“Se fossimo rimasti fedeli al passato, oggi la F1 sarebbe scomparsa”: per Domenicali la parola d’ordine è intrattenimento. E sulla Ferrari dice…

“Se fossimo rimasti fedeli al passato, oggi la F1 sarebbe scomparsa”: per Domenicali la parola d’ordine è intrattenimento. E sulla Ferrari dice…
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Stefano Domenicali racconta la rivoluzione della Formula 1, tra spettacolo, giovani e innovazione. Dal futuro delle Sprint alla comunicazione con i fan, il CEO della F1 spiega come il Circus si è trasformato senza perdere la sua anima. E sulla Ferrari lancia un messaggio speciale
23 ottobre 2025

Milano. Il viaggio della Formula 1 prosegue a gonfie vele. Siamo infatti già giunti al ventesimo appuntamento stagionale: il Gran Premio di Città del Messico 2025. Mancano soltanto quattro gare e due Sprint per chiudere il cerchio di uno dei mondiali più imprevedibili degli ultimi anni, sicuramente del ciclo tecnico a effetto suolo.

Foto copertina: ANSA

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Iniziato con il duello Ferrari–Red Bull e proseguito con il dominio della squadra di Milton Keynes, questo regolamento tecnico – ormai agli sgoccioli – ha riservato tantissimi colpi di scena. Degni di un copione hollywoodiano, gli ultimi anni hanno regalato grande spettacolo, a partire dal 2021 con il leggendario testa a testa tra Max Verstappen e Lewis Hamilton. Un tasso di adrenalina altissimo che ha tracciato la ricetta perfetta per l’impennata di popolarità che la Formula 1 ha vissuto recentemente, complice anche la rinascita della McLaren.

Una rampa di lancio che Liberty Media, grazie anche al successo di Drive to Survive, ha saputo sfruttare al meglio per riportare in auge il Circus, anche oltre oceano e tra le nuove generazioni. A gestire questa espansione globale è stato Stefano Domenicali. “Beh, direi che non mi piace definirlo ‘sotto la mia guida’. Direi piuttosto sotto la guida di chi, come noi, ha saputo prendere ispirazione dalla realtà che ci circonda e dalla necessità di essere consapevoli di ciò che accade nel mondo. Noi siamo in prima linea, perché siamo un campionato mondiale che vive a contatto con persone, culture e sensibilità diverse. Se fossimo rimasti fedeli al progetto originale della Formula 1, così com’era concepito all’inizio, oggi saremmo scomparsi”, ha dichiarato Stefano Domenicali, Presidente e CEO della F1, in occasione della presentazione di Brand Connection – The Age of Meaningful Brands, studio di Deloitte condotto su un campione di oltre settemila consumatori in sette Paesi.

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Viviamo in un’epoca in cui, per essere rilevanti, bisogna saper ascoltare e cogliere i segnali che arrivano dalla società e dalla cultura. Per questo motivo abbiamo completamente cambiato il paradigma della Formula 1. Molti dicono che così si perde autenticità. Ma cosa significa davvero essere autentici? Significa partire dal presupposto che al centro del nostro progetto ci sono le corse, i piloti, le persone e la tecnologia. A questo, però, abbiamo aggiunto un’altra dimensione: quella dell’intrattenimento. Perché lo sport è, tra le altre cose, una grande forma di intrattenimento”, ha proseguito Domenicali. “E per restare in contatto con un pubblico che cambia costantemente, avevamo il dovere di essere sensibili ai segnali del mondo. Da qui l’apertura verso i giovani, verso una comunicazione più diretta, e la condivisione di progetti che in passato erano impensabili, come Drive to Survive o il film che abbiamo appena realizzato [F1 Movie], e che ha avuto un grande successo. Tutto questo ci ha permesso di abbracciare una comunità in evoluzione, proprio in un momento in cui rischiavamo di scomparire, come accadde durante la pandemia".

"In quel periodo il mio primo contatto con il team era solo tramite uno schermo, e non era affatto facile. Eppure, siamo riusciti a essere protagonisti anche in quel contesto, inventando un protocollo che ci ha permesso di viaggiare per il mondo e che è stato poi adottato da altre realtà. Avevamo — e abbiamo — due comunità di riferimento: quella di chi ci segue in pista e quella di chi ci segue sui social e in TV. La chiave del nostro successo è stata saper restare in contatto con tutti i segnali che il mondo ci manda".

