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Il mondiale 2025 di Formula 1 lo meriterebbe ampiamente Max Verstappen. il perché, se ce ne fosse bisogno, lo illustra la partenza del Gran Premio di Las Vegas, in cui Lando Norris ha peccato di eccessiva aggressività, vanificando la pole position che aveva conquistato con autorevolezza il giorno precedente. Questa leggerezza – lo ha ammesso lo stesso Norris dopo la corsa, usando un termine decisamente meno edulcorato – ha lasciato spazio a un pilota che non si lascia più confondere dalla foga, a meno che non sia in netta inferiorità tecnica. E a Las Vegas Verstappen non lo era.
Per quanto la narrazione dell’uomo che batte la monoposto sia avvincente, parlare in questi termini di Verstappen vorrebbe negare il lavoro delle donne e degli uomini della Red Bull, capaci di metterlo nelle condizioni di fare la differenza. La RB21 è la monoposto del lotto più efficace in configurazione a basso carico aerodinamico, più della MCL39 che invece è in grado di dominare in altre circostanze. Lo si era già visto a Monza e a Baku, e lo si è intuito anche a Las Vegas, in condizioni molto diverse, con temperature basse.
Verstappen ha mantenuto un ritmo invidiabile, riuscendo nel contempo a preservare le sue coperture, mentre alle sue spalle c’era chi faticava con gli pneumatici a fine vita. Parliamo soprattutto di George Russell, che sul finale della gara per sua stessa ammissione ha pagato l’eccesso di foga a inizio stint con le hard. È forse l’unico limite rimasto a uno dei piloti più efficaci in questa stagione, che ieri avrebbe potuto lottare per la pole se non fosse stato per un problema all’idroguida della sua Mercedes W16, molto efficace a Las Vegas per la combinazione tra un layout favorevole e le temperature basse.
Ma la vera stella di oggi in casa Mercedes è Andrea Kimi Antonelli, protagonista di una convincente rimonta dalla diciassettesima alla quarta posizione, diventata poi quinta per l’unica sbavatura di oggi, la falsa partenza costatagli una penalità di cinque secondi. Antonelli è riuscito nell’impresa non semplice di inanellare oltre 40 giri con le gomme hard, dopo averle montate approfittando della Virtual Safety Car nelle fasi iniziali della corsa. È stato abbastanza efficace da muoversi sapientemente sul filo sottile tra la performance e la tenuta delle gomme, tenendosi dietro Oscar Piastri dopo aver scongiurato lo spettro del graining.
La spirale discendente di Piastri è continuata anche a Las Vegas, in un altro weekend di gara in cui l’australiano ha dovuto fare i conti con le sue difficoltà in condizioni di basso grip. Vedendolo languire alle spalle di Antonelli, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci dove sia finito il pilota efficacissimo visto fino a Zandvoort. È vero che la penalità di Kimi l’avrebbe comunque promosso in quarta posizione, ma non c’è mordente in Piastri. È scoraggiato, inefficace. E Norris lo sta surclassando nel momento giusto, quello della zampata finale.
A fare le spese dell’esitazione di Piastri è stato Charles Leclerc, che è rimasto alle spalle di Antonelli per un solo decimo una volta aggiunta la penalità comminata a Kimi alla classifica finale del GP. A pesare sull’economia della gara di Charles ha pensato il tempo perso alle spalle di Carlos Sainz prima che quest’ultimo rientrasse ai box per la sua sosta. È stato quel giro lento a impedirgli un risultato migliore e a fargli vivere l’ultima parte della gara con il supplizio di un marcato graining, dovuto al fatto di aver trascorso moltissimi giri attaccato agli scarichi di Piastri. Con una macchina che continua a essere incolore - per giunta con un assetto carico che lo penalizzava nei tentativi di sorpasso - non avrebbe potuto fare di più.
Molto più indietro, Lewis Hamilton languiva con le medie, senza riuscire ad avere ragione di Nico Hulkenberg con la Sauber. Hamilton era riuscito a capitalizzare la decisione della Ferrari di non farlo scattare dalla pitlane, avendo recuperato varie posizioni muovendosi come un gatto tra vari contatti nelle retrovie. È stato l’unico guizzo di una gara poi diventata anonima, che ha fatto seguito alla disastrosa qualifica di ieri. E con il risultato di peso della Mercedes, il secondo posto nel mondiale Costruttori si allontana ancora di più per una Ferrari che resta in quarta posizione.
Mentre Hamilton restava invischiato a centro classifica, nelle fasi finali della corsa Lando Norris ha vissuto un brivido, dovendo prodursi in un marcato lift and coast per risparmiare benzina. Più lento di oltre tre secondi al giro rispetto a Verstappen, è stato costretto a tirare i remi in barca per avere abbastanza carburante per i controlli. Se non l’avesse fatto, sarebbe scattata la squalifica dal Gran Premio, uno schiaffo in pieno volto quando il mondiale piloti ormai ha preso la direzione di Woking. Con buona pace di Max Verstappen, che si consola sapendo di aver ancora una volta dimostrato di cosa è capace.