington segue la linea e procede con tale obbligo.

Se ovviamente la Cina replica citando il mercato libero, intanto i dipendenti con accesso a informazioni confidenziali e importanti non potranno più usare tale social. A nulla sono servite le rassicurazioni della Cina stessa, che ha spiegato come l'accesso a tali informazioni sia relegata a pochi dipendenti: per sicurezza, bandito TikTok.

Auto Elettriche

Ultimo, ma non per importanza, va affrontato il discorso legato alle auto elettriche: si parla molto di Tesla, ma è appurato come la Cina stia vincendo tale sfida. Le aziende di Pechino producono almeno 10 volte tanto le auto americane, se si parla di elettrico, e praticamente nascono nuovi brand cinesi dedicati alla motorizzazione elettrificata ad una velocità impressionante. Si parla di 6,88 milioni di auto elettriche nel 2022, un aumento rispetto al 2021 del 93,4%, al limite del raddoppio. Se parliamo di auto, citiamo anche le stazioni di ricarica, anch'esse sempre più in espansione e con una forte presenza cinese.

Non da meno, nel discorso generale, l'export verso l'Europa: gruppi di importanza fondamentale nel paese orientale, ora stanno diventando veri e propri pilastri anche in occidente, con compagnie come BYD, Nio e Geely che sono pronte a lanci importanti.

Ovviamente tutto questo panorama socioeconomico è in evoluzione, e le scelte prese dai vari stati possono cambiare così come sono state fatte. C'è da dire che vedere tutto questo dall'esterno fa preoccupare anche l'UE: basta pensare a Volkswagen, che ha ritirato la costruzione di una gigafactory in Europa Orientale, spostando i piani invece negli USA (a causa dei sussidi migliori). Insomma, sicuramente questa situazione non ha ancora raggiunto lo stadio finale, e future evoluzioni potrebbero ribaltare tutto: non ci resta che attendere, e capire se questo cerchio intorno alla Cina continuerà a stringersi, e se magari finirà con il danneggiare persino noi.

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