Tutto questo, però, ha suscitato anche diverse critiche da parte degli appassionati più “tradizionali”, che ritengono che la Formula 1 stia perdendo la sua anima più pura e “racing”, mettendo in secondo piano la performance sportiva reale per focalizzarsi sullo spettacolo. “No, per nulla. Anzi, credo che la Formula 1, anche dal punto di vista dello sviluppo tecnologico, sia sempre stata un punto di riferimento per molti altri settori. La sicurezza resta al centro, così come la sfida sportiva. E su questo nessuno può discutere: le gare sono diventate ancora più spettacolari. Abbiamo anche modificato il formato dei weekend, proprio perché oggi l’attenzione del pubblico è più volatile, distratta da mille forme di intrattenimento. Noi non competiamo con altri sport, ma con tutto il mondo dell’intrattenimento: cinema, musica, spettacoli dal vivo. Per questo la corsa in pista resta il cuore del nostro progetto, ma abbiamo anche lavorato molto sull’esperienza del pubblico. Chi viene a un Gran Premio investe tempo e denaro: deve sapere che vivrà qualcosa di unico. Vogliamo coinvolgere i tifosi veri, ma anche offrire un ambiente di valore alle aziende che investono con noi, dando loro la possibilità di crescere e di condividere sviluppi che prima non erano possibili. Per me, l’autenticità ha valore solo se è coerente con ciò che facciamo oggi come azienda”, ha spiegato Domenicali.

Sul futuro della Formula 1, il manager italiano ha chiarito che “non è solo questione di velocità, ma di intensità del racconto”. Le performance sportive devono convivere con lo spettacolo tanto amato, soprattutto dal nuovo pubblico di riferimento: gli americani. “La velocità resta una delle grandi sfide dell’uomo, ciò che rende unico il nostro sport. Ma oggi il modo di raccontarla è altrettanto importante: bisogna saperla trasmettere in un modo che avvicini le persone. Abbiamo aperto ai piloti la possibilità di esprimersi, di mostrarsi autentici, e di condividere con il mondo ciò che prima era intoccabile. Questo ci ha aiutato — e continuerà ad aiutarci — a crescere. Dobbiamo però restare solidi, avere basi forti e persone capaci di comprendere le tendenze del momento. La comunicazione è fondamentale: ci rende più forti, ci aiuta ad attirare investitori e attenzione. Per questo stiamo lavorando molto sui giovani: le nuove collaborazioni vanno tutte in quella direzione. Se riusciamo a coinvolgerli subito, potremo portare con noi anche le loro famiglie, costruendo un legame duraturo con il nostro mondo".

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Sicuramente il prossimo anno non avrà bisogno di ulteriori Sprint per garantire spettacolo: ci penserà il nuovo regolamento tecnico a rendere la stagione imprevedibile. Non cambieranno soltanto le vetture a livello aerodinamico, ma anche il cuore pulsante, ovvero power unit e carburanti. “Sarà straordinario – ha proseguito Domenicali - Ci saranno molti punti di discussione: motore, carburante sostenibile, strategie energetiche, mercato piloti. E la cosa bella è che ci sono già molti circuiti che hanno venduto tantissimi biglietti, segno che l’interesse continua a crescere. Ed è questo l’aspetto più importante”. Per il momento, ad animare il Circus ci pensa la lotta a tre per il mondiale Piloti, con Max Verstappen che ha ridotto il distacco dal leader Oscar Piastri a soli 40 punti e da Lando Norris a 14. “Mi aspetto una battaglia serratissima, già questa domenica in Messico. Avremo un campionato che non deluderà, e quando si dice che manca interesse in pista, basta guardare com’è andata in Texas e vedere cosa succede. Ci sono ancora cinque gare, tutte molto intense”.

Sul futuro di Imola, rimasta fuori dal calendario, Domenicali ha dichiarato: “Siamo aperti a tutti, ma dobbiamo trovare formule che siano interessanti per entrambe le parti. Al momento altri circuiti hanno espresso formalmente il loro interesse e ne abbiamo parlato, ma non chiudo nessuna porta — anche se la vedo difficile, per ora”. Prima di diventare CEO e Presidente della Formula 1, e guidare Audi e Lamborghini, ha riportato la Ferrari alla gloria con l’ultimo titolo Piloti conquistato. Proprio due giorni fa ricorreva il diciottesimo anniversario del mondiale iridato di Kimi Räikkönen. “I ricordi, quando si fa parte della famiglia Ferrari, sono sempre unici. Sembra ieri, ma sono passati tanti anni, e spero che tutto questo possa tornare presto, perché la Ferrari è qualcosa di unico: un patrimonio che per noi italiani rappresenta qualcosa di straordinario”, ha concluso Domenicali.

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